Fare calciomercato non è un mestiere semplice, soprattutto quando si tratta di pescare giovani talenti (o presunti tali) in bacini geografici completamente estranei rispetto a quello di appartenenza: spesso si rischia di andare incontro a veri e propri salti nel vuoto, a scommesse già perse in partenza nonostante gli ‘ingannevoli’ report positivi stilati dagli osservatori.
E’ esattamente ciò che accade agli operatori di mercato dell’Inter nell’estate 2001, ammaliati da un lungagnone dalla chioma folta e splendente, rispondente al nome di Gonzalo Sorondo Amaro: un ‘avvertimento’ contenuto nel nome completo del giocatore, non colto dall’Inter che all’epoca è alla frenetica ricerca di un sostituto di Laurent Blanc, ormai agli ultimi scampoli di una carriera vincente.
Purtroppo per l’Inter, quell’intuizione si rivelerà un fallimento totale: 12 presenze totali nella stagione 2001/2002, addirittura nessuna in quella successiva, prima dell’addio dapprima in prestito e poi definitivo, avvenuto col trasferimento al Charlton in Inghilterra. Una separazione tutt’altro che dolorosa: anzi, oseremmo dire quasi liberatoria per quel che riguarda la società nerazzurra.
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