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La Coppa Intertoto 1999: l'ultimo trofeo europeo della Juventus

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Giornata di Europa League per la Juventus che nel primo atto contro lo Sporting mette nel mirino le semifinali del torneo, traguardo raggiunto nell'annata 2013/14 con Antonio Conte al timone.

Una coppa che il tecnico leccese conosce molto bene, avendola vinta da calciatore (proprio con i bianconeri) nel 1993, quando ancora la si conosceva con la vecchia denominazione di Coppa UEFA.

Una vittoria - maturata nella doppia finale contro il Borussia Dortmund - che fece da preludio all'avvento di Marcello Lippi sulla panchina zebrata, e sotto la cui guida Madama conquisterà una Champions League, una Coppa Intercontinentale e Supercoppa europeatra maggio 1996 e il gennaio del 1997.

Una vera e propria scorpacciata di titoli destinata a precedere l'inizio di un'autentica maledizione che affliggerà il club zebrato in ambito continentale.

Nei successivi 26 anni, infatti, la Juve giocherà altre 5 finali di Champions League riuscendo nella desolante impresa di perderle tutte: nel 1997 contro il Borussia Dortmund, nel 1998 col Real Madrid, nel 2003 col Milan, nel 2015 col Barcellona e nel 2017 ancora con i Blancos.

Un clamoroso digiuno di titoli (parzialmente) interrotto nell'estate del 1999, culminata con la vittoria della Coppa Intertoto. Albo d'oro alla mano, nient'altro che l'ultimo trofeo europeo vinto dalla Juventus.

  • LA STAGIONE 98/99: DALL'INFORTUNIO DI DEL PIERO ALLO SPAREGGIO UEFA

    Dopo un avvio tanto promettente quanto illusorio, la stagione della Juventus si trasforma in incubo l'8 novembre 1998. Al 'Friuli' di Udine la Juve si fa rimontare da 0-2 a 2-2 dall'Udinese e nel finale di partita Del Piero rimedia un gravissimo infortunio al ginocchio che chiude, esattamente quel giorno, la sua stagione.

    Da quel preciso istante inizia un autentico calvario a tinte bianconere: la Juve crolla in classifica e Lippi si dimette a metà stagione, con Carlo Ancelotti che subentra alle porte dell'anno nuovo.

    La Vecchia Signora viaggia per tutto l'anno a corrente alternata: bene in Europa, dove per il quarto anno consecutivo raggiunge le semifinali di Champions League, male in un campionato chiuso con un anonimo settimo posto, ma con gli stessi punti di Roma e Udinese.

    I giallorossi, grazie alla miglior classifica avulsa, si piazzano quinti e staccano il pass per la Coppa UEFA, mentre friulani e piemontesi sono costretti a giocarsi il pass in un clamoroso doppio spareggio.

    Si decide tutto nel giro di tre giorni: il 28 maggio a Udine finisce 0-0, il 31, l'1-1 di Torino premia l'Udinese che si aggiudica il sesto posto e vola in Europa. Juve fuori da tutto? Non esattamente.

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  • ESTATE 1999: JUVE IN INTERTOTO

    Nel 1995 la UEFA introduce la Coppa Intertoto, ossia un trofeo - la cui partecipazione è facoltativa - che consente a quelle squadre che si sono piazzate immediatamente dietro ai alla zona che Europa, di giocarsi un'ultima possibilità per strappare la qualificazione al tabellone della Coppa UEFA.

    Dal 1995 al 1997 la coppa vedeva ai nastri di partenza 60 squadre: la prima fase era a gironi, mentre la seconda ad eliminazione diretta. Dal 1998 fino al 2005 - data in cui il torneo è stato definitivamente soppresso - partecipavano sempre 60 squadre (una per federazione ad eccezione delle prime dodici nel ranking UEFA che potevano iscriverne due) e si sviluppava in cinque turni, tutti ad eliminazione diretta.

    In altre parole, un'occasione ghiotta per la Juventus di poter rientrare nel giro delle coppe. Per questo motivo Carlo Ancelotti chiama tutti a rapporto, la società accorcia le vacanze ai giocatori e iscrive la squadra al torneo. A Torino, mentre la maggior parte delle squadre di Serie A si gode le vacanze, si lavora sodo sotto un caldo infernale in vista dell'esordio ufficiale datato 18 luglio. Tutto vero.

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  • IL DEBUTTO IN ROMANIA

    La posizione dell'Italia nel ranking UEFA consente ai bianconeri di saltare i primi due turni e di entrare in scena direttamente al terzo, dove ad attenderli c'è il Ceahlăul.

    L'avventura parte quindi dalla piccola cittadina rumena di Piatra Neamt contro un club di fatto sconosciuto. L'impegno sembra tutt'altro che proibitivo ma il contesto nasconde più di un'insidia: si gioca in pieno luglio, di pomeriggio, in uno stadio letteralmente in visibilio all'idea di vedere la propria squadra a confronto con una delle migliori al mondo.

