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conte marottaGetty Images

Conte-Marotta, cosa c'è dietro le parole dell'allenatore del Napoli: rapporti e precedenti tra Juventus e Inter

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Quel che è certo è che abbiamo assistito da un Napoli-Inter tutt'altro che banale. Non sono mancati i goal, non sono mancate le emozioni e, come da copione, nemmeno le polemiche.

L'oggetto del contendere è stato ovviamente il contestatissimo calcio di rigore assegnato al Napoli e che ha permesso agli azzurri di sbloccare la partita, poi vinta con il risultato finale di 3-1 dalla squadra campione d'Italia in carica. Tuttavia, l'episodio del penalty assegnato ai partenopei non è andato affatto giù alla controparte nerazzurra, e nel post partita l'intervento ai microfoni del presidente Giuseppe Marotta ha enfatizzato la questione.

A seguire, però, è stata anche la volta di Antonio Conte che, incalzato sull'argomento, ha risposto per le rime senza risparmiare una stoccata al club nerazzurro e al suo massimo dirigente, con il quale tra l'altro lo stesso Conte ha lavorato in più occasioni. Ma cosa c'è dietro le parole del tecnico del Napoli?

  • IL PENSIERO DI MAROTTA SUL RIGORE

    Voglio dare un contributo al sistema, non riesco a capire. Il rigore è stato determinante per spostare l'equilibrio" i dubbi di Marotta dopo la sconfitta contro il Napoli espressi a DAZN. 

    "E' nato dall'assistente. Una volta interviene il Var, una volta l'assistente. L'arbitro non ha fischiato nulla, era posizionato meglio di tutti. E poi fischia perché decide l'assistente. Le immagini sono molto chiare. Rocchi aveva detto basta rigorini. Giudicate voi questo rigore. Io sono per la centralità dell'arbitro e l'arbitro non può farsi condizionare così pesantemente. Da lì la partita ha preso una piega molto particolare. Poi il Napoli ha legittimato la vittoria e onore ai vincitori. Ma la vittoria è scaturita da questo episodio. Questo episodio ha cambiato la testa dei giocatori, ha generato amarezza e incazzatura già all'intervallo. Ha condizionato la partita, poi il Napoli avrebbe potuto vincere lo stesso ci mancherebbe. Il rigore ha creato incazzatura negli spogliatoi all'intervallo, amarezza. La cronologia degli episodi è stata importante".

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  • LA REPLICA DI CONTE

    "Rigore? Vedi la differenza tra il Napoli e l'Inter. L'Inter manda Marotta, le altre squadre mandano i dirigenti. Per il Napoli vengo io. Una grande squadra deve valutare il perché ha perso, non appellarsi a queste cose. Io non avrei permesso ad un mio dirigente di fare queste considerazioni. Che poi ora Marotta è presidente, ha fatto una grande escalation. Che venga un presidente a fare queste considerazioni... lasci le cose a chi ha partecipato alla partita. Sminuisce l'allenatore e non va bene. Io non ho mai chiesto ai miei presidenti di fare i papà, mi sono sempre difeso da solo. Ma va bene così, non fa niente", ha dichiarato Conte sempre ai microfoni di DAZN.

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  • INSIEME ALLA JUVE E ALL'INTER

    Conte e Marotta, come detto, hanno lavorato insieme prima alla Juventus e poi all'Inter. In bianconero, Conte arriva nell'estate del 2011 e anche grazie alle mosse sul mercato operate da Marotta e Paratici, il tecnico salentino riporta la Juve ai vertici del calcio italiano vincendo tre Scudetti consecutivi. La rottura, improvvisa, matura però nell'estate del 2014 quando al secondo giorno di ritiro, Conte e la Juve arrivano all'insanabile frattura, evidentemente legata ad un mix di fattori tra calo di motivazioni, ma soprattutto divergenze sul mercato - su tutti i clamorosi casi relativi ai mancati arrivi di Cuadrado e Iturbe - e sulla costruzione della squadra.

