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Golazo Bacca gfxGOAL

Golazo - Carlos Bacca e il trionfo più insolito della carriera: ha trionfato con lo Junior da infortunato

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Carlos Bacca si è messo un'altra medaglia al collo. Anche se, stavolta, non esattamente da attore protagonista. L’ex centravanti di Siviglia e Milan, in rossonero dal 2015 al 2017, ha nuovamente fatto parte del percorso vincente dello Junior di Barranquilla, la squadra che rappresenta un bel pezzo del suo cuore di tifoso e di calciatore e che si è appena ricollocata sul tetto della Colombia.

Bacca è nato lì, è cresciuto lì. Poi si è costruito un nome in Europa, ha vinto a Siviglia, ha indossato la maglia della propria Nazionale. Ma non ha dimenticato le proprie origini. Quando è tornato a Barranquilla, nel 2022, aveva una sola missione e un solo obiettivo in testa: vincere con i colori più speciali di tutti, quelli rosso, bianco e blu del Tiburón. Ci è riuscito non una, ma due volte. L’ultima proprio una decina di giorni fa.

Nel secondo trionfo l'ex rossonero non c’era, però: da tempo è infortunato, è fuori da mesi e si è perso tutta la Finalización, il campionato che in Colombia si è giocato nella seconda metà dell’anno. Ma intanto si è messo al collo un’altra medaglia, dal valore sempre particolare per uno che ha scelto proprio Barranquilla come luogo del proprio buen retiro.

  • LE LACRIME PER LA MADRE NEL 2023

    Bacca a Barranquilla ha fatto di tutto: il controllore sui bus, il pescatore. Aiutava il padre, sognava un futuro migliore grazie al calcio. E quando ha capito che il calcio gli aveva ormai dato tutto in Europa, è tornato a casa. Nel 2022 lo Junior lo ha richiamato, lui si arrabattava nel Granada con gli anni migliori ormai alle spalle e una volta scaduto il contratto con gli spagnoli ha detto sì.

    Carlos è tornato davvero, e davvero ha vinto. Come già aveva fatto nel 2010 e nel 2011. Nel 2023 ha regalato allo Junior il campionato dopo quattro anni d’astinenza, e lì sì è stato decisivo: nel girone finale con le prime classificate della stagione regolare ha segnato praticamente sempre, anche una doppietta nella finale d’andata contro l’Independiente Medellin, prima di rimanere a secco in quella di ritorno. Almeno in partita, visto che poi ha segnato uno dei rigori finali grazie ai quali il Tiburón è salito sul tetto nazionale per la decima volta nella propria storia.

    Al termine di quella partita, l’ex rossonero è scoppiato in lacrime. Sia per l’emozione della conquista, sia per il dispiacere nel non poterla dedicare alla persona che più di tutte aveva desiderato di rivederlo con la maglia dello Junior.

    "Sono arrivato allo Junior tardi perché mia madre voleva vedermi qui, nuovamente campione e goleador - si è lasciato andare in quell'occasione - Non ho realizzato il suo sogno, non ho fatto in tempo: lei è già in cielo e non mi ha visto".

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  • IL GRAVE INFORTUNIO

    Stavolta è andata diversamente. Bacca si è fatto male a giugno proprio contro l’Independiente Medellin, la stessa squadra contro cui aveva trionfato e pianto un anno e mezzo prima. Già la stagione regolare dell’Apertura, iniziata a gennaio, non era andata benissimo: appena quattro reti segnate. Con il contratto in scadenza proprio alla fine di giugno, l’ex milanista non sapeva ancora che cosa avrebbe fatto e se sarebbe ancora sceso in campo dopo l’estate.

    L’infortunio è stato insolito: Bacca si stava riscaldando prima della partita. Ha messo male un piede a terra, subito il guaio è apparso grave. Dopo la partita ha lasciato lo stadio zoppicando in maniera vistosa. E gli esami non hanno portato buone notizie: lacerazione del tendine d’Achille, con rientro in campo previsto nel 2026.

    Lo Junior è stato così costretto a rinnovare automaticamente il contratto di Bacca: una mossa resa obbligatoria proprio dall’infortunio, e che costringerà il club a tenere sotto contratto il centravanti fino alla sua completa guarigione. Ma intanto Carlos si è messo in tasca un altro titolo con la squadra del cuore: il più strano e insolito di tutti.

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  • Teofilo Gutierrez JuniorGetty Images

    TEO GUTIERREZ E LE SUE MATTANE

    Nella rosa dello Junior campione di Colombia, guidata dal 67enne uruguaiano Alfredo Arias, c’è anche il Balotelli colombiano. Di Teofilo Gutierrez, per tutti Teo, si è scritto e detto a bizzeffe. Oggi ha 40 anni, le mattane del passato se l’è lasciate alle spalle e le stagioni migliori della carriera pure, ma per la gente di Barranquilla è un idolo totale.

