Guardiola"ammazzapremier": 5 titoli in 6 anni!

Ovviamente i tifosi di calcio sono molto fedeli, soprattutto in Inghilterra. Nonostante l'emergere di un gruppo di sei, una sorta di "Big Six" che ha di fatto costretto ogni altra partecipante a concentrarsi sul mantenimento del proprio posto nel campionato più redditizio del calcio, i tifosi continuano a riempire gli stadi in tutto il Paese, generando un'atmosfera e uno spettacolo che la Premier League confeziona perfettamente per un pubblico televisivo globale.

E questo è fondamentale, perché la vendita dei diritti televisivi internazionali è la fonte di praticamente tutti i soldi che entrano; è questo denaro che ha messo la Premier League su un piano finanziario completamente diverso rispetto a tutte le competizioni nazionali in Europa. È il motivo per cui Florentino Perez & Co. desiderano tanto una Superlega.

Non c'è una minaccia imminente alla potenza finanziaria della Premier League - l'ultimo accordo con gli Stati Uniti, valido fino al 2028, vale da solo 2,7 miliardi di dollari - dato che la maggior parte dei tifosi d'oltreoceano segue comunque solo squadre del calibro di Manchester United, Chelsea, Arsenal e Liverpool.

Tuttavia, questo è di per sé un potenziale problema a causa del successo prolungato del City. Perché gli altri sostenitori delle "Bix Six" dovrebbero continuare a sintonizzarsi settimana dopo settimana se sanno già chi vincerà il titolo prima dell'inizio della stagione? L'imprevedibilità non è solo la chiave del fascino della Premier League: è l'essenza stessa dello sport.

La Serie A ha molti problemi, ma una delle ragioni principali per cui i suoi diritti televisivi sono crollati di prezzo è stata la vittoria di nove scudetti consecutivi da parte della Juventus.

Ovviamente, il Napoli ha vinto quest'anno dopo 33 anni, ma la questione più ampia non è una squadra in fuga con il campionato - la squadra scintillante di Luciano Spalletti ha scatenato festeggiamenti che hanno attirato gli occhi di tutto il mondo del calcio sullo Stadio Diego Armando Maradona e sulla città - ma la stessa squadra che solleva il trofeo ogni anno.

Ecco perché la vista del City che domenica ha sollevato l'ennesimo trofeo è stata tutt'altro che "una grande pubblicità per la Premier League", come spesso viene detto dagli opinionisti inglesi dopo un incontro combattuto davanti a un pubblico gremito. Sono una squadra meravigliosa, forse la più grande che il calcio inglese abbia mai visto, ma la scomoda verità è che il loro trionfo non è stato motivo di celebrazione, ma di preoccupazione.

Come ha rilevato un recente studio della FIFA, i vincitori del titolo in Inghilterra (immancabilmente il City) stanno conquistando ben oltre l'80% dei punti disponibili - secondo questa logica, è il settimo campionato meno competitivo d'Europa.

Il miracolo Leicester del 2016 sembra ormai lontano. La Premier League si è rallegrata per la favola delle Foxes a 5.000 a 1, perché significava un quarto campione diverso in quattro stagioni. Per loro è stato un netto - e soddisfacente - contrasto con la Serie A, la Bundesliga e la Ligue 1, che sono state tutte liquidate come campionati a una sola squadra. Tuttavia, è esattamente quello che è diventata la Premier League.

Non appena Guardiola ha preso confidenza con il calcio inglese, il City ha iniziato a riscrivere i libri dei record. I 97 e i 92 punti non sono più sufficienti a garantire il primo posto, il che è un riflesso inverosimile della forza complessiva dell'avversario.

Ci è voluto uno sforzo storico da parte di un Liverpool eccezionale solo per vincere un titolo.

Naturalmente, la controargomentazione sarà che il City ha innalzato lo standard del calcio inglese e che spetta ai suoi rivali l'onere di eguagliarlo. E il Liverpool ha ovviamente dimostrato che è possibile. Ma la vittoria del 2019-20 è stata fatta passare come un'anomalia, una tregua temporanea dall'assalto del City.

In effetti, ciò che è davvero terrificante per i team di marketing della Premier League, di Sky e di BT Sport, è che non sembra esserci fine al dominio del City. Alcuni addirittura pregano per la partenza di Pep, nella speranza che l'eliminazione di un genio della tattica riequilibri la situazione.

Tuttavia, il pozzo del City è senza fondo. Allenatori e giocatori di livello mondiale continueranno ad arrivare all'Etihad finché Abu Dhabi vorrà. Il titolo resterà di loro proprietà.

C'è l'errata - e grossolanamente ingiusta - convinzione che la giovane ed entusiasmante squadra dell'Arsenal di Mikel Arteta abbia "imbottigliato" il campionato in questa stagione, ma non ha fatto nulla del genere. Hanno semplicemente ceduto al nuovo, innaturale ordine delle cose in Premier League.

Se si tolgono quattro giocatori dall'undici titolare del City, come ha fatto Guardiola per la difficile trasferta contro l'Everton, li si sostituisce con talenti di livello mondiale provenienti dalla panchina più forte che si sia mai vista. Se invece all'Arsenal viene tolta una stella del centrocampo, la squadra crolla completamente.

Il punto è che nessuno può convivere con la squadra stellare del City nel corso di un'intera stagione.

Di conseguenza, ora c'è la concreta prospettiva che il City aggiunga altri due titoli al suo palmarès, il che sarebbe fantastico sia per l'allenatore catalano che per il suo club, che potrebbe realizzare uno storico triplete.

Come ha dichiarato di recente Guardiola, la rincorsa al treble della sua squadra è "come un sogno che diventa realtà". Tuttavia, per la Premier League e i suoi partner economici, è la realizzazione di un incubo, perché nonostante i migliori sforzi di Tyler e dei suoi colleghi, gli appassionati di calcio di tutto il mondo si stanno rendendo conto che il campionato più competitivo del mondo è tutt'altro.