    L'entusiasmo dei padroni di casa - sorretti da ben 12 mila spettatori - e la miglior condizione atletica rendono il pomeriggio della Juve qualcosa di decisamente opposto ad una semplice passeggiata: Stancaie, di testa, supera Van der Saar e firma il clamoroso vantaggio prima dell'intervallo.

    La reazione della Juve si concretizza ad inizio ripresa ed è racchiusa nel bolide imparabile di Alessio Tacchinardi che, di fatto, firma il goal qualificazione. Proprio così, perché lo scialbo 0-0 del ritorno (giocato sul neutro di Cesena) manda avanti la Vecchia Signora, seppur con qualche patema di troppo, grazie alla regola dei goal in trasferta.

  • LA SEMIFINALE CONTRO IL ROSTOV E IL RITORNO DI DEL PIERO

    Il doppio pareggio con il Ceahlăul schiude alla Juventus le porte delle semifinali e al doppio confronto con il Rostov, all'epoca dei fatti conosciuto con il nome di Rostsel'maš.

    Il calendario della competizione è decisamente compresso e quattro giorni dopo il match di ritorno contro i rumeni, la Juve è già costretta a volare in Russia per il primo atto.

    Sulle rive del Don, la squadra di Ancelotti - che nel frattempo sta crescendo in termini di condizione e brillantezza - dilaga blindando la qualificazione. Un match semplicemente senza storia si chiude con il risultato di 4-0 nel segno di Zambrotta, Kovacevic e di Filippo Inzaghi, autore di una doppietta.

    'Superpippo' colpisce tre volte anche nella gara di ritorno del 'Manuzzi', nella notte che segna il ritorno in campo di Del Piero, dopo nove mesi di stop. A passaggio del turno ormai acquisito, i riflettori sono tutti per il numero 10: il pubblico di fede bianconera lo acclama, Ferrara gli cede la fascia di capitano e lui ringrazia a modo suo: assist in occasione del secondo goal di Inzaghi, e sigillo personale per definitivo 5-1. La festa è completa e l'accesso alla finale passa quasi inosservato.

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  • LA DOPPIA FINALE CON IL RENNES

    La Juve accede alla finalissima che, come nei turni precedenti, viene giocata sul doppio confronto. Delle 60 squadre ai nastri di partenza del torneo ne sono rimaste solamente sei, le quali danno vita a tre finali che mettono in palio altrettanti accessi alla Coppa UEFA: ai bianconeri toccano i francesi del Rennes.

    Al 'Manuzzi' di Cesena - diventato ormai feudo bianconero in quella caldissima estate di coppa - si inizia a respirare aria di calcio vero e davanti a quasi 24 mila spettatori, la squadra di Ancelotti ospita i transalpini che vengono liquidati con un secco 2-0 frutto della doppietta del solito Inzaghi, magistralmente servito da Bachini nel primo tempo e da Del Piero nella ripresa.

    Due settimane più tardi, il 24 agosto, la formazione zebrata approda allo Stade de la Route di Lorient con la qualificazione praticamente in tasca: dopo 20 minuti i francesi segnano con Diouf e pregustano la folle rimonta, ma le reti di Conte e Zambrotta spengono i sogni di gloria e soprattutto spingono la Juve in Coppa UEFA nonostante il 2-2 finale di Nonda.

  • LA VITTORIA, IL RECORD E IL PERCORSO IN COPPA UEFA

    Oltre alla Juventus, fanno festa anche Montpellier e West Ham che piegano rispettivamente l'Amburgo ai rigori e il Metz. Per i bianconeri la conquista del trofeo - l'unico dell'era Ancelotti - vale anche un traguardo storico: quella bianconera diventa la prima squadra europea a conquistare tutte e sei le competizioni UEFAper club all'epoca esistenti: Champions League, Coppa UEFA, Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea, Coppa delle Coppe e, appunto, Coppa Intertoto.

    Quest'ultimo sicuramente il meno prestigioso del lotto. Un titolo per forza di cose mai particolarmente celebrato, ma che comunque rimane impresso nel palmares sabaudo e nei ricordi di quell'estate così calda e insolita, vissuta non all'insegna del calciomercato e delle amichevoli estive, bensì spesa a fare la spola tra Cesena e il sud est d'Europa, con capatina finale in Francia.

    Sei partite che molti juventini nemmeno ricordano ma che hanno permesso ai ragazzi di Ancelotti di centrare quell'Europa sfuggita solamente pochi mesi prima. In Coppa UEFA, tuttavia, la Juve supererà i primi tre turni eliminando Omonia Nicosia, Levski Sofia e Olympiacos, prima di essere travolta dal Celta Vigo.

    Dopo l'1-0 dell'andata targato Kovaevic, i bianconeri crolleranno all'Estadio Balaídos incassando un pesantissimo 4-0. Forse frutto anche della stanchezza accumulata nel computo di una stagione lunghissima iniziata molto presto, in quell'afoso e surreale pomeriggio a Piatra Neamt del 18 luglio.

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