GOALOusmane Dembelé, Erling Haaland, Jude Bellingham, Jadon Sancho. Quando si citano i giovani talenti cresciuti dal BorussiaDortmund nell’ultima decade, ChristianPulisic è un nome che non si può dimenticare. Anche se ormai sono passati sette anni e mezzo da quando, nel gennaio 2016, fece il suo esordio in prima squadra quando aveva passato da poco la soglia dei 17 anni, allora considerata età minima per poter esordire in Bundesliga (oggi abbassata a 16).
A differenza degli altri sopracitati, arrivati un po’ in sordina - con l’ovvia eccezione di Haaland - l’hype che si portava dietro quel giovanissimo ragazzo statunitense sembrava impareggiabile per il talento che esprimeva e per quello che poteva rappresentare per il calcio a stelle e strisce. Un’altra dimensione: nemmeno il più ottimista dei tifosi gialloneri, per capirci, avrebbe mai immaginato di poter vedere il cognome di un proprio giocatore sulla schiena di LeBron James in una foto su Instagram da oltre due milioni di like (luglio 2018, con la maglia di Team USA). Curioso, peraltro, che il soprannome che si è guadagnato poi negli anni Pulisic sia proprio ‘LeBron’.


