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La seconda giornata di Serie A ha già fornito molti spunti di discussione.Dybala resta alla Roma: è un bene o un male? 6 goal e 6 punti: per la Juventus è vera gloria? Fonseca già in bilico: il Milan deve pensare ad un sostituto?Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Alessandro De Felice, Lelio Donato e Antonio Torrisi nel nostro 3x3.<script type="application/json" data-placement="fcplayer-semantic">{"type":"fcplayer-semantic","data":{"embedCode":"//cdn.fcp.codes/embed-code-template/embed-code-template.js#SEMANTIC_57669939-50bf-448a-a9cb-041fd4cc28d3"}}</script>

Dybala resta: è un bene o un male? 6 goal e 6 punti: per la Juve è vera gloria? Il Milan deve pensare al sostituto di Fonseca? Il 3x3 di GOAL

DYBALA RESTA ALLA ROMA: UN BENE O UN MALE?

"I giocatori forti sono (quasi) sempre un bene, ma questa volta la permanenza di Dybala alla Roma non sembra aver fatto felici proprio tutti. Alla gioia dei tifosi fanno da contraltare le parole di De Rossi, che tra le righe ha sottolineato come il rifiuto della Joya abbia cambiato i piani del club sul mercato. “Avevamo le idee chiare, ora ci siamo resettati”. Parole chiare. Il progetto della Roma appare evidente: prendere Soulé per accendere la piazza prima del boccone amaro con la cessione di Dybala. Una scelta legata alla futuribilità e all’ingaggio alto della Joya. Il no di Paulo all’Al Qadsiah ha però sconvolto i piani, cambiando lo scenario sia dal punto di vista economico e del mercato che tattico. La partita contro l’Empoli ha confermato il chiaro equivoco tattico tra Dybala e Soulé, due giocatori con caratteristiche simili e che amano muoversi nelle stesse zone di campo. Un problema non da poco che De Rossi dovrà risolvere, mentre per i Friedkin e Ghisolfi tornano a sorpresa in auge questioni legate al monte ingaggio e al tesoretto da poter reinvestire per rinforzare altre zone di campo".

Alessandro De Felice: "Un grande problema per club e De Rossi"

Discutere tecnicamente un giocatore come Dybala è impossibile, motivo per cui la sua permanenza dovrebbe essere una buonissima notizia per la Roma.Allo stesso tempo è innegabile come il nuovo acquisto Soulè, per caratteristiche e zone di campo preferite, sia sostanzialmente un doppione della Joya. E la partita contro l'Empoli ne è stata la conferma. Toccherà adesso a De Rossi, quindi, trovare il modo di farli convivere.Inoltre l'eventuale addio di Dybala sarebbe stato un toccasana dal punto di vista economico per la società e avrebbe liberato ulteriori risorse per regalare a De Rossi altri rinforzi. A partire da un esterno sinistro di livello, espressamente richiesto dal tecnico.

Lelio Donato: "La sua cessione avrebbe aiutato De Rossi"

Bella la reazione sui social, bella l’accoglienza dell’Olimpico, bello tutto: poi, come per tutto nel calcio, anche per la storia di Paulo Dybala è arrivato il campo. Coi soliti e noti problemi.Con una Roma che fatica a riprendere il percorso intrapreso nella passata stagione e che sembra aver smarrito la strada (almeno in partenza) e con un Daniele De Rossi che potrebbe essere finito nel più classico dei vortici intrisi d’emozione, d’inizio campionato. Ah, DDR: il figlio della città che deve convivere, adesso, con un altro peso sulle spalle. La permanenza della “Joya”.Schematicamente: un bene, dal punto di vista tecnico. Un male, potenziale, da quello emotivo. Catalizzatore del gioco e delle ambizioni di una piazza che potrebbe aver perso il focus della “rincorsa collettiva” che tanto bene ha prodotto dall’arrivo di De Rossi in panchina. In questo senso, per una Roma che slegandosi dall’icona di José Mourinho era riuscita a rinascere come gruppo, l’elezione a “leader tecnico, spirituale” di uno tra i giocatori può rappresentare un passo indietro. Forse, più semplicemente, non si sentiva il bisogno di un nuovo idolo.

