Il 2 luglio 2018 Giuseppe Marotta non è ancora l’amministratore delegato per l’area sport dell’Inter (lo sarebbe diventato pochi mesi più tardi), ma evidentemente il suo ‘influsso’ sulle strategie di mercato si fa già sentire: quel giorno, la società nerazzurra annuncia l’ingaggio a parametro zero di Asamoah, reduce da sei stagioni vincenti alla Juventus.
Il rinforzo perfetto per Luciano Spalletti, da sempre ammiratore di quelli che corrono e lottano, che insomma fanno il ‘lavoro sporco’ al posto degli altri. Il feeling tra i due scatta subito, tanto che il tecnico di Certaldo arriverà a schierarlo addirittura da mediano nell’amichevole contro lo Zenit San Pietroburgo.
“Nella Juventus giocava molto come mezzala, ha perso un po’ le distanze essendo più abituato agli inserimenti. Devo dire, però, che se l’è cavata benissimo”.
L’esperimento sembra essere andato a buon fine, ma viene ben presto accantonato per tornare alle origini e, cioè, al ruolo di terzino sinistro: dopo una brevissima parentesi da esterno, Asamoah si sistema stabilmente nella zona di campo a lui più congeniale. E i risultati si vedono: suo l’assist per il goal di Icardi che, il 18 settembre, dà il via alla rimonta contro il Tottenham, primo match di Champions League disputato dai nerazzurri dopo sei anni e mezzo.
Il sogno europeo di approdare agli ottavi di finale si interrompe nell’ultimo match del girone, nonostante una super partenza con due vittorie contro gli ‘Spurs’ e il PSV: sono proprio gli olandesi, ormai già ampiamente eliminati, ad imporre l’1-1 a Icardi e compagni a San Siro.
Il centravanti argentino pareggia e dà speranze ai suoi nel quarto d’ora finale, ma alla fine a risultare decisivo è il goal di Lozano in apertura: l’assist è di Bergwijn, lesto nel rubare il pallone proprio ad Asamoah che si addormenta, lasciandolo scoperto in una zona di campo potenzialmente pericolosa.
E’ un errore che vale una sfilza di insufficienze sui giornali, subito ‘perdonato’ da Spalletti che, nella conferenza stampa prima di Inter-Udinese, assume le difese del suo giocatore, sottratto alle ‘grinfie’ giornalistiche.
“Il ragazzo è dispiaciuto, però è forte ed ha esperienza, ci può indicare la strada. E’ un ragazzo sano, un professionista di cui ci si può fidare”.
Una fiducia riversata direttamente in campo, dove Asamoah è quasi sempre impiegato: con 42 presenze stagionali è uno dei più presenti, mai così tante dai tempi della Juventus e della stagione 2013/2014, quando i gettoni furono addirittura 47.
Non è un caso, dunque, se all’annuncio da parte dell’Inter dell’esonero di Spalletti al termine della stagione (dopo aver conquistato una soffertissima qualificazione in Champions), Asamoah rivolge un pensiero affettuoso al suo punto di riferimento, spesso trasformatosi in una sorta di scudo protettivo.
“Grazie di tutto, ti auguro il meglio per il tuo futuro mister!”.