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Eden Hazard Real Madrid HIC 16:9Getty

Hazard, Adriano, Pogba: le superstar rovinate dagli infortuni

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Eden Hazard al Real Madrid è stato il trasferimento del decennio, con Zinedine Zidane che convinse Florentino Perez a prendere il belga nel 2018.

Purtroppo Hazard non si è dimostrato all'altezza dell'attesa. Si è presentato al pre-campionato in sovrappeso e da lì le cose sono andate rapidamente in discesa.

Un giocatore che al Chelsea si era infortunato raramente è stato improvvisamente afflitto da problemi dando l’impressione che non potesse tornare a essere il mago che era stato in Premier League, dopo essersi fratturato la caviglia in tre diverse occasioni. E così è stato.

Hazard ha disputato solo 54 partite di campionato, segnando quattro goal in quattro anni al Bernabeu. Il suo periodo in Spagna è forse riassunto dal fatto che non ha mai fatto una sola presenza in un Clasico. La cosa peggiore è che non c'è mai stata molta simpatia per l'uomo da 120 milioni di euro del Madrid, nemmeno tra i suoi compagni di squadra.

Nel confermare la risoluzione consensuale del suo contratto con un anno di anticipo, i Blancos hanno sottolineato che Hazard ha vinto otto titoli con il club. Ma, a dire il vero, non ha avuto alcun ruolo in nessuno di essi. Hazard avrebbe potuto essere considerato uno dei più grandi talenti della storia del Real, invece sarà ricordato come uno dei peggiori.

Naturalmente, non è il primo campione a cui i problemi fisici hanno impedito di esprimere tutto il suo potenziale.

  • Jonathan Woodgate Real Madrid 2005Getty

    13Jonathan Woodgate

    L'esordio di Woodgate al Real Madrid è ovviamente entrato nella storia del calcio: dopo aver trascorso i primi 17 mesi di permanenza al Santiago Bernabeu ai box per infortunio, il difensore inglese si è presentato tardivamente ai tifosi del club con un autogol e un cartellino rosso per doppia ammonizione. Tuttavia, c'è un motivo per cui il Madrid aveva scommesso su Woodgate: quando era in piena forma, era un ottimo difensore centrale e lo aveva dimostrato nei primi periodi della sua esperienza al Leeds.

    Purtroppo, non è mai rimasto in forma abbastanza a lungo per sfruttare al meglio le sue evidenti capacità. Ci sono stati alcuni momenti importanti, in particolare il goal vincente al Tottenham nella vittoria di Coppa di Lega contro il Chelsea nel 2008, ma è significativo che abbia giocato 30 o più partite di campionato solo due volte tra il 2000 e il 2016.

    Ma ciò che lo ha veramente distrutto è stato il fatto di essersi limitato a sole 14 presenze con il Real Madrid. "Quando guardo indietro alla mia carriera, questo mi colpisce più di ogni altra cosa", ha detto al podcast Under the Surface. "Perché sei sul palcoscenico più grande... E il mio corpo mi ha deluso".

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  • Yoann Gourcuff injured Lyon 2010Getty

    12Yoann Gourcuff

    Dopo che Gourcuff ha guidato il Bordeaux alla doppietta campionato-coppa nel 2009, L'Equipe ha etichettato il centrocampista d'attacco come "Le Successeur", l'erede indiscusso di Zinedine Zidane.

    Anche uno degli ex compagni di squadra di Zizou è d'accordo. "Mi sono sentito male quando Zidane si è ritirato", ha ammesso Christophe Dugarry. "Guardare Gourcuff mi ha guarito". Sfortunatamente, non c'è stato alcun rimedio per i numerosi problemi mentali e fisici di Gourcuff.

    Al momento della sua rinascita al Bordeaux, aveva già fatto fiasco al Milan, sosteneva Paolo Maldini, perché "c'era un problema di comportamento", con il difensore che rimproverava al francese di non aver fatto alcuno sforzo per integrarsi.

