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Palladino FiorentinaGetty Images

Come giocherà la Fiorentina di Raffaele Palladino: difesa a 3 o a 4, occhio al possibile cambio di modulo

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Adesso c'è anche l'ufficialità: Raffaele Palladino è il nuovo allenatore della Fiorentina.

A lui dunque il non facile compito di raccogliere l'eredità di quel Vincenzo Italiano protagonista di tre annate che hanno portato un salto di qualità a livello di organizzazione di gioco, ma soprattutto tre finali (una di Coppa Italia, due di Conference League), pur senza portare a Firenze neppure un trofeo.

Palladino nel frattempo, ha preso in mano il Monza matricola della Serie A da Giovanni Stroppa e lo ha portato a un undicesimo e a un dodicesimo posto finale, in entrambi i casi senza rischiare la retrocessione.

Ma come giocherà la Fiorentina di Palladino?

  • DISCEPOLO DI GASPERINI

    Palladino è una sorta di discepolo di Gian Piero Gasperini: sotto la guida del tecnico piemontese ha giocato al Genoa per due stagioni, entrambe in Serie A, ovvero il 2008/2009 - l'annata in cui il Grifone lo ha prelevato dalla Juventus - e il 2009/2010.

    Non è un caso, dunque, che il suo modulo base da allenatore si rispecchi in quello che ha portato il Genoa del Gasp a sfiorare l'approdo in Champions League: difesa a tre, una punta centrale sostenuta da due esterni/trequartisti. Insomma, un 3-4-2-1 pensabile anche come un 3-4-3.

    Così ha giocato il suo Monza per gran parte dell'ultimo biennio: con tre difensori centrali e una punta, a volte leggera (Mota) e a volte più pesante (Petagna, Djuric), sostenuta da un paio di elementi dai piedi buoni come Colpani, Caprari (prima di infortunarsi gravemente), Valentin Carboni o lo stesso Mota.

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  • ALTERNANZA DI MODULI

    E dunque, sarà effettivamente questo il modulo che Palladino utilizzerà alla Fiorentina? Difficile dirlo, specialmente perché non di solo 3-4-2-1 ha vissuto il Monza della Serie A.

    Per alcune settimane, in questa stagione, i brianzoli sono passati alla difesa a quattro. Dunque, a un 4-2-3-1. Sembrava che Palladino dovesse adottare quest'ultimo sistema di gioco già al momento della sua nomina a settembre 2022 (del resto ai tempi il presidente era Silvio Berlusconi, amante di un calcio offensivo): lo ha fatto invece con un anno e mezzo di ritardo, sorprendendo il Milan nella vittoria per 4-2 di febbraio.

    "Abbiamo deciso di cambiare modulo mercoledì - svelava il tecnico in conferenza stampa dopo aver battuto i rossoneri - poi abbiamo visto giocare il Milan contro il Rennes giovedì, in Europa League, e abbiamo preso la decisione definitiva. Abbiamo pensato che giocarcela a specchio fosse la soluzione migliore".

    In pratica, Palladino sa adattare il proprio sistema di gioco alle situazioni e agli avversari. Per dire: alla terzultima contro la Fiorentina ha schierato il Monza con un 4-2-3-1, all'ultima contro la Juventus ha scelto invece la difesa a tre.

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  • L'ESEMPIO DI THIAGO MOTTA

    Un esempio calzante, del resto, è presente proprio nel nostro campionato: Thiago Motta, ex compagno di Palladino nel Genoa e pure lui "figlio" di Gasperini, dal quale ha imparato parecchi segreti del mestiere per diventare un allenatore di successo.

    Ebbene, Motta ha creato il capolavoro bolognese schierando i rossoblù con un'inderogabile difesa a quattro. Lui che a Genova aveva conosciuto il 3-4-3, lui che aveva cominciato la propria carriera in panchina giocando a tre dietro, prima di svoltare allo Spezia e di confermare la difesa a quattro già al suo arrivo a Bologna.

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  • LA ROSA DELLA FIORENTINA

    Da capire dunque come potrà schierarsi la Viola sotto la guida del nuovo allenatore.

    Da allenatore aperto e moderno qual è, Palladino non si affida a un solo sistema di gioco: alterna, cambia, in base all'avversario e al momento che sta vivendo la propria squadra. Oltre naturalmente agli uomini a disposizione, che però a volte hanno il dovere di adattarsi: Zerbin, un elemento dalle caratteristiche piuttosto offensive, a Monza ha fatto l'esterno a tutta fascia con evidenti compiti difensivi.

    A Firenze, Palladino troverebbe terreno abbastanza fertile per sperimentare: una possibile difesa a tre sarebbe formata ad esempio da Martinez Quarta, Milenkovic e Ranieri, con Dodô e Biraghi (o Kayode e Parisi) maggiormente liberi di gestirsi in fascia. Si vedrà. Di certo c'è che, sì, la difesa a tre diventerà un'opzione reale anche a Firenze.

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