Antonio Torrisi: “Bello tutto, ma la Roma non aveva bisogno di un nuovo idolo”

6 GOAL E 6 PUNTI: PER LA JUVE È VERA GLORIA?

Le vittorie agevoli contro Como e Verona hanno mostrato una Juventus tutta nuova non solo nei risultati ma nel modo di ottenerli. Thiago Motta ha portato un cambiamento totale rispetto al passato, appoggiato dalle scelte sul mercato e da una campagna faraonica con numeri acquisti a cifre importanti. La fortuna aiuta gli audaci e le scelte Mbangula e Savona sono state premiate con gol e prestazioni. La squadra bianconera ‘rischia’ la giocata e mostra i primi cenni di ‘Mottismo’ e della filosofia di calcio dell’ex tecnico del Bologna, ma contro la Roma arriverà il primo vero test probante. La rivoluzione in atto dovrà necessariamente portare la Juventus a lottare per lo Scudetto e per lottare contro questa Inter servirà una crescita importante rispetto alla passata stagione. I primi segnali sono molto positivi, il mercato sta portando innesti di assoluto livello: toccherà a Thiago Motta unire tutti gli elementi e creare il mix perfetto. Già dalla Roma capiremo se è sulla strada giusta o se le prime uscite sono state indicative oppure no.

Alessandro De Felice: "Primi cenni di Mottismo, ma servono test veri"

Le due vittorie sono arrivate contro Como e Verona, vero. Com'è vero che nelle ultime stagioni la Juventus faceva fatica a battere chiunque e prima della notte al 'Bentegodi' non vinceva una partita in trasferta addirittura da più di sette mesi.Piano con i facili trionfalismi, dunque, perché seppure si tratti già di partite ufficiali parliamo ancora di calcio d'agosto. Allo stesso tempo è innegabile che i bianconeri abbiano mostrato un gioco piacevole e una solidità difensiva notevole. Cose che dalle parti della Continassa non si vedevano da tempo.Il tutto, peraltro, schierando tantissimi giovani e senza poter di fatto contare sugli acquisti di Giuntoli. Se il buongiorno si vede dal mattino, la strada sembra quella giusta. Sembra, appunto.

Lelio Donato: "Avversari deboli, ma sembra una Juve diversa"

Nessuno, ancora, alla seconda giornata di campionato è riuscito a vincere uno Scudetto. Calmi. “Adelante con juicio”, ma con la lucidità che serve per non rischiare di passare da “Thiagone” come richiamo a “Stregone” all’esatto contrario nel giro di poche settimane, sui social, se le cose non dovessero andar bene.Bisogna dare il tempo alla Juventus di essere e diventare quel che è già in potenza (e le premesse, bisogna essere sinceri, son promettenti), ma anche di metabolizzare una realtà dei fatti che dice che i bianconeri hanno vinto contro Como e Verona.E qui qualcuno potrebbe dire: “Passi il Como, ma il Verona ha battuto il Napoli”. Non funziona proprio così. E lo sappiamo. Perché la buona sensazione non nasconde pericoli: le parole di Dusan Vlahovic su tutti. Quelle sul bel gioco, s’intende. Chiudere col passato è un bene, sempre, figuriamoci in un calcio che viaggia a velocità supersoniche: farlo così, gratuitamente, alla seconda giornata, è un rischio. Per tutte le componenti.

Antonio Torrisi: "Nessuno alla seconda giornata ha vinto lo Scudetto, neanche la Juventus”

FONSECA GIÀ IN DISCUSSIONE: IL MILAN DEVE PENSARE A UN SOSTITUTO?