    Il nuovo punto di contatto tra Marotta e Conte, però, si concretizza nell'estate del 2019. Dopo il biennio Spalletti, l'Inter sceglie Conte per perfezionare il proverbiale salto di qualità e tornare a lottare per la vittoria. Marotta, in tal senso, allestisce una squadra davvero importante e il tecnico leccese centra l'obiettivo: al primo anno chiude secondo, dietro la Juve, e arriva anche in finale di Europa League, poi persa contro il Siviglia. L'anno seguente, invece, la missione è completa: dopo un digiuno di 11 anni l'Inter torna a vincere lo Scudetto, dominando il campionato. Il malessere di Conte, già manifestatosi dopo la prima annata in nerazzurro, questa volta non offre margini per ricomporre e pochi giorni dopo la vittoria del tricolore, matura l'addio. Il motivo, di fatto, è sempre lo stesso: differenze inconciliabili in termini di visioni e progettualità e come accaduto con la Juve, Conte saluta dopo un trionfo.

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  • "IL RISTORANTE DA 100"

    "Quando ti siedi in un ristorante dove si paga 100 euro non puoi pensare di mangiare con 10 euro".

    Fu la celebre uscita di Conte pochi minuti dopo aver vinto il terzo Scudetto di fila con la Juventus chiudendo il campionato con l'incredibile record di 102 punti conquistati. Conte rispose così a chi gli chiedeva se lo stimolo di far vincere la Juve anche in Europa l'avrebbe potuto spingere ad alzare ulteriormente l'asticella. E invece dopo settimane di calma apparente, il 14 luglio del 2014, il ribaltone è servito: è rottura tra Conte e la Juve, con tanto di risoluzione del contratto e addio a ritiro già iniziato, con la Juventus che affiderà poi la panchina a Massimiliano Allegri.

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  • IL CLAMOROSO SFOGO DI DORTMUND

    Tra i momenti di maggiore attrito tra Conte e la dirigenza dell'Inter c'è ovviamente il clamoroso sfogo di Dortmund, avvenuto dopo la sconfitta in Champions League nella fase a gironi dell'edizione 2019/20. L'Inter, avanti 2-0 al Signal Iduna Parka, si fa rimontare dai tedeschi e alla fine viene sconfitta per 3-2. Nel post partita, Conte è un fiume in piena.

    “E’ successo quello che è successo a Barcellona, anche peggio perché eravamo avanti di due gol. Dispiace, dovrei parlare delle stesse cose. Non me la sento di commentare il secondo tempo, ci sarebbero troppi alibi e attenuanti. Spero che queste partite facciano capire certe cose a chi le deve capire. Faccio fatica a rimproverare i ragazzi, li devo solo ringraziare per quello che stanno facendo. Mi dà fastidio aver compromesso la qualificazione, stasera per me è una ferita, spero che come la sento io la sentano tutti. Se la sentono tutti siamo già sulla buona strada.

    “Andiamo a toccare gli stessi argomenti. Questa sconfitta dà fastidio, ma noi più che lavorare non possiamo fare. Che venisse anche qualche dirigente a dire qualcosa, si poteva programmare molto ma molto meglio. Mi sono fidato di qualche situazione e non avrei dovuto. Mi riferisco ai limiti della rosa. Se lavoriamo possiamo mettere in difficoltà chiunque, ma mi sono scocciato di dire sempre le stesse cose. Traete voi le conclusioni. Siamo tirati per campionato e Champions, due competizioni durissime. Noi avremo le colpe perché subiamo troppe rimonte, ma che posso dire a gente che ha giocato sei partite di fila? Si arriva fino a un certo punto. Rinforzi? Non ho chiesto nulla ma leggo elogi sperticati per il nostro mercato. Mentre tutti quanti abbiamo sbagliato qualcosa nel programmare la stagione”.

  • IL RAPPORTO TRA CONTE E MAROTTA

    Il rapporto tra Antonio Conte e Marotta, dunque, è sempre stato scandito da momenti di grande euforia e simbiosi ad altri, invece, segnati da un livello di tensione un po' troppo alto. Circa un anno fa, nel corso di un'intervista a Sky, fu lo stesso Marotta da inquadrare il legame con il tecnico salentino.

    Intervistato da Sky Sport, lo scorso dicembre, il presidente dell'Inter aveva parlato del duello a distanza con Antonio Conte, inquadrando le dichiarazioni e le frecciatine all'interno di un contesto di grande rispetto.

    "Non c'è dualismo. Cerco sempre di accendere un po' di attenzione e spingere l’avversario alla pressione, ma è un gioco comunicativo. C’è grande rispetto tra le parti, poi è normale che l’aspetto mediatico in Italia sia sentito e da una dichiarazione si fa un titolo".

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