De Rossi peraltro, fin dal giorno del suo ritorno a Trigoria nella nuova veste, aveva specificato di voler essere giudicato solo come allenatore e non più come bandiera del club:
"I presidenti Dan e Ryan Friedkin sono stati chiarissimi sulla durata del contratto e sul tenore della mia permanenza qui.
Ovviamente, io ho detto ok, va benissimo, mettete voi la cifra e voglio un bonus per la qualificazione in Champions. Non ho firmato in bianco, perché effettivamente il contratto non era scritto, ma avrei firmato alla cifra che avrebbero messo loro.
Penso che fosse un gesto dovuto per quello che io sono stato qui. Ovviamente, non farò tutta la mia carriera così. E l'ho fatto anche per l’opportunità grande che sto ricevendo.
Non ci sono condizioni, non ci sono rinnovi automatici: non c’è niente. È un contratto di sei mesi. Io ho detto che a me andava bene così, che volevo giocarmi le mie carte. L’unica cosa che ho chiesto è di trattarmi da allenatore, non da bandiera, da ex giocatore, da leggenda. Non devo fare il giro di campo con Romolo, con i ragazzini.
Ma loro su questo erano stra-d’accordo, erano sicuri che non ci sarebbero state incomprensioni. Per il resto, sanno che dal primo secondo che li ho sentiti, da quando mi è arrivato quel messaggio che veramente non mi aspettavo, io me la giocherò fino alla morte per rimanere qui.
Questo è sottinteso e credo siano soddisfatti di questo: di un allenatore che prova a mantenersi questo posto con un gioco pulito, senza ricorrere a quello che sono stato, ma provando a guadagnami sul campo la riconferma, perché sarebbe un sogno per me”.