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Christian Eriksen Inter 2019-20Getty Images

Eriksen all'Inter: un saliscendi di emozioni prima dell'addio obbligato

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A volte basta davvero poco per entrare nel cuore dei tifosi: una giocata, un goal, un’esultanza con bacio sullo stemma a testimoniare il forte attaccamento alla causa. Christian Eriksen non ha avuto bisogno di nulla di trascendentale per conquistare, a pieno titolo, un posto speciale nei ricordi dell’Inter: bastava e avanzava la presenza regale in campo, la classe sprigionata ad ogni cambio di gioco.

L’unico rammarico del popolo nerazzurro, semmai, è relativo al non aver avuto la possibilità di godersi il danese più a lungo: un rapporto interrotto all’improvviso da un infarto che ha reso impossibile la prosecuzione della permanenza a Milano, in virtù di norme stringenti che non permettono di scendere in campo con un defibrillatore sottocutaneo.

I più saggi, però, sono soliti ammettere che l’importante non è la destinazione finale ma il viaggio stesso, le emozioni vissute durante un percorso che nel caso di Eriksen non sempre è stato benevolo: alla fine, nonostante un addio forzato, si può comunque parlare in termini positivi di un’esperienza che avrebbe avuto sicuramente ancora tanto da raccontare agli esteti del calcio.

  • L’INGAGGIO DAL TOTTENHAM E LA PRESENTAZIONE ALLA SCALA DI MILANO

    A gennaio 2020 l’Inter di Antonio Conte è alla ricerca di un colpo in grado di far compiere il definitivo salto di qualità alla rosa, senza disdegnare l’aspetto offensivo: il mirino di Marotta e Ausilio si sposta su Eriksen, in scadenza a giugno dello stesso anno col Tottenham proprietario del cartellino.

    Gli ‘Spurs’ allenati da José Mourinho in un primo momento sono restii a cederlo e le tentano tutte pur di raggiungere l’accordo per il rinnovo: Eriksen però la sua decisione l’ha già presa e, come emerso dalla serie ‘All or Nothing’ dedicata al club londinese, è il primo a considerare l’Inter un ottimo club e meritevole di tutte le attenzioni.

    Alla fine il Tottenham è costretto a prendere atto della volontà del giocatore, consapevole che questa è anche l’unica occasione per racimolare qualcosa dal suo addio: l’Inter versa nelle casse inglesi 27 milioni di euro e a Eriksen concede un accordo fino al 30 giugno 2024 con stipendio pari a 7,5 milioni più bonus.

    L’annuncio ufficiale arriva il 28 gennaio e, ad impressionare, è la location scelta per la circostanza: Eriksen appare, elegantissimo, all’interno del Teatro alla Scala di Milano, l’omaggio più appropriato per veicolare un messaggio di classe e regalità, qualità che si addicono in tutto e per tutto al danese.

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  • CONTE E ‘L’EQUIVOCO TATTICO’: TREQUARTISTA O MEZZALA?

    Fin da subito, Conte cuce un nuovo abito alla sua Inter pur di inserire Eriksen nell’undici di partenza: dal 3-5-2 si passa al 3-4-1-2 e alla novità del ruolo di rifinitore alle spalle del duo Lukaku-Lautaro. Una mossa obbligata secondo il tecnico salentino, che fin dal principio difende la sua posizione.

    Secondo Conte, infatti, arretrare il raggio d’azione di Eriksen non sarebbe l’ideale: sulla trequarti, invece, ci sono più opportunità per sprigionare quelle doti balistiche che lo hanno reso famoso agli occhi del mondo, che però a Milano faticano ad emergere con una certa continuità.

    Eriksen segna il primo goal in nerazzurro il 20 febbraio in Bulgaria sul campo del Ludogorets nell’andata dei sedicesimi d’Europa League, ma l’impressione è che l’Inter si sia snaturata dopo il cambio tattico. Il danese brilla a intermittenza e la pausa obbligata determinata dall’emergenza pandemica gli offre la chance di rimettere a posto le idee.

