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Gian Piero Gasperini RomaGetty Images

Gasperini sulle accuse di doping all'Atalanta: "Chi lo pensa offende, davamo fastidio perché abbiamo tolto a tanti"

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Gian Piero Gasperini ha parlato al Corriere dello Sport dopo i primi mesi da allenatore della Roma. Il tecnico ha toccato vari argomenti sul presente con i giallorossi ma anche tornando indietro sull'esperienza con l'Atalanta. 

Dalle ambizioni della Roma, che secondo Gasperini non è ancora pronta per giocarsi certi obiettivi in campionato alla "fortuna" in alcune vittorie in questo inizio di campionato.

Ma soprattutto l'allenatore ha affrontato l'accusa di doping che alcuni gli hanno fatto ai tempi dell'Atalanta e in generale come all'interno del calcio è stata vissuta la crescita dei nerazzurri che a parere del tecnico ha dato fastidio. 

  • "RANIERI MI HA CONTATTATO A DICEMBRE"

    Gasperini racconta i retroscena sul suo passaggio alla Roma e il ruolo di Claudio Ranieri: "Ha iniziato lui a contattarmi un bel po’ di tempo prima. Non so se fosse dicembre. Era ancora tutto nella fase embrionale. Io non sapevo cosa avrei fatto a giugno... Avevo intuito che sarebbe stato l’ultimo anno a Bergamo".

    Su cosa lo ha spinto ad accettare: "Il fatto che a Roma c’è una passione incredibile. Io credo che in questo momento, in Italia, Roma sia insieme a Napoli il posto più appassionato e appassionante. E forse Roma anche più di Napoli, perché Napoli ha vinto. Dove c’è più fame di calcio, più voglia di fare risultati, dove c’è un amore verso la propria squadra così profondo, viscerale, lo stimolo è elevatissimo".

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  • "ROMA NON DA CHAMPIONS"

    Sulla forza della Roma: "Squadra da Champions? Non lo è. Questo aumenta il merito, no? Il merito di questi ragazzi. E nel frattempo è chiaro che ci auguriamo di crescere, lo sappiamo anche noi che il nostro primato è abbastanza casuale. Le partite le abbiamo giocate però, non è che ce le ha regalate nessuno. Adesso iniziano gli scontri diretti".

    Sui 15 punti fatti in sei partite invece: "Quello non fa male. È una bella dote, devo dire che ci sono state altre squadre che hanno ribaltato o vinto partite nei minuti finali. Nella sconfitta non siamo stati fortunati, in alcune vittorie, sì. Però è una cosa abbastanza comune".

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  • "L'ATALANTA DAVA FASTIDIO"

    Per quanto riguarda il rapporto con gli arbitri e in generale il suo modo acceso di vivere il mestiere da allenatore: "Ancora con questa storia degli arbitri, degli avversari, del pubblico delle altre squadre. Credo che una città di centoventimila abitanti desse fastidio là in alto. Bergamo è sicuramente una bella provincia, ma è grande come mezza Garbatella. È come se uno di questi popolosi quartieri di Roma giocasse in Europa contro Real Madrid, Barcellona, City, Psg, inglesi, tedeschi, francesi e tutto sommato in Europa andava ancora bene perché l’apprezzamento era palpabile. In Italia invece abbiamo cominciato a dare fastidio. L’Atalanta ha tolto tanto a tanti e quindi era naturale che fosse accompagnata da antipatie diffuse".

  • "DOPING ALL'ATALANTA? CHI LO PENSA OFFENDE"

    Sulle accuse di doping Gasperini ha risposto in maniera molto dura: "Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre... Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso".

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  • "NON SOPPORTO IL VAR"

    "Non sopporto il Var che mi allontana dal calcio per come l’ho sempre inteso", ha dichiarato il tecnico, aggiungendo: "Regole che resistono da centocinquant’anni e forse più andrebbero assolutamente difese e tutelate. Siamo in un momento storico in cui nuove situazioni e singolari interpretazioni hanno creato solo confusione, il pubblico fatica a distinguere il fallo dal non fallo, un cartellino da un non cartellino".