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Federico DimarcoGetty

Dimarco "l'intoccabile": una crescita partita da lontano

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Ad agosto, nel 2021, il futuro di Federico Dimarco è ancora da scrivere: è appena rientrato dal prestito al Verona, con Ivan Juric in panchina, ma la sua permanenza in nerazzurro è incerta.

Anche perché voci di mercato lo vorrebbero in cima al taccuino di Ivan Juric, che lo ha allenato in gialloblù e che, nel suo nuovo Torino, avrebbe individuato in Dimarco l'esterno perfetto a sinistra. Non se ne fa nulla.

No: Simone Inzaghi, appena arrivato sulla panchina dell'Inter dopo lo Scudetto conquistato da Antonio Conte, vede nel ragazzo milanese le qualità giuste per esaltare la catena mancina del suo centrocampo a cinque. Non basta, questo, però per riassumere il percorso di crescita affrontato da Federico Dimarco negli ultimi due anni all'Inter. Non basta perché c'è di più: l'orgoglio di un giocatore che, prima di essere tale, dimostra di essere profondamente legato "alla causa". Poi tutto il resto.

  • DAGLI ANNI DIFFICILI AL PARADISO

    Torniamo ancora indietro. Al termine della stagione 2016/17, a neanche vent'anni, Federico Dimarco ha appena completato la sua prima, vera, stagione in Serie A con la maglia dell'Empoli. In massima serie aveva già esordito nel maggio del 2015, subentrando a Rodrigo Palacio in una sfida proprio contro i toscani a San Siro, con la maglia dell'Inter, ma quella vissuta con la maglia azzurra è stata un'annata importante, pur culminata con la retrocessione in Serie B.

    In estate ritorna in nerazzurro, prima di preparare le valigie e far tappa in Svizzera, al Sion: a titolo definitivo. Lui, cresciuto nelle giovanili dell'Inter, tifoso dell'Inter, che lascia l'Inter: una scelta coraggiosa, non ripagata dal destino.

    Dimarco si fa male alla prima partita, fratturandosi il quinto metatarso del piede: maledetto, il calcio, a volte. Sembrava l'inizio di un percorso durissimo: è stato il principio della rinascita.

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  • DIMARCO, "L'INTOCCABILE" DI INZAGHI

    Simone Inzaghi è riuscito a fare quel che Antonio Conte, che lo ha voluto all'Inter nel 2019, non è riuscito a mettere in pratica: una stagione assai particolare, tra l'altro, quella. Gioca sei mesi con i nerazzurri, poi passa in prestito al Verona, che rinnova l'accordo anche per la stagione 2020/21. E qui entra in gioco Inzaghi.

    Con l'ex tecnico della Lazio, Dimarco ha giocato 98 delle 115 partite a disposizione: per intenderci, è stato impiegato per l'85% delle gare disputate dall'inizio della gestione Inzaghi. E' cambiato tutto, insomma: ha trovato fiducia ed è migliorato, sia difensivamente che offensivamente, diventando un calciatore completo.

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  • "IL PUNTO PIU' ALTO DELLA MIA CARRIERA"

    Non a caso, nell'estate che ha fatto seguito alla finale di Champions League disputata (neanche a dirlo, da titolare) contro il Manchester City, il suo nome è stato accostato ai più grandi Top club del panorama calcistico internazionale.

    La conferma che, come ha spiegato a Sky Sport dopo il "missile" che ha risolto Empoli-Inter e che ha permesso ai nerazzurri di consolidare la vetta della classifica in Serie A a punteggio pieno, si trova in quello che probabilmente è il punto più alto della sua carriera.

    "Sono orgoglioso di quello che ho fatto, da quando sono uscito per la prima volta dal settore giovanile dell'Inter fino ad ora: è uno dei punti più alti della mia carriera".

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  • E' UNO DEI LATERALI DI SINISTRA PIU' FORTI?

    Al di là delle parole di Dimarco, comunque, c'è la seria sensazione di trovarsi di fronte a uno dei laterali di sinistra più forti d'Europa: di certo, comunque, della Serie A (insieme, con ogni probabilità, a Theo Hernandez).

    E anche al simbolo di un'Inter che lo ha cresciuto e che lo sta esaltando, dopo tanti ostacoli superati: si è ripreso tutto, diventando intoccabile per Inzaghi e tutta la formazione nerazzurra.

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