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Cesc Fabregas ComoGetty Images

Futuro tutto da scrivere, Fabregas: “E’ tutta una questione di opportunità e timing”

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E’ uno degli allenatori emergenti del panorama calcistico europeo e, nel corso di questa stagione, sta facendo vedere di cosa è capace con una delle squadre rivelazioni della nostra Serie A: il Como.

Cesc Fabregas ha attirato le attenzioni di molti con le sue idee e con il suo modo di schierare la sua compagine e a premiare il suo lavoro ci sono soprattutto i risultati.

Il tecnico spagnolo, parlando a ‘Sky Calcio Club’, ha commentato la lotta Scudetto e spiegato qual è la sua visione del calcio.

  • “CONTE E’ UN MARTELLO”

    “Ho avuto Conte, lui è un campione e sa gestire bene tutti gli episodi. Ovviamente questo è un momento di tensione, ma ha una grandissima esperienza e la sua mentalità la conosciamo tutti. Sicuramente troverà sempre una soluzione positiva. E’ un martello, ma ti fa vincere e questo i giocatori lo sanno. E’ un campione che esige tanto, con una grande cultura del lavoro che di mette tanta voglia. Quando eravamo al Chelsea sapevamo che lui era il leader, che aveva vinto tanto con la Juventus e noi dietro di lui ci sentivamo forti. La sua metodologia era sempre uguale e questo ti dava tanta sicurezza. Il primo anno con lui abbiamo vinto il campionato e non avevamo le coppe, il secondo abbiamo vinto la FA Cup. Avevamo una grande squadra, ma prima di lui venivamo da una brutta annata”.

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  • “A NAPOLI AVREBBERO FIRMATO TUTTO QUESTO”

    “Io come allenatore non ho mai vissuto la situazione di lottare per lo Scudetto, come giocatore sì. Adesso per me è il momento della serenità, di pensare a cosa ti ha portato fin qui in stagione. Serve gestire bene i singoli e molta chiarezza e allenarsi bene. Il Napoli è un punto avanti e penso che ad inizio stagione tutti avrebbero firmato per essere in questa situazione. Per dare un po’ di tranquillità serve anche un giorno di riposo. Prendere un goal come quello contro il Genoa fa male. Sicuramente qualcuno non dormirà bene, ma da domani si riparte. Parliamo di giocatori che hanno vinto il campionato due anni fa e sanno cosa serve per vincere la Serie A”.

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  • “DELL’INTER MI PIACE TUTTO”

    “I numeri dell’Inter sono incredibili e dicono tanto della mentalità della squadra e della credibilità allenatore con la squadra. Stanno facendo molto bene, tutti sono molto coinvolti. Non è facile gestire quando giochi tre o quattro competizioni, quindi bravo Inzaghi. Oggi ci chiediamo cosa succede ai giocatori del Napoli, ma dobbiamo anche chiederci cosa succede dopo una vittoria come quella col Barcellona. A me dell’Inter piace tutto, la struttura, la costruzione. In Italia è molto difficile vincere le partite ed io studio molto l’Inter perché loro hanno un modo di attaccare uomo su uomo che è diverso dalle altre squadre. Ho imparato moltissimo dalla loro linea a tre, da come si muovono i centrocampisti. Dal punto di vista della tattica, Inzaghi sta lavorando molto bene. In Italia ti vengono a pressare alto e per un giocatore è difficile trovare soluzioni”.

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  • “IL BARCELLONA HA UNA SUA IDENTITA’”

    “In occasione di Barcellona ero allo stadio. Il goal preso dal Barça a 3’ dalla fine? Sono scelte che fanno gli allenatori. Ogni squadra ha una sua identità, anche oggi hanno subito tre goal, ma ne hanno fatti quattro. Hanno questa voglia di giocare sempre con la linea alta, poi Yamal ha preso un palo e forse parleremmo di cose diverse. Alla fine la linea è sottile, alla fine non sono in finale per un goal. Parliamo di una squadra giovanissima, l’esperienza ha favorito l’Inter. Sistemando alcune cose, tra due o tre anni vinceranno la Champions”.

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  • “CREDO IN UNO STILE DI GIOCO”

    “Noi crediamo in uno stile di gioco, non abbiamo cambiato nemmeno passando dalla Serie B alla Serie A. Io sono giovane e non ho molta esperienza, ma quando vedo la mia squadra bassa e che non è proattiva mi mangio le unghie. Ho bisogno che la mia squadra prenda metri e che pressi, questa cosa non è negoziabile”.

  • “MAGGIORE SOLIDITA’ DOPO LA JUVE”

    “Noi siamo partiti che arrivavamo dalla Serie B e ad inizio stagione eravamo praticamente una squadra di Serie B. Io avevo un ‘Piano B’ e dopo la prima giornata, quando abbiamo giocato contro la Juventus, ho capito che il livello era più alto di quello che mi aspettavo e che serviva maggiore solidità a centrocampo. Poi a fine mercato sono arrivati giocatori che ci hanno dato più stabilità”.

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  • “DIAO E’ MOLTO FORTE”

    “Diao è molto forte. E’ dall’anno scorso che chiedevo un giocatore così, capace di trovare soluzioni sugli esterni. E’ importante creare spazio, soprattutto in Italia. Lui è forte ad attaccare la profondità ed è quello che ci mancava”.

  • “BISOGNA ADATTARSI AI CALCIATORI”

    “Una cosa sono i principi, ma se poi le cose non vanno bene devi cambiare, poi ti devi adattare ai giocatori e li devi migliorare. Con i giocatori che abbiamo preso a gennaio posso preparare la partita come vorrei. Sono più adatti al palleggio. Bisogna dare ai giocatori la soluzioni in base a ciò che fa l’avversario, poi se Nico Paz vede una giocata migliore di quella che vedo io, lo lascio fare”.

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  • “IL FUTURO? CONTANO LE OPPORTUNITA’”

    “L’Italia per me è stata un’opportunità. Ero a fine carriera e il Como di ha dato l’occasione di chiudere la carriera e di fare il patentino. Passare alla Primavera alla prima squadra è successo molto in fretta. Milan o Bayer Leverkusen? Penso solo a lavorare, sono all’inizio della mia carriera e c’è tanto da fare ancora. Ho una squadra giovane che mi segue, è una fortuna. La vita è fatta di opportunità e di timing. Io sognavo di giocare col Barcellona, ma quando ci sono arrivato il timing non era il migliore. La Serie A mi sta insegnando tanto, perché sto vedendo cose che non avevo mai visto e che mi stanno facendo crescere tanto”.

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