    Al rientro, il 13 giugno, segna da calcio d’angolo la rete del vantaggio al Napoli nel ritorno della semifinale di Coppa Italia, ma l’1-1 definitivo di Mertens spedisce i partenopei all’ultimo atto, poi vinto ai calci di rigore contro la Juventus.

    Il 1° luglio va a segno da subentrato nel pesante 6-0 inflitto al Brescia a San Siro, ma la titolarità non è più scontata: Eriksen parte spesso e volentieri dalla panchina, come il 24 dello stesso mese, quando gli bastano pochi secondi per mettere a referto il 2-0 sul Getafe in Europa League.

    La stagione dell’Inter si conclude con due secondi posti: se quello in campionato è meno amaro, la stessa cosa non può dirsi per la campagna europea, terminata con un k.o. per 3-2 nella finalissima di Colonia al cospetto del Siviglia. Eriksen gioca soltanto il quarto d’ora finale subentrando a Gagliardini.

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  • Christian Eriksen InterGetty Images

    LE PANCHINE IN SUCCESSIONE E LA SVOLTA NEL DERBY DI COPPA ITALIA

    Il primo bilancio dell’Eriksen interista è così agrodolce, ma – almeno nella fase iniziale della stagione 2020/2021 – la convinzione di Conte resta immutata: sì ad un impiego sulla trequarti, no ad uno schieramento in mezzo al campo. Il 3-4-1-2 rimane un punto fermo, indebolito dai risultati che non sorridono ad Handanovic e compagni.

    Per Eriksen comincia dunque un periodo duro a livello personale, contraddistinto da esclusioni in serie che non possono renderlo felice. Gli unici momenti degni di nota glieli regala la nazionale danese, dove è la stella indiscussa a differenza di quanto accade in Italia.

    “Sono felice di tornare in nazionale – dichiara dopo aver realizzato un rigore a Wembley contro l’Inghilterra – perché qui mi fanno giocare. Come tutti sanno ora non è più come prima e rispetto al Tottenham gioco di meno, ma per me niente è cambiato. Quando vengo in nazionale sono entusiasta, non importa da quale club.

    Una frecciata bella e buona a Conte, un chiaro riferimento ad un rapporto con l’allenatore che stenta a decollare. D’altronde non si contano gli ingressi in campo collezionati nei minuti conclusivi, anche quando il risultato è ormai irrecuperabile: celebre è il muso lungo di Eriksen al minuto 86 di Inter-Real Madrid, quando il risultato di 0-2 è una sentenza in favore dei ‘Blancos’.

    L’Inter nel frattempo viene eliminata dalla Champions e deve abbandonare addirittura l’ipotesi di una discesa in Europa League in virtù del quarto posto nel girone: l’avventura italiana di Eriksen sembra essere giunta ai titoli di coda e lo scenario di una cessione nel mercato invernale appare fondata.

    Proprio quando tutto sembra scritto, è – ironia della sorte – un altro ingresso nel finale a cambiare la storia tra il fantasista e l’Inter: il 26 gennaio 2021 i nerazzurri e il Milan si giocano la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia e il punteggio sembra non volersi schiodare dall’1-1.

    Con i tempi supplementari all’orizzonte, all’88’ Eriksen entra sul prato verde e, nove minuti più tardi nel maxi recupero, l’Inter può godere di una punizione dal limite. Sul pallone, manco a dirlo, si presenta il danese, forte di statistiche al top in carriera sulle palle inattive.

    San Siro trattiene il fiato e, quando il pallone entra in rete alle spalle di un immobile Tatarusanu, può liberare un’esultanza trattenuta per troppo tempo: Eriksen viene festeggiato come un eroe e sul suo viso appare una smorfia simile ad un sorriso. La scintilla tanto attesa è finalmente arrivata.

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  • ERIKSEN A CENTROCAMPO: L’INTER VOLA VERSO LO SCUDETTO

    Da quel momento la strada si fa in netta discesa, con Conte che fa un passo indietro sul piano tattico: Eriksen non solo può fare la mezzala, ma è anche uno dei migliori interpreti di un ruolo cruciale per le sorti del 3-5-2 tanto caro al tecnico.