Al netto delle parole di facciata, il dietrofront su Lopetegui ha chiarito che Paulo Fonseca non era esattamente la prima scelta del Milan per il dopo Pioli. Il tecnico portoghese ha certamente tutte le carte in regola per sedersi sulla panchina del club rossonero per esperienza e idee, ma forse al Milan in questo momento serviva più un ‘sergente di ferro’ alla Conte che uno come l’ex Roma e Lille. Le scelte sul mercato non lo stano aiutando, con la necessità evidente di un centravanti puro, ma le risposte della squadra sono preoccupanti. La fase difensiva mostra gravissime lacune, mentre è l’atteggiamento a dover far scattare il campanello d’allarme. A poche settimane dalla scelta, difficilmente la società sbugiarderà la decisione di affidarsi a Fonseca, ma i segnali sono quelli di una squadra distante dal suo tecnico. E l’ipotesi Allegri sarebbe tutt’altro che un azzardo, libri contabili e bilancio a parte…

Alessandro De Felice: "La società non sbugiarda la scelta, ma servirebbe Allegri"

Mettere in discussione una scelta fatta solo qualche settimana fa con (apparente?) convinzione non rientra nella logica delle cose. Ma nel mondo del calcio, si sa, spesso non comanda la logica.Di certo l'inizio di Fonseca è andato oltre ogni pessimistica previsione, così come i risultati delle prestigiose amichevoli estive erano stati accolti con eccessivo entusiasmo. Ma qual è il vero Milan? Per vederlo occorre ancora tempo, anche perché i rossoneri in estate hanno cambiato tanto e di fatto non hanno fin qui avuto a disposizione Alvaro Morata. E non lo avranno neppure contro la Lazio.Al Milan, insomma, per il momento non resta che concedere fiducia a Fonseca. Almeno fino alla pausa di ottobre quando, senza un'inversione di tendenza, la panchina del portoghese potrebbe seriamente traballare. Perché sì, questo Milan è troppo brutto per essere vero. O no?

Lelio Donato: "Mettere in discussione Fonseca sarebbe illogico"

Troppo brutto. Tutto. Brutto l’approccio, brutta la reazione, brutte le prestazioni dei singoli e brutto il sentimento di scoramento che si respira all’interno di un ambiente che aveva fatto presto ad archiviare Stefano Pioli, saturo più che ingrato (l’abbraccio finale di San Siro ha effettivamente tributato il giusto riconoscimento a un allenatore che ha significato tanto per il Milan), e che adesso, in parte, si trova quasi a rimpiangerlo.&nbsp;Veniamo al punto: che Paulo Fonseca fosse una scelta rischiosa lo sapeva anche chi segue distrattamente il calcio. Per lui vale quanto si è detto per Thiago Motta e gli altri: alla seconda giornata il campionato non è ancora finito. Gli aspetti negativi, però, non possono essere trascurati.Questo Milan prima che una quadra avrebbe bisogno di un’anima, che non ha: non sembrano avercela neanche i “vecchi” (pur non d’età), i “senatori”, Rafael Leao e Theo Hernandez. Nella reazione, i rossoneri si sono scoperti fragili: non basta fare un mercato Top per creare una squadra, se non di nome e nell’apparenza.Ibrahimovic può dire di essere al sesto giorno quanto vuole: al settimo, di riposo, deve pensare che alle ambizioni sbandierate a destra e sinistra devono seguire i fatti. Anche senza Paulo Fonseca.

Antonio Torrisi: “Il Milan non ha un’anima: e forse neanche un allenatore adatto alle ambizioni”

Dybala resta: è un bene o un male? 6 goal e 6 punti: per la Juve è vera gloria? Il Milan deve pensare al sostituto di Fonseca? Il 3x3 di GOAL | Goal.com Italia

Tre domande a tre giornalisti di GOAL dopo la seconda giornata del campionato di Serie A.