    Dopo il trasferimento al Lione nel 2010, Gourcuff è stato tormentato da infortuni, alcuni dei quali, si diceva, erano psicosomatici. Di certo, alcuni allenatori e compagni di squadra non sono mai stati del tutto convinti della gravità di alcuni disturbi, tra cui la ferita alla mano dopo aver ricevuto il cinque da Alexandre Lacazette e la distorsione alla caviglia mentre portava a spasso il cane.

    Alla fine, uno dei migliori prospetti francesi si è ritirato a 34 anni, dopo più di un anno senza club.

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  • Abou Diaby Arsenal Sunderland Premier League 2005-2006Getty

    11Abou Diaby

    I tifosi dell'Arsenal e della Francia erano entusiasti della forma di Diaby durante i suoi primi sei mesi a North London. Avevano tutti la sensazione di avere tra le mani "il nuovo Patrick Vieira".

    Purtroppo, Diaby non ha mai raggiunto questi livelli. Nel maggio 2006, al termine di una partita vinta 3-0 contro il Sunderland, il centrocampista è stato vittima di una brutta entrata, del tutto inutile, da parte di Dan Smith. Diaby rimase in campo urlando: aveva subito una grave frattura alla caviglia che avrebbe richiesto tre operazioni e otto mesi di riabilitazione.

    Diaby tornò nel gennaio 2007, ma non allo stesso livello e alla fine trascorse più della metà dei suoi ultimi anni all'Arsenal, costretto da un infortunio. L'ex manager Arsene Wenger dichiarò a beIN Sports che le speranze del suo connazionale di raggiungere l'apice della forma erano state "distrutte" da "un tackle assassino".

  • Alex Ferguson Louis Saha Manchester United 2004Getty

    10Louis Saha

    Sir Alex Ferguson ha sostanzialmente ammesso di aver preso Louis Saha dal Fulham principalmente perché ogni volta che il francese affrontava il Manchester United "ci segnava".

    "Di tutti i centravanti che abbiamo avuto in rosa", scrisse in seguito il leggendario manager nella sua autobiografia, "Saha sarebbe uno dei migliori. Rappresentava una minaccia perenne".

    Solo quando era in piena forma, però.

    Saha ha iniziato in modo sensazionale la sua carriera all'Old Trafford, dimostrando esattamente perché lo United aveva accettato di pagare 16 milioni di euro, segnando sette volte nelle sue prime 14 presenze.

    Poi, però, cominciarono ad arrivare gli infortun: Saha si sentiva talmente in colpa per i suoi regolari periodi ai margini della squadra che era solito mandare messaggi a Ferguson per scusarsi delle sue assenze. Lo scozzese era comprensivo con la situazione di Saha, ma alla fine gli permise di unirsi all'Everton nel 2008.

    Ferguson ha spiegato: "Il motivo per cui l'ho venduto è che, per quanto fosse talentuoso, non avrei mai potuto pianificare un progetto su di lui".

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  • Jack Wilshere Arsenal 2008Getty

    9Jack Wilshere

    L'8 luglio 2022 Jack Wilshere ha annunciato il suo ritiro. Un talento prodigioso che aveva debuttato con l'Arsenal a soli 16 anni, battendo il record precedentemente appartenuto a Cesc Fabregas, è stato costretto a porre fine alla sua carriera a soli 30 anni.

    Wilshere era stato "attivo" nel gioco per più di un decennio ma, in realtà, non aveva mai recuperato completamente dalla frattura da stress della caviglia subita durante un'amichevole pre-stagionale nel 2011.

    Dopo più di un anno di assenza, si sono visti sprazzi del giocatore che Fabio Capello aveva descritto come "il futuro" del calcio inglese, ma ha sempre lottato per la forma fisica e per la tenuta. Alla fine, nel 2018, gli è stato permesso di lasciare l'Arsenal a costo zero, il che sarebbe stato impensabile quando era un adolescente.

