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3x3 17esima giornata Serie A HDGOAL

Cosa serve alla Juventus sul mercato per lottare per lo Scudetto? La Serie A è così difficile per gli attaccanti? Con Hojlund Lukaku è una seconda scelta? Il 3X3 di GOAL

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  • Cosa serve alla Juventus sul mercato per competere davvero per lo Scudetto?
  • Nkunku, David, Openda, Ferguson: ma la Serie A è davvero cosi difficile?
  • Con questo Hojlund Lukaku diventerà una seconda scelta?
Tre domande a tre giornalisti di GOAL sulla 17esima giornata di Serie A: le risposte di Alessandro De Felice, Stefano Silvestri e Antonio Torrisi nel nostro 3X3.
  • Spalletti David JuventusGetty Images

    COSA SERVE ALLA JUVENTUS SUL MERCATO PER LOTTARE PER LO SCUDETTO?

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  • "Geometrie e goal, ma non solo: alla Juventus servono quattro colpi per lo Scudetto"

    Alessandro De Felice - Il cambio in panchina con l’arrivo di Luciano Spalletti al posto di Igor Tudor ha fatto scattare una scintilla necessaria a questa Juventus, che ha cambiato marcia (8 vittorie in 12 partite tra tutte le competizioni e un solo K.O.) ed è rimasta aggrappata al treno Scudetto nonostante le difficoltà iniziali. Con il mercato alle porte, la squadra aspetta alcuni innesti fondamentali quanto necessari a gennaio. 

    L’allenatore di Certaldo ha indicato in un regista la priorità per dare geometrie e innalzare il livello della manovra bianconera, ma un play non è l’unica necessità per alzare l’asticella e competere per lo Scudetto. Il nome di Hojbjerg rappresenterebbe un ’usato sicuro’ e una garanzia in termini di esperienza e affidabilità. Un rinforzo imprescindibile per puntare in alto, in un centrocampo che ha bisogno anche di goal: in questo senso, il sogno Tonali e l’ipotesi Frattesi rappresentano due opzioni in grado di aumentare il tasso tecnico e realizzativo della squadra bianconera. Due possibili acquisti che garantirebbero quella percentuale di reti che è mancata nella prima parte dell’anno e che non ha consentito di portare a caaa punti in gare equilibrate come quelle contro la Fiorentina e il Torino. 

    Un’altra necessità è legata ad un laterale, alla luce della bocciatura di Joao Mario: serve un profilo di corsa e tecnica, in grado di garantire copertura in fase difensiva ma soprattutto di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. 

    A completare il quadro un difensore centrale di esperienza e affidabilità: gli infortuni hanno condizionato il reparto arretrato bianconero finora e l’inserimento di un’ulteriore pedina potrebbe garantire quella tranquillità necessaria e le rotazioni per poter puntare in alto. Per lo Scudetto questa Juventus ha bisogno di quattro colpi nel mercato di gennaio.

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  • AC Milan v Hellas Verona FC - Serie AGetty Images Sport

    NKUNKU, DAVID, OPENDA, FERGUSON: MA LA SERIE A È DAVVERO COSÌ DIFFICILE?

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  • "Sì, è complicata. Il che non significa che sia di alto livello"

    Stefano Silvestri - Christopher Nkunku si è appena sbloccato segnando una doppietta al Verona. Che però, evidentemente, ancora non basta per definire anche solo sufficiente la sua prima parte di stagione al Milan. Jonathan David e Lois Openda hanno avuto più bassi che alti, gli ultimi sabato a Pisa. Ed Evan Ferguson oltre alla doppietta al Celtic non ha fatto molto altro, tanto che - Gian Piero Gasperini dixit - ”tra lui e Dybala tutta la vita Dybala, anche da centravanti”. Cos’hanno in comune? Tutti loro sono attaccanti, tutti loro sono al primo anno in Serie A. E tutti loro hanno tremendamente faticato da agosto a oggi, mostrando solo a sprazzi le qualità per cui sono stati presi.

