Capito che lo sport non sarà mai il suo mestiere, Ernesto studia e diventa medico. Inizia dunque a esercitare la professione, ma l'incontro con Alberto Granado e un carattere facilmente inquadrabile lo porteranno lontano dalla sua città natale prima e dalla sua Argentina poi.
Motocicletta e diario, si parte con l'amico di una vita per andare a raccontare il Sudamerica e metterlo a nudo agli occhi del mondo in tutte le sue disparità e le ingiustizie.
Una delle tappe di questo viaggio per scoprire il continente e fornire cure ai malati di mezzo Sudamerica porta Che Guevara e Granado in Colombia, nella piccola città di Leticia.
I soldi sono pochi e bisogna inventarsi qualcosa per sbarcare il lunario e poter proseguire la loro avventura tra gli ultimi e i dimenticati.
Proprio a Leticia, i due si inventano di essere calciatori professionisti per farsi ingaggiare e tirare così su un po' di denaro per foraggiarsi.
Certo, un occhio attento avrebbe subito capito la panzana vista la scarsa dimestichezza con il pallone dei due argentini. Ma a quei tempi il piccolo Independiente Sporting non poteva certo permettersi di badare troppo alla qualità. E quindi via, una maglia a testa e si scende in campo per un torneo locale, la cui vittoria finale avrebbe fornito un bel gruzzolo.
Granado si piazza a centrocampo, dove riesce persino a spiccare in mezzo al livello pressoché scadente dei compagni di squadra.
Che Guevara non può che andare in porta e guidare il resto della squadra dalla linea di fondo. Del resto la leadership non gli è mai mancata e le rivoluzioni non si guidano certo da sole.