    Wilshere si è poi lamentato della sua carriera: "Non ho mai raggiunto il mio pieno potenziale come giocatore e tutti lo sanno. È una cosa difficile da accettare".

  • Thiago Alcantara Liverpool injury 2021Getty

    8Thiago Alcantara

    Pep Guardiola ha richiesto un solo giocatore dopo aver assunto la guida del Bayern Monaco nel 2013: Thiago Alcantara. "Thiago o niente", ha detto il catalano ai suoi dirigenti bavaresi.

    È facile capire perché: Thiago ha un talento straordinario. Tuttavia, è anche fragile, motivo per cui Jurgen Klopp ha ammesso nel 2022 di non voler elogiare troppo lo spagnolo "perché quando lo faccio, succede qualcosa". Ovvero, un infortunio.

    Il vincitore della Champions League è senza ombra di dubbio uno dei giocatori più dotati della sua generazione, un centrocampista capace di servire ogni compagno con ogni tipo di passaggio da ogni posizione possibile.

    Però è anche terribilmente incline agli infortuni. In una sola stagione della sua carriera è riuscito ad scendere in campo in 30 partite di campionato: una statistica sconcertante e triste, considerato il suo apporto in ogni singola partita in cui gioca.

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  • Mario Gotze Borussia Dortmund 2017Getty

    7Mario Götze

    Forse Götze non ha dimostrato di essere migliore di Lionel Messi nella finale della Coppa del Mondo 2014 - come gli aveva chiesto Joachim Low - ma di certo lo ha superato a Rio, segnando il goal della vittoria poco dopo essere entrato come sostituto.

    All'epoca, il centrocampista aveva solo 22 anni e sembrava avere una carriera stellare davanti a sé. Le cose sono andate presto storte però per Götze.

    Come ha ammesso in seguito, ha commesso un grave errore lasciando il Borussia Dortmund per il Bayern Monaco nell'estate del 2013. A danneggiare ancora di più il suo sviluppo, però, è stato un disturbo del metabolismo raro e molto difficile da individuare, responsabile dei ricorrenti problemi muscolari che hanno ripetutamente limitato il suo tempo di gioco.

    Nonostante la diagnosi tardiva e il ritorno a Dortmund, Götze, che ora milita nell'Eintracht Francoforte, non è riuscito a sfruttare al meglio il talento che ha spinto Jurgen Klopp a definirlo il miglior giovane giocatore che abbia mai allenato.

  • Pogba(C)Getty Images

    6Paul Pogba

    Il 14 maggio 2023, Paul Pogba ha esordito per la prima volta da quando si è unito alla Juventus l'estate precedente. Purtroppo ha resistito solo 23 minuti a causa di un problema alla coscia e il centrocampista è uscito dal campo con la maglia tirata sopra la testa per cercare di nascondere le lacrime.

    In seguito è stata confermata la fine di una stagione che non è mai stata veramente positiva per Pogba, e ci sono crescenti preoccupazioni sul fatto che il 30enne possa non essere più il giocatore che era durante il suo primo periodo a Torino.

    In effetti, vale la pena sottolineare che se da un lato ci sono state ovvie ragioni tattiche che hanno portato il francese a fare flop nel precedente club del Manchester United, dall'altro il suo periodo all'Old Trafford è stato costellato da periodi ai margini della squadra per una serie di problemi muscolari e alle caviglie che hanno indubbiamente ostacolato i suoi tentativi di dimostrare di essere il miglior giocatore del pianeta, cosa che indubbiamente aveva la capacità di fare.

    I suoi detrattori indicheranno senza dubbio le distrazioni fuori dal campo e la mancanza di professionalità come fattori che hanno contribuito al suo declino, ma non è difficile provare un certo grado di simpatia per l'attuale situazione di Pogba, visto il modo in cui gli infortuni lo hanno frenato. Avrà anche vinto una Coppa del Mondo, ma avrebbe potuto fare molto di più.