    Ma quali sono queste qualità? Qui vanno fatti dei distinguo. Perché Nkunku prima di arrivare al Milan era reduce da annate complicate al Chelsea a livello di fiducia e minutaggio, e giocare punta pura come contro il Napoli in Supercoppa non ha aiutato. David e Openda sì, erano titolari al Lilla e al Lipsia, ma si sa che cambiare campionato e paese non è inizialmente mai facile per nessuno: non lo era stato nemmeno per Michel Platini e Zinedine Zidane, due dei più grandi fuoriclasse della storia della Juventus. Quanto a Ferguson, beh, il bottino realizzativo praticamente inesistente dell’anno precedente poteva far sospettare che qualche difficoltà l’avrebbe incontrata anche qui da noi. E così è stato.

    Quanto al tema della Serie A complicata o meno, che rappresenta il nocciolo della questione, la risposta potrebbe apparire paradossale: sì, lo è. Il che non significa che sia di alto livello: non lo è ormai da un paio di decenni. E il che non significa che le partite siano belle da vedere: spesso non lo sono. Ma non sono belle proprio perché tatticamente gli allenatori italiani hanno poco da invidiare al resto del mondo: è una tradizione che si tramanda, è una storia che - almeno qui - prosegue di generazione in generazione. Non si sa se sia un bene o un male, ma intanto è un dato di fatto.

    I vari Nkunku, David, Openda e Ferguson non sono campioni, ma non sono nemmeno scarsi. In caso contrario non giocherebbero nel Milan, nella Juventus, nella Roma. Solo che devono abbinare un naturale periodo di ambientamento alla necessità di apprendere nuove nozioni tattiche, nonché di districarsi - a volte da punta unica - contro avversari più deboli che si piazzano con tre centrali e che fanno della fase difensiva l’unica arma a disposizione o quasi. Il fatto di giocare e non giocare, e spesso di giocare male, diventa poi un circolo vizioso difficile da ribaltare. Anche se, negli ultimi tempi, qualche timido segnale il quartetto ha provato a darlo.

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  • Romelu Lukaku NapoliGetty Images

    CON QUESTO HOJLUND LUKAKU DIVENTERÀ UNA SECONDA SCELTA?

  • "Hojlund può diventare il più forte della Serie A, figuriamoci se ci sono dubbi sulla sua titolarità"

    Antonio Torrisi - La domanda che sorge spontanea è più generale, ma ci arriviamo. Partiamo dalla risposta al semplice quesito sul dualismo Hojlund-Lukaku: ad avercene. Ora: se dobbiamo considerare veritiero il peso delle parole di Antonio Conte (e il sottoscritto ha comunque dei dubbi quando parla Antonio Conte, vista la sua bravura dialettica in momenti cruciali della stagione, volta soprattutto a togliere pressione alla squadra, nella maggior parte dei casi, più che a disegnare un quadro verosimile della situazione), Romelu Lukaku non solo non sta bene, ma non starà davvero bene ancora per un po'. Direi che il principale dubbio su che fine farà il belga una volta tornato in forma non sussiste.

    Rasmus Hojlund è il titolare dell'attacco del Napoli e lo sarà anche quando tornerà l'ex centravanti dell'Inter, anche perché nel corso degli ultimi anni Lukaku è stato in più occasioni impegnato a fronteggiare guai fisici. Insomma: la freschezza che sta offrendo il danese non può essere pareggiata. O, almeno, in questo preciso momento della stagione.

    L'altra domanda che sorge spontanea, come dicevo, è più generale: spostando Hojlund, questo Hojlund, in un'altra squadra della Serie A, sia l'Inter, il Milan o la Juventus, dov'è che farebbe panchina? Questo Hojlund, dov'è che lotterebbe per una maglia da titolare, senza vedersela cucita addosso settimana dopo settimana, in maniera quasi garantita? Dai, non scherziamo.

    Questo giocatore, con questa forma, questa esplosività, questa capacità di spaccare le partite anche senza segnare sarebbe titolare ovunque nel nostro campionato. Ed è per questo che la questione Lukaku non solo non esiste, ma apre anche a un nuovo scenario nella crescita di Hojlund: può diventare l'attaccante più forte della Serie A (titolo, per ora, attribuito a Lautaro Martinez)? Ne riparleremo.

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