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3x3 5a giornata Serie A HDGOAL

De Bruyne può diventare un problema per il Napoli? Milan e Roma sono vere candidate allo Scudetto? David, Openda, Vlahovic: è il 9 della Juve? Il 3X3 di GOAL

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  • De Bruyne può diventare un problema per il Napoli?
  • Milan e Roma in vetta col Napoli: sono vere candidate allo Scudetto?
  • David, Openda, Vlahovic: chi deve essere il 9 della Juve?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sulla quinta giornata di Serie A: le risposte di Claudio D'Amato, Antonio Torrisi e Michael Baldoin nel nostro 3X3.

  • De Bruyne Milan NapoliGetty Images

    DE BRUYNE PUÒ DIVENTARE UN PROBLEMA PER IL NAPOLI?

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  • "De Bruyne un problema? Lesa maestà, ma Conte eviti equivoci"

    Claudio D'Amato: "Immaginare De Bruyne un problema è lesa maestà. Partiamo col mettere in chiaro questo. Quando hai un campione del genere in rosa, possono esserci solo vantaggi. Certo è, però, che il belga rischia di trasformarsi in equivoco. Soprattutto tattico, visto che sull'aspetto gestionale occorrerà attendere l'evoluzione dei fatti di San Siro e più in generale fuoriclasse lo si è anche nella testa. E sia in panchina che in mezzo al campo, tra Conte e l'ex City, il Napoli ne annovera due. Ragion per cui, ci si aspetta che la miccia accesa post Milan possa essere spenta seduta stante proprio dai diretti interessati.

    Parcheggiando per un attimo i caratteri, è bene focalizzarsi sugli schemi e sul ruolo di Kevin in maglia azzurra. Qualità e carta d'identità (34 anni) stanno portando sia a farlo agire nel cuore dell'azione, fornendo alla squadra un ulteriore play al quale affidarsi in alternativa a Lobotka, che lasciarlo libero di galleggiare tra le linee e interscambiarsi a sinistra con McTominay. Eccolo ciò che potrebbe tradursi in equivoco: il pestarsi i piedi con lo scozzese.

    Conte tra Dimaro e Castel di Sangro ha ricamato una variante utile a garantire la convivenza dei cosiddetti 'Fab Four', ma KDB e Scott per caratteristiche non sono esterni e tendono inevitabilmente a convergere dentro al campo. Ne deriva una scarsa ampiezza di manovra e un eccessivo ingorgo per vie centrali, poiché entrambi entrano alla ricerca della mattonella giusta sulla quale piazzarsi o da dove partire per inventare e far male. In questo modo il nuovo 4-1-4-1 risulta poco arioso, i rifornimenti dalle fasce per il centravanti scarseggiano (Hojlund si è ritrovato isolato e stretto nella morsa di Tomori, Gabbia e Pavlovic) e i due pezzi da novanta spesso e volentieri compiono la stessa scelta.

    Sulla corsia mancina non c'è un'ala in grado di saltare l'uomo e/o crossare, così come a destra Politano è encomiabile per interpretazione della doppia fase ma converge sul sinistro e tende a ricercare la soluzione personale rispetto al mettere palloni in mezzo. Lang e Neres mordono il freno, ma il sistema varato per far giocare contemporaneamente Anguissa, De Bruyne, Lobotka e McTominay li esclude automaticamente dalle scelte iniziali.

    Il belga - per età e nell'ottica del turnover - in qualche occasione potrà accomodarsi in panchina così come capiterà al resto dei compagni, ma è ovvio che privarsi a più riprese di un talento simile potrebbe assumere i contorni del boomerang.

    A Conte il compito di risolvere l'enigma garantendo equilibrio sia in termini di modulo che nelle rotazioni, evitando possibili 'mal di pancia' come quello del Meazza e rendendo De Bruyne un valore assoluto e mai un problema".

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  • Pulisic DovbykGOAL

    MILAN E ROMA IN VETTA COL NAPOLI: SONO VERE CANDIDATE ALLO SCUDETTO?

  • "Allegri e Gasp hanno portato avanti il tempo, ma alla quinta giornata lo Scudetto non lo vinci neanche cambiando le regole"

    Antonio Torrisi: "Esistono crash test che vanno peggio, su questo non ci sono dubbi. Cosa vuol dire? Che se dopo la quinta giornata Milan e Roma si ritrovano lì, a giocarsela con il Napoli, non può che essere una sorpresa per entrambe, anche se per motivi differenti. Facciamo ordine.

