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Citeroni GFXGOAL

Domenico Citeroni, il raccattapalle che tolse un goal a Savoldi

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Impedire di segnare un goal a BeppeSavoldi è stata un'impresa molto ardua per tantissimi difensori e portieri che lo hanno affrontato in Serie A negli anni Settanta.

Ma laddove in molti ben più esperti fallirono, riuscì un ragazzino di poco più di 16 anni e che nella vita nemmeno farà mai il calciatore.

Si chiama DomenicoCiteroni, nel tempo libero è uno dei raccattapalle dell'Ascoli ed è destinato a diventare un eroe per tutta la tifoseria bianconera.

  • LA FAMIGLIA CITERONI

    La sua è una storia che appartiene a un tempo remoto e che in un certo modo accomuna tantissime persone nate a metà del secolo scorso.

    I genitori sono emigrati in Canada alla ricerca di una vita migliore e lì hanno dato alla luce il piccolo Domenico, che prima di vivere il suo pomeriggio di gloria nel Piceno verrà registrato nel servizio anagrafico di Montreal.

    Il signor Citeroni ricopre diverse mansioni: da custode dei missili americani di base in Alaska al minatore nei giacimenti di amianto, che negli anni 60 è considerato il materiale del futuro edile senza realmente conoscerne i devastanti effetti sulla salute.

    La vita lontano da casa però è dura, dopo un po' il richiamo della propria terra si fa sentire prepotentemente e la famiglia decide di tornare li da dove è partita: le Marche. Anzi, Ascoli.

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  • L'EPOPEA DELL'ASCOLI DI ROZZI

    In quei tempi il capoluogo piceno sta vivendo una vera e propria primavera calcistica, tutto merito dell'istrionico presidente CostantinoRozzi. Impresario edile avvicinatosi ai colori bianconeri quasi per caso e con un incarico ad interim, Rozzi finisce per essere travolto dalla passione per quella squadra che non ha mai conosciuto il calcio che conta.

    L'obiettivo prefissatosi dal patron è quello di regalare un sogno ad un intero popolo, regalandogli il palcoscenico che merita: la Serie A.

    Il connubio tra Rozzi e l'emergente allenatore romano Carlo Mazzone porta i bianconeri a una rapida scalata che nel giro di quattro anni parte dalla Serie C e culmina con la prima storica promozione nel massimo campionato.

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  • RACCATTAPALLE VOLONTARIO

    A questa epopea il giovane Domenico Citeroni assiste incantato e pieno di entusiasmo, molto spesso dalla tribuna.

    I soldi a casa ci sono, ma non abbastanza per permettersi ogni domenica un biglietto per lo stadio Cino e Lillo Del Duca, voluto e realizzato proprio dallo stesso Rozzi.

    Esiste però un metodo per vedere la partita senza pagare: fare il raccattapalle. Negli anni Settanta non si aveva nemmeno contezza di cosa fosse un tornello, né vi era la necessità di esibire un biglietto nominativo o altre delle

    Anzi, c’era l’usanza di premiare i primi dodici a presentarsi fuori dallo stadio, regalandogli un pomeriggio da sogno a pochi passi dai propri calciatori.

    Per non perdere l'appuntamento, Domenico si presenta ai cancelli dello stadio ben quattro ore prima dell'incontro, che ai tempi anteriori alle esigenze televisive e i pianti degli allenatori per gli impegni di coppa infrasettimanali si giocava di domenica alle 14.

    Tra i primi ad entrare, il sedicenne riesce a piazzarsi dietro una delle due porte. Da lì può finalmente vedere da vicino campioni che fin lì aveva potuto ammirare solo sulla carta stampata delle figurine Panini.

    In particolare, rimane colpito dal carisma silenzioso di Dino Zoff con il quale prova qualche trucchetto per far guadagnare qualche secondo prezioso all'Ascoli.

    "I palloni che uscivano glieli ributtavo dentro con dei calcioni alti e storti, così lui doveva rincorrerli e si perdeva tempo. Un pari con la Juve era oro. Ma, a un certo punto, mi guardò negli occhi e con la sua flemma mi disse: “Benedetto figliolo, il pallone devi darmelo in mano…“. Quello sguardo e quella calma mi gelarono. Tutti i palloni successivi glieli appoggiai sui guanti. E non era facile impressionarmi…"

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  • IL GOAL TOLTO A SAVOLDI

    Arriva poi la data che lo consegnerà alla storia e alla gloria delle cronache per qualche giorno.