    L’Inter vince tutte le prime undici partite del girone di ritorno e alle sue spalle fa il vuoto, ma il primo goal stagionale di Eriksen in campionato si registra proprio nel match che segna l’interruzione della striscia positiva, peraltro decisivo per l’1-1 finale al ‘Maradona’ di Napoli.

    E’ di Eriksen anche il tiro che sblocca l’impasse in quel di Crotone il 1° maggio, alla vigilia del giorno che cuce di fatto lo Scudetto sulle maglie dell’Inter grazie all’1-1 tra Sassuolo e Atalanta, che consegna aritmeticamente il titolo ai meneghini.

    Il cerchio si chiude infine il 23 maggio, col 5-1 rifilato all’Udinese che cala il sipario sulla stagione: Eriksen regala un’altra perla con una punizione che buca la barriera friulana al tramonto del primo tempo, l’ultima del suo soggiorno a Milano. Anche se lui e il mondo Inter ancora non lo sanno.

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  • Cristian Eriksen Denmark Finland Euro 2020Getty Images

    L’ATTACCO CARDIACO E L’ADDIO FORZATO

    Eriksen è uno dei punti di forza della Danimarca che si presenta ai nastri di partenza di Euro 2020 (posticipato di un anno a causa dell’avvento del Covid-19) nel ruolo di outsider, che può dire la sua nell’ottica di una vittoria finale.

    Effettivamente il sogno degli scandinavi si interrompe soltanto in semifinale per mano dell’Inghilterra, ma l’inizio è decisamente in salita e traumatico dal punto di vista emozionale.

    Il 12 giugno la Danimarca gioca contro la Finlandia, all’esordio assoluto in una competizione internazionale: Pohjanpalo regala uno storico successo ai debuttanti, ma l’attenzione è catturata interamente da ciò che accade al 42’ del primo tempo, quando Eriksen si accascia al suolo.

    A coglierlo è un improvviso attacco cardiaco e commovente è il cordone umano a protezione della privacy formato dai suoi compagni con in testa Kjaer, che salva la vita ad Eriksen impedendogli di strozzarsi con la lingua. Gli europei del centrocampista dell’Inter sono già finiti ma, la notizia più importante, è quella di uno stato di coscienza che lo rende fuori pericolo dopo qualche ora trascorsa sotto stretta osservazione in ospedale a Copenhagen.

    I tifosi nerazzurri possono tirare un sospiro di sollievo ma, in cuor loro, già sanno che Eriksen non potrà più indossare la loro amata maglia in caso di ritorno all’attività agonistica. Il sentore si trasforma in certezza il 18 giugno, quando al giocatore viene impiantato un defibrillatore sottocutaneo, dettaglio che in Italia è considerato determinante ai fini del mancato rilascio dell’idoneità sportiva.

    L’addio di Eriksen all’Inter – che nel frattempo ha ingaggiato Calhanoglu a parametro zero – ha i crismi dell’ufficialità il 17 dicembre 2021: dopo il responso negativo dell'Istituto di Medicina dello Sport del CONI, la società lombarda annuncia la risoluzione del contratto.

    “FC Internazionale Milano comunica di aver trovato un accordo per la rescissione consensuale del contratto di Christian Eriksen. Il Club e tutta la famiglia nerazzurra abbracciano il calciatore e gli augurano il meglio per il suo futuro.

    Anche se oggi le strade dell'Inter e di Christian si separano, resterà un legame forte e indissolubile. I momenti più belli, i gol e le vittorie, l'abbraccio dei tifosi fuori da San Siro nel celebrare lo Scudetto: tutto resterà sempre fissato nella storia nerazzurra”.

    L’epilogo atteso che diventa realtà, così come il ritorno in campo di Eriksen che si accasa per la seconda parte di stagione al Brentford in Inghilterra, dopo le norme per l’ottenimento dell’idoneità sono meno stringenti rispetto a quelle italiane. Pochi mesi propedeutici alla firma col Manchester United, tappa attuale di una carriera che, purtroppo per chi ama il calcio nella forma più pura, non potrà più avere un altro capitolo italiano.

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