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Cristiano PicciniGetty

Cristiano Piccini si ritira a 32 anni: "Chiudo un capitolo che ha segnato tutta la mia vita"

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Fine dei giochi per Cristiano Piccini che, da oggi 7 settembre 2025, non è più un calciatore professionista.

Il classe 1992 (che il 26 settembre spegnerà 33 candeline) ha annunciato la decisione di voler appendere gli scarpini al chiodo, nonostante davanti avesse ancora qualche anno da poter dedicare allo sport che ha segnato la sua vita.

Piccini era reduce da un'anonima avventura nella massima serie svizzera con la maglia dell'Yverdon, ultimo capitolo di una storia caratterizzata in diversa misura da ostacoli e soddisfazioni.

  • IL POST D'ADDIO

    Con un post pubblicato su Instagram e contenente le foto delle varie tappe della carriera, Piccini ha reso nota la scelta di dire basta col calcio giocato.

    "Oggi per me non è un giorno come gli altri.

    Oggi chiudo un capitolo che ha segnato tutta la mia vita: il calcio giocato.

    Per farlo ho scelto le parole più sincere che potessi trovare: una lettera al piccolo Cristiano.

    È il modo più vero che ho per raccontare cosa è stato questo viaggio e per dirgli addio".

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  • UNA LETTERA A SE STESSO

    "Caro Cristiano, - recita la lettera pubblicata a corredo - ti scrivo da lontano. Da un tempo che tu, adesso, non riesci nemmeno a immaginare. Ti scrivo da spogliatoi che sanno di gloria e di lacrime, da stadi pieni che ti hanno fatto tremare le gambe e da camere d’hotel dove ti sei sentito più solo che mai.

    Sono il te stesso di oggi. E ho tante cose da dirti.

    Ti ricordi quando tiravi calci al muro, al campetto dietro casa, convinto che bastasse sognare forte per arrivare in alto? Non avevi niente, se non un pallone e un cuore che batteva per il calcio. Non sapevi quanto sarebbe stato difficile. Eppure non hai mai mollato. Bravo.

    Volevo dirti che ce l’hai fatta.

    Hai indossato le maglie che da bambino vedevi solo in televisione. Hai viaggiato il mondo. Hai imparato cinque lingue. Hai vissuto in città che nemmeno sapevi pronunciare. E sì, hai realizzato il tuo sogno più grande: indossare la maglia della Nazionale.

    Ma non è stata tutta gloria. C’è stato il lato che non ti hanno raccontato. Quello che non vedi nei sogni di un bambino.

    Ti spezzerai. Letteralmente. Il tuo ginocchio destro ti farà conoscere l’inferno. Sarai a un passo dal mollare tutto. Vedrai compagni passarti davanti, contratti svanire, porte chiudersi.

    Ma sai che c’è? Ti rialzerai. Sempre.

    Imparerai che il calcio non è solo dribbling e applausi. È anche depressione, solitudine, valigie sempre pronte. È essere un numero per chi ti paga e un simbolo per chi ti ama.

    Ma soprattutto imparerai che la vita è molto di più di una carriera. Scoprirai l’amore vero. Diventerai padre di due bambini che ti guarderanno come tu guardavi i tuoi idoli. E capirai che il successo più grande non è un trofeo, ma tornare a casa la sera e sentire che, nonostante tutto, sei il loro eroe.

    Oggi non sei più il ragazzino che credeva di essere invincibile. Sei un uomo. Hai le cicatrici, sì. Ma sono quelle che ti rendono vero. Sono quelle che raccontano la tua storia.

    E se posso dirti una sola cosa, piccolo mio, è questa:

    non smettere mai di crederci. Anche quando ti dicono che è finita. Anche quando ti senti perso.

    Perché ogni volta che sei caduto, è stato solo per imparare a rialzarti più forte.

    Ti voglio bene.

    Con orgoglio

    Cristiano".

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  • LA CARRIERA DI PICCINI

    Cresciuto nella Fiorentina con cui ha esordito tra i professionisti, Piccini si è fatto le ossa a inizio carriera grazie ai prestiti a Carrarese, Spezia e Livorno.

    Nel 2014 inizia il suo viaggio in giro per l'Europa (e non solo) col trasferimento al Betis: al primo colpo vince la Segunda Division e, nel 2017, fa le valigie per trasferirsi in Portogallo allo Sporting Lisbona.

    Qui fa in tempo a conquistare una Coppa di Lega, prima del ritorno in Spagna e precisamente al Valencia da cui (dopo aver portato a casa una Coppa del Re), nel 2020, rientra in Italia per vestire la maglia dell'Atalanta: la permanenza a Bergamo è segnata dai guai fisici, tanto che a gennaio 2021 è di nuovo al 'Mestalla'.

    Nei sei mesi trascorsi alla Stella Rossa fa in tempo a festeggiare il double formato da campionato e coppa nazionale, ultime soddisfazioni prima del definitivo declino: dapprima in seconda serie tedesca con la maglia del Magdeburgo, poi in Serie B alla Sampdoria. Per Piccini anche un'avventura in Messico all'Atletico San Luis, mentre l'ultima maglia indossata è quella dell'Yverdon in Svizzera nella seconda parte della stagione 2024/25.

    Per Piccini anche tre presenze in Nazionale, racimolate tra ottobre 2018 e marzo 2019 quando sulla panchina azzurra sedeva Roberto Mancini.

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