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Dzeko Lukaku InterGetty Images

Dzeko, Lukaku e la finale di Champions con l'Inter: "Entri e fai la differenza, se riesci..."

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A più di un anno la ferita della finale di Champions League persa dall'Inter contro il Manchester City non è ancora rimarginata.

Almeno per Edin Dzeko, che intervistato da 'La Gazzetta dello Sport' torna su quella partita e sull'iniziale esclusione di Romelu Lukaku.

Una scelta quella di Simone Inzaghi che fece molto discutere ma che il bosniaco difende, lanciando una frecciata nei confronti dell'ex compagno, oggi al Napoli.

  • LUKAKU E LA FINALE DI CHAMPIONS

    "Mah, tutti possono parlare... Però io dico: secondo voi un allenatore mette in campo un giocatore che è meno forte di quello che va in panchina? E poi lo fa nella finale di Champions?Io ero tranquillo, sapevo cosa potevo dare all’Inter. Certo, alla fine Lukaku sarà stato dispiaciuto di non partire titolare, è normale.Però poi entri e fai la differenza, se riesci: anche lui ha avuto 30 minuti a disposizione, è entrato sullo 0-0 e poi...", ricorda Dzeko.

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  • L'ADDIO ALL'INTER

    L'attaccante, oggi protagonista in Turchia, non ha ancora digerito del tutto neppure l'addio all'Inter: "Se scelsero così, vuol dire che erano d’accordo tutti, allenatore e dirigenti.A me è sembrata una decisione strana, perché un giocatore che è stato titolare in tutte le partite importanti, compresa la finale di Champions, potevi tenerlo a zero e avere quattro punte in rosa.Mi sembrò molto strano, ecco.Poi col tempo l’ho capito e l’ho rispettato, anche perché all’Inter mi hanno trattato benissimo. Sono stati due anni importanti, certo quella Champions...".

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  • IL RIMPIANTO

    Dzeko confessa di ripensare spesso alla finale contro il Manchester City: "Certo. È un grande rimpianto. Ogni tanto su Instagram mi appare l’azione del goal del City, io scrollo subito, non riesco a guardare. Vedendo quella partita, intendo dire vivendola da dentro, ho avuto forte la sensazione che avremmo potuto farcela. Ed è questo che mi lascia un senso di amarezza".

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  • IL RAPPORTO CON INZAGHI E LAUTARO

    Il bosniaco spende infine parole al miele per Simone Inzaghi: "Ogni anno vince qualcosa... Sa cosa? Sa coinvolgere tutti nel progetto, anche chi non è titolare. Non è semplice, specie in spogliatoi con grandi campioni. Tutti o quasi gli vogliono bene.

    Scudetto? Io spero l’Inter, è ancora la migliore, anche se quest’anno i miei ex compagni stanno dando maggiore attenzione alla Champions. E poi il Napoli è già entrato nella “modalità Conte”: lui porta sempre tutti al massimo delle possibilità. Sì, ci siamo sfiorati diverse volte: è stato un peccato non essere stato allenato da lui".

    E sulla possibilità che Lautaro Martinez vinca il Pallone d'Oro sottolinea: "Sì. È stato decisivo per lo scudetto, decisivo per la Coppa America, è giusto che sia tra i candidati. Io e Lauti abbiamo un ottimo rapporto, ancora oggi lo sento. Dopo il mio addio è diventato capocannoniere, forse un po’ di mio gliel’ho lasciato. La verità è che i giocatori forti in campo si capiscono subito. E per entrambi, è stato facilissimo intendersi. Dunque...".

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