Consacrazione cercasi: come Cole Palmer si sta prendendo il Chelsea

L'infortunio di Nkunku in pre-season ha privato il Chelsea di uno dei tanti acquisti estivi di livello. Palmer è arrivato a Stamford Bridge con il compito di non farne rimpiangere l'assenza, riuscendoci.

Lo dicono anche i numeri: a novembre era il giocatore primo per media di passaggi progressivi in Premier League, stesso dicasi per quanto riguarda i passaggi in area di rigore.

E poi Palmer è duttile: bene sia come centrocampista offensivo, come ala o come falso nove.

Palmer ha lasciato il City dopo 15 anni di militanza. Il suo ambientamento al Chelsea è stato, di fatto, anche abbastanza rapido, a testimonianza della convinzione del classe 2001 dei propri mezzi.

«Andare via da Manchester è strano - aveva sottolineato - ma non c’è tempo da perdere: devo andare al sodo. Voglio avere più opportunità di giocare, di avere un maggiore impatto».

E dire che Guardiola avrebbe anche voluto trattenerlo, soprattutto dopo l’addio di Mahrez. Ma la volontà di Palmer era differente e legata al desiderio di mettersi alla prova lontano da casa.

Palmer ha restituito al Chelsea un certo je ne sais quoi che probabilmente mancava dai tempi di Eden Hazard. Il suo modo di giocare ricorda quello del belga e si sposa perfettamente con la tendenza del Chelsea a puntare su giocatori offensivi di questo tipo, come Sterling e Werner.

I tifosi hanno già dimostrato di apprezzarlo, l’ultima prova per lui sarà quella di garantire continuità nel lungo periodo.

L’inizio di Cole Palmer lo ha probabilmente reso il miglior acquisto della proprietà Boehly-Clearlake Capital. Pochi, a parte forse Enzo Fernandez, hanno dimostrato altrettanta incisività, soprattutto visti i recenti cambiamenti decisi da Mauricio Pochettino. L’ex manager del Tottenham lo ha elogiato, sottolineando: «È arrivato l'ultimo giorno della finestra di trasferimento ma sta giocando come se fosse qui da 10 anni, mostrando il suo carattere e la sua personalità. Non posso dire: 'Non me l'aspettavo', ma anche se dico: 'Me l'aspettavo', sto mentendo».

Adesso in casa Chelsea si attende anche il rientro di Nkunku, e la prospettiva che il francese giochi al fianco di Palmer fa venire l'acquolina in bocca.

Negli anni Palmer non è stato l’unico talento homemade che poi il Manchester City ha deciso di vendere. Un approccio che ha portato 260 milioni di sterline nelle casse degli Sky blues. Palmer è stato l'ultimo “sacrificato” di un modo di fare che, in Inghilterra, è stato etichettato come cinico. La sua cessione ha finanziato l’acquisto di Jeremy Doku per sostituire Riyad Mahrez e, a onor di verità, anche l'ala belga si è ambientata alla grande nel suo nuovo club.