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Inzaghi gfxGOAL

Dal possibile Triplete a zero titoli, Inzaghi rischia la beffa come nel 2022: Inter, sarebbe fallimento?

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Simone Inzaghi si trova di nuovo davanti a uno scenario che conosce bene: una stagione che rischia di concludersi con zero titoli, come già accaduto nel 2022. 

Nonostante il dominio iniziale in campionato e un percorso convincente in Europa, le ultime settimane hanno gettato un'ombra sulla stagione dell'Inter. 

L’eliminazione in Coppa Italia, la finale di Champions League tutta da giocare contro il Paris Saint-Germain e un campionato che potrebbe sfuggire di mano nel finale rappresentano un déjà vu per il tecnico piacentino. 


Tuttavia, la società nerazzurra sembra non avere dubbi: la fiducia in Inzaghi è solida, tanto da volergli rinnovare il contratto fino al 2027 e respingere con forza le sirene saudite.

Ma è sufficiente la stima dirigenziale per giustificare una stagione senza successi tangibili? E soprattutto, è corretto parlare di fallimento?

  • IL PRECEDENTE DEL 2022

    Nel 2021/2022, alla sua prima stagione in nerazzurro, Inzaghi fu protagonista di un’annata fatta di luci e ombre. Dopo un lungo duello con il Milan, l’Inter perse lo scudetto all’ultima giornata nonostante una vittoria per 3-0 sulla Sampdoria. 

    In Champions League uscì agli ottavi contro il Liverpool e, sebbene vinse Supercoppa e Coppa Italia, la sensazione fu quella di un’occasione sprecata. 

    Oggi, la situazione potrebbe essere ancora più amara: la Supercoppa è già sfumata, la Coppa Italia pure, e il campionato vive gli ultimi 90 minuti con il match-point per il Napoli e l’Inter che non ha in mano il proprio destino. 

    Solo la finale di Champions contro il PSG può ribaltare la narrazione, con una vittoria nella finale di Monaco di Baviera che potrebbe rovesciare i giudizi sull’annata della squadra di Inzaghi.

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  • UNA STAGIONE DAI DUE VOLTI

    Fino a marzo, l’Inter era tra le squadre più solide d’Europa. Primo posto in Serie A con margine, ottavi e poi quarti di Champions superati con autorità, e una rosa considerata tra le più complete e profonde. 

    Tuttavia, la sconfitta contro il Bologna e quella nel derby con il Milan hanno scatenato critiche e dubbi. 

    Anche il gioco, spesso elogiato per equilibrio e verticalità, ha mostrato crepe. Inzaghi si è trovato ancora una volta accusato di gestire male i momenti chiave della stagione, come già successo in passato.

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  • INZAGHI E IL RINNOVO

    Nonostante questo scenario potenzialmente negativo, la dirigenza interista ha scelto la continuità e vuole rinnovare il contratto di Inzaghi fino al 2027, con ingaggio aumentato fino a 7 milioni di euro annui

    Una decisione che sorprende chi giudica solo in base ai risultati, ma che trova una logica se si considera il percorso complessivo: due finali di Champions in tre anni, valorizzazione di tanti giocatori e un’identità tattica ben definita.

    Nonostante le sirene saudite, il tecnico piacentino è intenzionato a prolungare il matrimonio con l’Inter, respingendo offerte economiche da capogiro dell'Al Hilal.

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  • MAROTTA SU INZAGHI E FALLIMENTO

    Interrogato a più riprese nell’ultimo periodo sulla posizione della società in merito alla figura di Simone Inzaghi, il presidente Beppe Marotta ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale dell’allenatore nerazzurro nel progetto della società di viale della Liberazione:

    "Di Inzaghi non bisogna guardare le settimane, ma gli anni e questi sono stati anni straordinari per il club e il merito è suo quindi come si fa a rinunciare a una figura del genere? Oltretutto, in questo mondo dove si brucia tutto molto velocemente, lui è riuscito a creare un gruppo solido al cui interno c'è la sua presenza che si fa sentire ed è un interprete assoluto di questo nostro modello".

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  • FALLIMENTO O CONTINUITÀ?

    Il nodo centrale resta questo: senza trofei, si può parlare di fallimento? La risposta dipende dai parametri usati. 

    Per una società come l’Inter, con ambizioni internazionali e una rosa di alto livello, l’assenza di titoli è sicuramente una delusione. 

    Tuttavia, il lavoro di Inzaghi ha portato stabilità, visibilità europea e una crescita strutturale del club. 

    Un fallimento parziale, quindi, ma non totale. È un momento che richiede lucidità: cambiare guida tecnica dopo una stagione senza trofei potrebbe azzerare il lavoro fatto.

  • LO SPARTIACQUE CHAMPIONS

    La finale di Champions League rappresenta lo snodo decisivo. Una vittoria riscatterebbe la stagione, consacrerebbe Inzaghi e darebbe all’Inter un titolo che manca da 15 anni. 

    Una sconfitta, invece, renderebbe inevitabili i paragoni col 2022. 

    In ogni caso, la scelta della società è chiara: Simone Inzaghi è l’uomo su cui costruire il futuro. Perché, al di là dei trofei, la vera vittoria è la credibilità ritrovata. 

    E ora, spetterà al tecnico dimostrare che il suo ciclo è tutt’altro che finito.

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