    L’ex attaccante tra le altre di Racing e River è cresciuto proprio nello Junior, come Bacca. In diverse occasioni ne aveva indossato la maglia prima di tornare a casa a febbraio: l’obiettivo dichiarato era quello di riportare la squadra in Libertadores, lui al suo arrivo ha detto che avrebbe voluto trionfare e alla fine così è stato. Anche se con un contributo minimo: quasi solo ingressi dalla panchina a gare in corso, nessun goal nella Finalización e neppure nel torneo finale che ha portato al titolo.

    Teo è quello che ai tempi del Racing estrasse una pistola nello spogliatoio e la puntò verso il compagno di squadra Saja (il portiere, l’ex Brescia) al culmine di una lite. Quello che si divertiva a provocare i tifosi del Boca Juniors quando giocava nel River Plate. O quello che nel 2017, sempre allo Junior, ci provava via social con la moglie di un altro compagno di squadra, il “Bufalo” Ovelar, costringendo quest’ultimo a fare le valigie e a trasferirsi ai Millonarios (di Bogotá, non di Baires). E via dicendo.

    "Quando sono tornato ho detto che avrei voluto vincere il campionato - ha raccontato dopo il trionfo - Lo dicevo scherzosamente, ma allo stesso tempo ne ero convinto. Mia moglie mi ha rimproverato, dicendomi che mi ero attirato una bella pressione. Le ho risposto di esserci abituato, di lavorare sul mio aspetto psicologico oltre a quello fisico”.

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  • LA "FALSA STELLA" DEL 2014

    Lo Junior ha conquistato il decimo titolo della propria storia nel 2023, l’undicesimo il 7 dicembre di quest’anno. E prima ancora aveva trionfato nel 2018 e nel 2019. Ma in precedenza aveva vissuto un periodo di digiuno durato sette anni, durante i quali un episodio aveva assunto contorni simbolici: la “falsa stella”. Dove per stella si intende genericamente titolo, anche se non si tratta del decimo.

    Nel maggio del 2014, il Tiburón perde la finale di ritorno ai rigori contro l’Atletico Nacional dopo essersi imposto di misura all’andata. Ma qualche giorno dopo accade l’impensabile: un account calcistico posta su Twitter la notizia che il titolo è stato revocato all’Atletico a causa di presunte irregolarità e consegnato proprio allo Junior. E tutti ci credono: migliaia di tifosi si riversano nelle strade di Barranquilla formando carovane, tra canti e clacson che suonano. Il simbolo diventano loro malgrado due sostenitori in motorino, Alexis Montero e Richard Garcia, immortalati nella loro ingenua gioia da foto e video.

    La notizia, infatti, è un fake bello e buono. Non ci vuole molto a scoprire che non ci sono irregolarità nel trionfo dell’Atletico Nacional, e che il secondo posto finale dello Junior è quindi confermato. Con i poveri Montero e Garcia che ben presto assurgono al ruolo di meme in Colombia, tirato fuori ogniqualvolta la loro squadra conquista un trofeo. Il che, negli ultimi anni, è accaduto piuttosto spesso.

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  • VALDERRAMA E LA GLORIA SFIORATA

    Non era accaduto molto spesso fino agli anni novanta, decade che per lo Junior ha ancor oggi qualcosa di speciale. Nel 1993 e nel 1995 la squadra di Barranquilla ha vinto per due volte il campionato colombiano. E in mezzo, nel 1994, si è spinta dove mai aveva osato prima d’allora e dove mai avrebbe osato neppure in seguito: fino alle semifinali della Copa Libertadores, perse ai rigori contro il Velez Sarsfield di Carlos Bianchi, poi campione del Sudamerica e pure del mondo (contro il Milan). In rosa c'era Carlos Valderrama, uno dei colombiani più iconici di sempre.

    La maledizione internazionale ha perseguitato lo Junior più di un ventennio più tardi. Nel 2017 i colombiani si sono nuovamente issati fino a una semifinale, stavolta di Sudamericana, ma l’hanno persa contro il Flamengo. E l’anno successivo eccoli addirittura in finale: di nuovo è andata male, di nuovo contro una brasiliana come l’Athletico Paranaense.

    L’ultima partecipazione alla Copa Libertadores del Tiburón di Barranquilla risale al 2024: il girone è andato bene, con un primo posto finale assieme al Botafogo poi campione, ma il cammino si è interrotto già agli ottavi per mano dei cileni del Colo Colo, guidati da Arturo Vidal.

    Nel 2026 sarà di nuovo Libertadores, direttamente dai gironi. Forse senza Teo Gutierrez, che potrebbe ritirarsi, e con il punto interrogativo Bacca, che vorrebbe rimanere a Barranquilla per qualche altro mese anche a costo di ridursi lo stipendio. Ma Carlos, intanto, il sogno di trionfare nuovamente a casa propria dopo il doppio titolo del 2010 e 2011 l’ha realizzato. Anche con le stampelle.

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