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  • Adriano InterGetty

    5Adriano

    Con Adriano, l'Inter sembrava aver trovato un successore già pronto per Ronaldo. Proprio come il suo collega brasiliano, "l'Imperatore" era un'imponente miscela di fisico e tecnica: un "animale puro", come disse Zlatan Ibrahimovic, "che poteva segnare da ogni angolo".

    Purtroppo, dopo un inizio strepitoso a San Siro, la carriera e la vita dell'attaccante sono andate a rotoli. Perché? Gli infortuni e la devastante perdita del padre.

    Come ha detto lui stesso in modo così toccante in un articolo per The Players' Tribune, "Cosa è successo ad Adriano? Fratello, è semplice. Ho un buco nella caviglia e uno nell'anima".

  • MARCO REUS BORUSSIA DORTMUNDGetty Images

    4Marco Reus

    Il nome di Reus è stato accostato a Marco van Basten, un tributo commovente a uno dei grandi del calcio, ma anche un presagio inquietante, visto che l'iconica carriera dell'olandese è stata crudelmente interrotta da un infortunio.

    Durante uno dei suoi numerosi periodi ai box, Reus ha ammesso a GQ: "Darei via tutti i soldi per essere di nuovo in salute, per poter fare il mio lavoro, per fare ciò che amo, giocare a calcio. Come giocatori di alto livello, guadagniamo un sacco di soldi, ma a volte paghiamo un prezzo molto alto con la nostra salute".

    Reus è probabilmente il miglior esempio di questa triste realtà.

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  • Michael Owen Liverpool Leeds injury 1999 Getty

    3Michael Owen

    Owen aveva solo 21 anni quando ha vinto il Pallone d'Oro. E si aspettava di vincerne almeno un altro. Nessuno però avrebbe potuto prevedere lo strappo del tendine del ginocchio durante una partita contro il Leeds.

    In seguito ha ammesso che avrebbe preferito subire una frattura della gamba in quella fatidica notte a Elland Road, perché le cicatrici fisiche e mentali sarebbero state più facili da superare.

    "Una volta che mi sono rotto il tendine del ginocchio per la prima volta, non c'ero più", ha detto Owen a BT Sport.

  • Ronaldo Inter Lazio 1998 UEFA Cup finalGetty

    2Ronaldo

    Un paio di Palloni d'Oro, una Scarpa d'Oro europea, un mondiale: Ronaldo ha avuto una carriera straordinaria. Ma avrebbe potuto essere ancora migliore, perché avrebbe potuto esserlo ancora di più, almeno per un periodo di tempo più lungo. Aveva solo 23 anni quando all'Inter subì il primo di due terribili infortuni al ginocchio che lo misero fuori gioco per tre stagioni.

    Ronaldo si è ripreso, ma non completamente. Ha comunque segnato tantissimo in Corea-Giappone 2002, spingendo il Brasile alla vittoria con otto goal. Ma il giocatore che ricevette una standing ovation dopo aver segnato una tripletta all'Old Trafford nel 2003 non era lo stesso "Fenomeno" che aveva tormentato Alessandro Nesta nella finale di Coppa UEFA del 1998. L'ex difensore della Lazio la definì "la peggiore esperienza della mia vita" ed era facile capire perché.

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  • Marco van Basten Netherlands Soviet Union European Championship 1988Getty

    1Marco van Basten

    Marco van Basten è una leggenda del calcio, il numero 9 più completo della storia. È stato sia un grande atleta che un realizzatore di goal importanti, come dimostra perfettamente quello al volo nella finale degli Europei vinti dall'Olanda contro l'Unione Sovietica nel 1988.

    Tuttavia, nell'agosto 1995, Van Basten annunciò il suo ritiro dal calcio a causa di un infortunio ricorrente alla caviglia. All'epoca aveva solo 30 anni, ma non giocava da due anni, il che significa che l'attaccante olandese era stato essenzialmente privato del suo momento migliore.

    Come disse Fabio Capello: "Il suo ritiro anticipato è stato una disgrazia mortale per lui e per il calcio".