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Conte De Bruyne GFXGOAL

Conte e la difficile gestione dei campioni: De Bruyne è l'ultimo caso, prima di lui Lautaro Martinez e Pirlo

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"Chi mi conosce lo sa", ha detto Antonio Conte quando ha dovuto affrontare l'argomento Kevin De Bruyne. Ed è proprio così, Conte, ormai, lo conosciamo tutti e non sorprende quindi il suo atteggiamento nei confronti del fuoriclasse belga. 

De Bruyne è uscito tutt'altro che felice nel secondo tempo di Milan-Napoli, facendo capire anche a gesti il malumore per la scelta di Conte, che già lo aveva sostituito a Manchester pochi giorni prima dopo l'espulsione di Di Lorenzo. 

Un episodio che però difficilmente si ripeterà e Conte lo ha già detto nella maniera più diretta possibile, pubblicamente e privatamente, dentro le mura di Castel Voltuno, o chissà, magari già nello spogliatoio a San Siro. 

In carriera però non è la prima volta che fa discutere la "gestione" dei grandi giocatori da parte dell'allenatore. Vi ricordate la litigata con Lautaro Martinez e la regola messa appositamente per Andrea Pirlo?

  • COSA È SUCCESSO CON DE BRUYNE

    L'ultimo caso, se così si può definire, è quello con De Bruyne. L'ex City, sostituito al minuto 72 di Milan-Napoli, dopo aver segnato da qualche minuto il rigore che aveva rimesso la squadra in partita, non ha preso bene la decisione ed uscendo dal campo lo ha fatto capire. 

    Niente saluto tra i due e qualche parolina del belga. Una frustrazione che probabilmente nasceva dalla serata di Manchester, quando la partita di De Bruyne è durata solamente 25 minuti a causa dell'espulsione di Di Lorenzo che ha costretto Conte a richiamare in panchina l'ex della partita. 

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  • CONTE RIMETTE TUTTO IN ORDINE

    Già a caldo, Conte aveva avuto modo di parlare di questa vicenda: "Mi auguro che fosse contrariato per il risultato, se lo fosse per altro ha preso la persona sbagliata".

     Ancora più chiaro qualche giorno dopo: "Chi non mi conosce incappa in qualche errore, sta a me ripristinare la situazione, ribadire alcuni concetti al gruppo in modo che una volta la concedi, la seconda volta no. Quello che avevo da comprendere l'ho compreso ed è stato tutto chiarito, patti chiari e amicizia lunga si dice a casa mia".

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  • NESSUNA ECCEZIONE

    Il discorso è molto semplice per Conte, non si fanno eccezioni e tutti devono seguire le regole, o comunque i comportamenti corretti. Nessuna deroga, neanche se ti chiami De Bruyne. Fosse stato qualcun'altro a prendersela per la sostituzione, Conte si sarebbe comportato nello stesso modo. Anzi, forse proprio perché si tratta del giocatore più vincente dell'intera rosa, il tecnico pretende un atteggiamento perfetto, per essere da esempio a tutti gli altri. 

    Questa d'altronde è la mentalità che Conte ha avuto da sempre, anche quando ancora non aveva vinto niente da allenatore. E sicuramente non cambierà la propria visione adesso, che ha raggiunto - da anni - una certa credibilità e possibilità di alzare la voce, con qualsiasi giocatore si trovi davanti. Ovviamente, questo tipo di gestione ha portato nel corso della varie esperienze ad alcune incomprensioni con i campioni allenati. Non tanto per ciò che riguarda strettamente il calcio giocato ma soprattutto per situazioni similari a quella appena avvenuta con De Bruyne. Non esistono "campioni" in questo senso ma solo giocatori che devono attuare i giusti comportamenti.

  • LA DISCUSSIONE CON LAUTARO MARTINEZ

    A proposito di grandi giocatori che si sono "scontrati" con il tecnico, non si può non ricordare la discussione accesa avuta tra Conte e Lautaro Martinez. Anche in quel caso, tutto nacque da una sostituzione. L'attaccante dell'Inter fu sostituito dal minuto 77 contro il Sassuolo, dopo che era subentrato nel corso del primo tempo per l'infortunio di Sanchez.

    Lautaro calciò una bottiglietta prima di sedersi in panchina; gesto poco apprezzato - per dire un eufemismo - dall'allora allenatore nerazzurro. "I calci in faccia te li devi dare, Lautaro. Hai capito? Devi portare rispetto. Fenomeno, fenomeno del c..." la risposta di Conte. Tutto questo accadde per altro in una partita che non contava più nulla per l'Inter, già vincitrice del campionato. A dimostrazione insomma, che certi comportamenti per Conte vengono prima di tutto, a prescindere da chi li ha e dal contesto in cui avvengono. Tutto si risolse comunque con un simpatico siparietto in allenamento, un ring con Lautaro e Conte in mezzo, a ridere su quanto avvenuto. 

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  • LA "REGOLA" PIRLO

    Andando ancora più indietro, ai tempi della Juventus, ci fu il "caso" Pirlo, per cui Conte inserì una regola apposta. Il centrocampista, uscito con il Verona nella stagione 2013/2014, non  si fermò in panchina ma andò direttamente negli spogliatoi, senza dare la mano al tecnico. "Quando un giocatore esce dal campo, a meno che non abbia una gamba rotta o non esca in barella, deve andare in panchina. Con Andrea non c’è stato alcun confronto, ma sono stato costretto a mettere una regola che varrà per tutti. Chi esce e non si ferma in panchina si prenderà una forte multa, oltre a passare un mese fuori rosa". 

    Ecco, ovviamente non si ripetette un episodio simile e lo stesso con ogni probabilità capiterà ora con il Napoli e De Bruyne. Insomma, una volta si consente anche l'errore, due no. Lo ha detto Conte e lo dice soprattutto il passato del tecnico, che più volte è riuscito a tirare il meglio dai grandi giocatori ma sempre a modo suo, e questo prevede anche momenti di "gestione" più difficili.