Nagelsmann è un allenatore estremamente coraggioso. Lo ha dimostrato già nell'autunno del 2023, quando ha preferito assumere la guida di una nazionale apparentemente senza speranza piuttosto che quella di un club internazionale di alto livello. Nelle conferenze stampa preferisce dire una frase di troppo piuttosto che una di meno. Dal punto di vista della tattica, preferisce un esperimento di troppo piuttosto che uno di meno. Questo lo rende polarizzante come pochi altri allenatori. Vincitore o perdente, eroe o idiota.
Agli Europei il coraggio di Nagelsmann è stato ripagato, le sue mosse hanno funzionato alla perfezione. Ha rinunciato a giocatori esperti come Goretzka e Hummels, puntando invece su elementi meno esperti come Andrich e Mittelstädt; ha spostato Kimmich dal centrocampo alla difesa contro la sua volontà; ha convinto Kroos a tornare in campo. Ha rischiato molto, ma ha guadagnato molto.
Dall'autunno seguente, però, Nagelsmann ha però perso il proprio tocco magico e ultimamente i suoi errori di valutazione si sono moltiplicati in modo preoccupante. Un primo segnale era già arrivato nei quarti di finale degli Europei contro la Spagna, quando il commissario tecnico della nazionale tedesca aveva inspiegabilmente schierato Emre Can e Sané nella formazione titolare, correggendo poi il tiro con una doppia sostituzione all'intervallo.
A differenza degli Europei, ora non si riconosce più alcuna linea tattica. Il volto di quel torneo è scomparso. Sia nella partita di ritorno dei quarti di finale della Nations League contro l'Italia che nella semifinale contro il Portogallo, Nagelsmann ha inoltre destabilizzato la sua squadra con inutili tripli cambi quando era in vantaggio. Ne sono seguiti immediatamente goal subiti, culminati in un pareggio (da 3-0 a 3-3) e una sconfitta. A complicare le cose si sono aggiunti gli infortuni di Ter Stegen, Schlotterbeck, Musiala, Havertz e Kleindienst: ben cinque candidati realistici per l'undici titolare.