    Il 12 gennaio 1975 l'Ascoli ospita il Bologna, lo squadrone che tremare il mondo fa e campione in carica della Coppa Italia.

    La situazione di classifica dei marchigiani non è ottimale, solo 7 punti in classifica e una lotta punto su punto per far sì che l'esperienza in Serie A termini dopo solo un'annata.

    La partita inizia male per l'Ascoli, che va sotto dopo pochi minuti per via della rete di Landini. C'è però una reazione orgogliosa dei bianconeri, che raggiungono la parità con Zandoli.

    Di fronte a sé però la difesa ascolana ha uno dei bomber più prolifici degli Anni Settanta, Beppe Savoldi, che si prende la scena mettendo a segno una delle tante doppiette siglate in carriera.

    Al novantesimo troverebbe anche il terzo goal personale, ma qui entra in scena l'eroe Citeroni. Il raccattapalle, dopo aver assistito inerme al dribbling dell'attaccante ai danni del portiere Masoni, d'istinto respinge con un calcetto il pallone destinato a terminare la sua corsa in fondo alla porta

    A chiudere l'azione ci pensa l'ascolano Castoldi, che calcia fuori il pallone con forza. Nessuno a parte lui sembra essersi accorto di nulla, nemmeno l'arbitro che addirittura concede il corner. Il tutto nello stupore generale, soprattutto di Giacomo Bulgarelli.

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  • LA POPOLARITA' GRAZIE ALLA DOMENICA SPORTIVA

    A fine partita, Citeroni si dilegua e torna a casa, evitando accuratamente di farsi intercettare da giornalisti e curiosi.

    La "latitanza" dura circa un paio di giorni, quando un capannello di giornalisti si presenta fuori dall'istituto professionale frequentato dal raccattapalle.

    Il sedicenne viene addirittura invitato alla Domenica Sportiva, appuntamento televisivo serale fisso per milioni di italiani ogni settimana, dove trova in studio lo stesso Savoldi.

    Citeroni ottiene il suo warholiano quarto d'ora di celebrità, che non gli impedisce di continuare a fare il raccattapalle al Del Duca.

    La voce ormai si è sparsa, e due domeniche dopo al goal tolto a Savoldi l'Ascoli si trova di fronte la Lazio campione d'Italia.

    L'arbitro della sfida non ha dubbi. Quel sedicenne raccattapalle stavolta starà dietro alle panchine, non dietro la porta.

    Con gli occhi di tutti addosso e l'Ascoli avanti 1-0, il ragazzo rimanda in campo con un po' troppa fretta un paio di palloni terminati in fallo laterale. Una celerità non gradita da Carletto Mazzone, che lo fulmina con lo sguardo e lo esorta alla calma.

    Alla fine però i bianconeri riusciranno a vincere la partita e da quel successo trassero ispirazione per un campionato che li vide ottenere una salvezza leggendaria.

    Una piccola parte di merito per quella permanenza ai massimi livelli fu anche di Citeroni, diventato una vera e propria ossessione per gli allenatori avversari, sempre pronti a sincerarsi che il sedicenne non transiti dalle parti della porta ascolana.

  • SAVOLDI, IL DANNO E LA BEFFA

    Il vero beffato di questa storia, che appartiene ormai a un calcio esistente solo nelle menti di chi ha avuto la fortuna di vederlo, fu proprio Beppe Savoldi.

    Il bomber rossoblù infatti perse il titolo di capocannoniere della Serie A 1974/1975, che si aggiudicò Paolo Pulici del Torino per un criterio di assegnazione incredibile.

    L' attaccante granata, Savoldi e Gianni Rivera chiusero tutti e tre il proprio campionato con 17 goal segnati, ma a causa del minor numero di partite disputate da Pulici il premio fu assegnato a quest'ultimo

    Tutta colpa di uno scriteriato raccattapalle di sedici anni. Ma voi, a quell'età, qualche cavolata non l'avete mai combinata?

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