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Como 1907 v FC Internazionale - Serie AGetty Images Sport

Il messaggio di Fabregas all'Inter: "Non voglio un progetto di due anni e poi basta, credo molto nel progetto Como"

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Il pressing dell’Inter per portare Cesc Fabregas sulla panchina nerazzurra ha ricevuto una risposta chiara e definitiva. Il tecnico del Como ha detto “no”, ribadendo il suo impegno per il progetto del club lariano.

A confermarlo è stato il presidente del Como, Mirwan Suwarso, durante il festival SxSw di Londra, a cui ha partecipato lo stesso Fabregas.

“Abbiamo avuto diversi club che ce lo hanno richiesto, ma la nostra posizione rimane la stessa: vogliamo continuare a crescere e lavorare insieme. E restiamo così. Questa è la storia”.

Suwarso ha spiegato che diversi club hanno manifestato interesse per l’ex centrocampista del Barcellona, ma il Como non ha intenzione di privarsene.

“Ho iniziato con questo club perché pensavo a un progetto a lungo termine. Non voglio finire la mia carriera in un club dove c’è un progetto per uno o due anni, e poi termina tutto. Credo molto nel progetto a lungo termine del Como, sono arrivato qui da giocatore e sono molto, molto felice perché qui posso lavorare nel modo che voglio”.

Il tecnico catalano, primo nome sulla lista dell’Inter per il dopo Inzaghi, ha rilanciato pubblicamente la sua fedeltà al Como e al progetto intrapreso.

  • IL PROGETTO COMO

    Fabregas ha sottolineato l’identificazione con l’ambiente lariano e la visione condivisa con la dirigenza:

    “Abbiamo gli stessi obiettivi e la stessa ambizione. Il presidente mi permette di lavorare come voglio, nel modo in cui vedo le cose. Fortunatamente condividiamo la stessa visione, lo stesso obiettivo, che è arrivare il più in alto possibile. Insieme siamo diventati davvero una buona squadra, in una piccola città, in un piccolo club — perché siamo ancora un piccolo club — ma con grandi, grandissime ambizioni per il futuro”.

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  • LA FILOSOFIA DI FABREGAS

    La decisione di rifiutare un club come l’Inter si inserisce perfettamente nella visione del calcio che Fabregas ha costruito a Como. “

    Serve sempre un processo, che a Como puoi fare. Nei top team è molto difficile perché lì i club e i tifosi vogliono vincere subito. Certo, anche io penso a vincere. Ma anche, o forse soprattutto, a come voglio perdere. Non rinuncio mai ai miei principi. Se devo perdere, perdo con la mia idea, con il mio stile, con il mio modello, con le mie convinzioni. Odio — ed è successo — quando ho preso una decisione un po' più difensiva, che non sentivo mia. Abbiamo perso quella partita, e sono tornato a casa distrutto. Mi sono detto: ‘Mai più, mai più’. Preferisco perdere 3-0, ma almeno ci abbiamo provato con le nostre idee, con la nostra identità, con chi siamo: Como, 1907. Questo è ciò che conta davvero”.

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  • AMBIZIONE E CRESCITA

    Nonostante il club sia ancora in fase di sviluppo, Fabregas crede nella crescita strutturale e tecnica del Como, anche grazie al coinvolgimento dei giocatori più giovani.

    “Ho la mentalità di vincere ogni giorno, in ogni sessione di allenamento. Abbiamo una squadra giovanissima, ma sono come spugne, mi seguono, credono nel progetto. All’inizio, la squadra aveva dei limiti rispetto alla mia filosofia e ho dovuto adattarmi. Ma pian piano siamo diventati grandi. Perché bisogna sempre essere i numeri uno. Arrivare secondi non serve”.

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  • IL MODELLO

    Fabregas ha ripercorso i suoi primi mesi al Como, sottolineando quanto sia stato profondo il cambiamento:

    “Fondamentalmente siamo partiti da zero. Non c’era nemmeno un campo di allenamento. Non c’era nulla. Anche quando sono arrivato, due o tre anni fa, come giocatore, mi dicevano il lunedì sera: ‘Ehi, domani ci alleniamo qui.’ Il martedì sera non cenavo con i miei figli, perché poi dicevano: ‘Ehi, mercoledì ci alleniamo lì.’ Il cambiamento è stato enorme. E per questo motivo, direi che sì, stiamo migliorando come club. Abbiamo idee molto più chiare, e anche in campo, un'identità precisa”.

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  • “QUESTO È IL MIO COMO”

    Nel suo intervento, Fabregas ha anche espresso la propria visione tecnica, lontana dal rigido affidamento ai dati:

    “Non credo molto ai dati, credo più all’istinto. I dati non dicono tutto, vedi gli errori o le reazioni emotive dei calciatori. Poi, si gioca a calcio, con libertà. Tutto ciò che facciamo in allenamento ha uno scopo. Non c’è un solo esercizio che non serva alla crescita. Sempre con una visione chiara di ciò che vogliamo fare. Un modello chiaro, uno schema chiaro. Questo è il mio Como”.

  • IL PRESIDENTE BLINDA FABREGAS

    Il messaggio di chiusura è arrivato anche attraverso i social. Suwarso ha pubblicato una storia su Instagram con un video allegorico: un rinoceronte tenta di caricare un gruppo di persone, ma un ranger riesce a fermarlo con calma. Sopra la scena, la scritta: “Un’altra volta”.

    Per i tifosi del Como, il significato è evidente: dopo aver respinto le avances di Bayer Leverkusen e Roma, ora anche l’Inter viene fermata. Una metafora della resistenza del club a ogni tentativo di strappare via il suo allenatore.

    Infine, le parole definitive:

    “Il nostro percorso è lungo, sarà per più stagioni e ruota attorno a Cesc Fabregas, che non lascerà il club”.

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  • L'INTER ATTENDE L'OK DEL COMO

    Secondo quanto riferito da Sky Sport, l’Inter sta valutando con attenzione la situazione legata a Cesc Fabregas. Il direttore sportivo Piero Ausilio si trova a Londra per motivi di calciomercato, e attende novità per quanto riguarda l’allenatore del Como.

    I rapporti tra i due club sono ottimi, un elemento che potrebbe facilitare l’operazione. Il presidente Beppe Marotta ha già mosso un primo passo ufficiale, chiedendo al Como l’autorizzazione per poter parlare direttamente con Fabregas.

    Solo nel caso in cui tale consenso venga accordato, il club nerazzurro procederà con una mossa concreta per portare il tecnico spagnolo a Milano.

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