Il 3 settembre 1989 in un tragico incidente perdeva la vita Gaetano Scirea. Una leggenda del calcio italiano, un uomo profondamente rispettato dagli avversari, il che sottolinea lo spessore in campo e fuori del 6 dei 6. Stesso numero sfoggiato con fierezza da Danilo, l’attuale capitano della Juventus, l’uomo che apre le danze a Empoli.
Nel primo tempo a regnare è tutto fuorché lo spettacolo. Padroni di casa che – pur con i propri limiti – tentano di votare il partito della qualità. Ospiti al piccolo trotto, avanti grazie alla fisicità di Danilo, alle prese con un rigore fallito malamente da Vlahovic.
Morale della favola: in termini di idee e proposta calcistica, passi indietro rispetto al pre season e all’esordio stagionale in campionato offerto contro l’Udinese. La sensazione, e forse qualcosina in più, è che la Juve possa e debba fare decisamente meglio in termini di produzione offensiva. Un po’ troppo estemporanea nel lato A del Castellani.
Nella ripresa, al di là di qualche tentativo pregevole di Fazzini e Caputo, è Chiesa a sfiorare la rete con un’azione ben costruita ma non ottimizzata a dovere.
Pogba, subentrato, trova la rete: annullata per fuorigioco di Vlahovic in occasione della sponda. Morale della favola? La chiude Chiesa che, questa volta, non fallisce l’appuntamento con la rete. Traversa di Milik, palo esterno di Kean, gran giocata di Destro.




