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Wembley, due anni dopo: come sono cambiate Inghilterra e Italia dal 2021

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828. Un numero tutt'altro che casuale. Sono infatti i giorni trascorsi dall'indimenticabile notte dell'11 luglio 2021, quella che sotto il cielo di Wembley ha consacrato l'Italia proiettandola sul tetto d'Europa.

Il proverbiale lieto fine di una delle favole più belle racchiuse nel libro di storia della nostra Nazionale, capace di superare i padroni di casa dell'Inghilterra ai calci di rigore, al culmine di una battaglia infinita, poi risoltasi con il calcio di rigore di Saka parato da Donnarumma. Un riflesso poi sfociato nel delirio azzurro.

A distanza di due anni, tre mesi e sei giorni da quel confronto valso il titolo continentale, Inghilterra e Italia si ritrovano ancora una volta l'una di fronte all'altra. Ancora una volta a Wembley. Sempre con vista sugli Europei, anche se in questo caso in palio non c'è la coppa, ma il pass per quelli che la prossima estate si giocheranno in Germania.

Gli Azzurri vogliono esserci a tutti i costi, con l'ambizione di difendere quanto conquistato tre anni fa in quel di Londra, mentre gli inglesi auspicano di ripetersi sulle stesse frequenze. Possibilmente con un finale diverso.

Nel lasso di tempo compreso tra le due sfide in terra londinese, è inutile negare che di acqua sotto i ponti ne sia passata tantissima. Stravolgimenti, nuovi volti e colpi di scena non sono mancati, specialmente sul fronte nostrano.

Andiamo dunque a scoprire come sono cambiate Inghilterra e Italia rispetto all'atto finale di Euro 2020.

  • England goal 2023Getty

    INGHILTERRA NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ

    Nonostante la sconfitta in finale, il progetto della Nazionale inglese non ha subito evidenti scossoni. Al timone c'è ancora Gareth Southgate che, dopo Euro 2020, si è spinto fino ai quarti di finale dei Mondiali in Qatar.

    In termini di collettivo, l'Inghilterra ha varato la linea della continuità e, infatti, ad impreziosire l'assetto tattico inglese ci sono ancora molti di quei giocatori che sono scesi in campo due anni fa nell'atto finale contro l'Italia.

    Da Pickford in porta, passando per Stones e Shaw (autore del momentaneo 1-0 contro gli Azzurri) in difesa. Persino in avanti non ci sono state grosse variazioni: Kane rappresenta il punto di riferimento offensivo, nonostante il passaggio al Bayern Monaco, e attorno a lui i vari Grealish, Saka (che stavolta sarà però assente per infortunio) e Rashford rappresentano ormai assolute certezze.

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  • Jude Bellingham England ScotlandGetty

    IL FATTORE BELLINGHAM

    La novità più grande rispetto alla finale di due anni fa è ovviamente rappresentata da Jude Bellingham. La nuova stella del calcio europeo ha impiegato pochissimo tempo per prendersi il Real Madrid e, conseguentemente, è diventato un punto fermo anche della sua Nazionale.

    L'11 luglio di due anni fa l'ex Dortmund era in panchina a Wembley ma non ebbe l'occasione di subentrare a gara in corso. Questa volta, invece, avrà tutti i riflettori puntati su di sé, in qualità di uomo più atteso.

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  • Roberto Mancini Saudi NT 2023Getty

    IL TERREMOTO MANCINI

    Decisamente più movimentati, invece, sono stati gli ultimi due anni della nostra Nazionale. Dopo il trionfo continentale, l'Italia ha dovuto fare i conti con la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali del Qatar, in seguito all'altrettanto clamorosa sconfitta agli spareggi contro la Macedonia. Un boccone troppo amaro da digerire e che ha lasciato inevitabili scorie anche nei mesi a venire.

    L'approdo alla Final Four di Nations League non ha fatto altro che addolcire, seppur in minima parte, la pillola. Ma il 13 agosto scorso la situazione è letteralmente deflagrata con il clamoroso addio di Roberto Mancini alla panchina della Nazionale. Un fulmine a ciel sereno.

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  • LA NUOVA ITALIA DI SPALLETTI

    Conclusosi anzitempo il rapporto con l'allenatore jesino, la FIGC ha deciso di affidare pieni poteri a Luciano Spalletti, fresco vincitore dell'ultimo Scudetto con il Napoli.

    Toccherà a lui costruire dalle basi quello che si può considerare a tutti gli effetti un nuovo ciclo, favorito da un evidente quanto necessario ricambio generazionale.

    L'unico filo conduttore con la precedente gestione è rimasto quello dell'impianto di gioco, con il tecnico di Certaldo più che mai convinto nel lavorare alacremente sui principi del 4-3-3. Un abito tattico tra l'altro risultato vincente agli ultimi europei.

    Gianluigi Donnarumma, l'eroe di quella rassegna, è ancora il numero uno degli azzurri, al netto di qualche passaggio a vuoto, mentre in difesa il quadro è stato letteralmente stravolto: i vecchi pilastri rappresentati da Chiellini e Bonucci hanno lasciato spazio al nuovo che avanza, impersonificato da Bastoni, Scalvini, Mancini e Acerbi. Sulla fascia destra c'è ancora Di Lorenzo, mentre a sinistra il volto nuovo è quello di Dimarco, a discapito di Spinazzola.

    A centrocampo Barella e Locatelli sono ancora due capisaldi del pacchetto in mediana, mentre Jorginho e Verratti sono attualmente fuori dal giro dei convocati. In un reparto decisamente ricco di alternative stanno infatti emergendo profili del calibro di Cristante, Frattesi e Pellegrini, oltre al ritorno in grande stile di Bonaventura.

    E in attacco? Ai reduci di Euro 2020, ovvero Immobile, Chiesa e Berardi, si sono aggiunti i vari Scamacca, Retegui, Raspadori e Kean. Giovani, rampanti e desiderosi di alimentare un nuovo capitolo a tinte tricolori, archiviando definitivamente - e possibilmente a suon di goal - l'ultimo complesso biennio.

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