Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 2022 ed è stato ora aggiornato in modo approfondito.
C'era più di un semplice sentore di sensazionale nell'aria quando, nel gennaio 2013, al Liberty Stadium la fine della gara fra lo Swansea City e il Chelsea campione d'Europa. Era la semifinale di ritorno della Coppa di Lega inglese: i gallesi che avevano vinto per 2-0 a Stamford Bridge e, in virtù dello 0-0 che stava maturando al ritorno, la qualificazione era a un passo.
Il tempo a disposizione dei londinesi era sempre meno quando, al 79° minuto, la palla uscì per una rimessa dal fondo. Eden Hazard, all'epoca superstar con la maglia dei londinesi, ma ormai non più in attività, rincorse la palla per non perdere tempo. Ma, poco dopo, le immagini televisive mostrarono un raccattapalle contorto a terra dal dolore e al belga fu sventolato in faccia il cartellino rosso.
Fu subito chiaro: Hazard aveva dato un calcio allo stomaco al ragazzo e l'espulsione fu motivata con il reato di aggressione. Il diciassettenne si era gettato sulla palla per guadagnare tempo, venendo colpito dal talento ex Lille.