    Qual era la principale incognita della squadra di Allegri? La capacità, o meno, di diventare squadra nel minor tempo possibile. Ora: si può davvero dire che i rossoneri siano già diventati un gruppo forte, unito, così in fretta? Che l'arrivo di Rabiot, un solo giocatore, abbia cambiato equilibri su cui l'allenatore livornese stava lavorando da mesi, ovvero dalla sua nomina? Eh, sembra proprio di sì. Il Milan corre con un'intensità che non è solo dovuta alla condizione atletica, quanto mossa da una fame, a tratti anche impressionante, che dipende anche (non soltanto eh, anche) dall'innesto del francese. E dalla sua esperienza. Oh, esistono anche queste dinamiche nel calcio. Quindi, eccoci: il Milan si ritrova già squadra dopo cinque giornate. Mica male, considerando le macerie che ha trovato Allegri al suo arrivo.

    Passando alla Roma, qual era il principale dubbio legato al nuovo progetto di Gasperini? Se la sua squadra sarebbe riuscita, o meno, ad assimilare i concetti e le volontà di un tecnico che, comunque, non è esattamente la miglior resa pratica della definizione di 'flessibilità'. E tutto questo in una piazza non proprio semplicissima come quella giallorossa. Per questo, e forse anche per altro, serviva tempo: è stato così anche al suo arrivo all'Atalanta, in un periodo storico in cui la Dea alternava stagioni da salvezza ad altre da metà classifica, e quindi con pressioni quasi sotto lo zero, è così anche alla Roma. Sia chiaro: non ha ancora risolto tutti i problemi e le fragilità ereditate dal passato, ma anche scegliere di proseguire sulla falsa riga della passata stagione, riprendendo i concetti di Ranieri, non è stata una scelta sbagliata. Anzi. 

    Milan e Roma sono riuscite a ridurre i tempi di assimilazione richiesti dai progetti di Allegri e Gasperini, annullare le incognite che richiedevano maggiore pazienza e superare un inizio di stagione che, al momento e in attesa di riprove dal campo, le candida come squadre che possono ambire allo Scudetto. Che, però, alla quinta giornata non si vince neanche cambiando le regole. E allora, anche qui, tolta l'evidenza del buon lavoro dei due tecnici, bisogna porre un freno alle derive retoriche: è presto, signori. Presto".

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  • NON USARE David Vlahovic Openda JuventusGOAL

    DAVID, OPENDA, VLAHOVIC: CHI DEVE ESSERE IL 9 DELLA JUVE?

  • "Vlahovic il più prolifoco, Openda il 'combattente' e David - sulla carta - il profilo giusto"

    Michael Baldoin: "Tre profili diversi per un solo posto da centravanti. Vlahovic, rimasto a Torino dopo un’estate sul mercato, ha risposto sul campo con goal e assist. David, preso a parametro zero come possibile erede, si è acceso solo all’esordio contro il Parma prima di calare nelle gerarchie. Openda, arrivato dal Lipsia all’ultimo, ha già conquistato Tudor con corsa e fisicità, pur senza ancora incidere in zona goal. 

    Vlahovic è sicuramente il più prolifico sotto porta, ma il tecnico chiede anche pressing e gioco di sponda. In più l’attaccante serbo ha dimostrato di saper incidere nella ripresa, elemento da non sottovalutare grazie alle cinque sostituzioni, concetto ribadito più e più volte dal tecnico bianconero nelle varie conferenze stampa. Openda appare il più brillante dal punto di vista fisico, anche se deve ancora sbloccarsi sotto porta. Resta invece il punto interrogativo su David: sulla carta il profilo ideale, forte dei tre anni consecutivi da almeno 25 goal stagionali con il Lille, ma da cui la Juventus attende ancora il segnale decisivo. Per il canadese l’adattamento a una nuova squadra e a un campionato diverso ha riservato qualche complicazione imprevista, ma serve pazienza. 

    Tutto lascia pensare che, una volta trovato feeling con la porta e confidenza con la Serie A, sarà lui a diventare il vero finalizzatore bianconero. Fino ad allora, la realtà sembra chiara: Tudor continuerà a ruotare i suoi tre bomber, puntando sulla varietà di soluzioni per mantenere il reparto offensivo quanto più imprevedibile possibile".

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