Da Chiesa a Zirkzee: i 10 acquisti più deludenti della Premier League 2024/2025

Ian Maatsen sembrava un acquisto importante per l'Aston Villa, che ha battuto la concorrenza per assicurarsi il terzino offensivo del Chelsea, felice di incassare il ricavato della cessione del proprio prodotto del vivaio per rispettare le regole di redditività e sostenibilità (PSR) della Premier League. L'olandese era reduce da un ottimo prestito al Borussia Dortmund, finalista della Champions League, e, a prima vista, i 37,5 milioni di sterline (50 milioni di dollari) sembravano un buon affare per tutte le parti coinvolte.

Tuttavia, il calciatore olandese non è riuscito ad avere un grande impatto, con l'allenatore Unai Emery che ha preferito il francese Lucas Digne come terzino sinistro per la maggior parte della stagione. A 23 anni, Maatsen ha il tempo dalla sua parte, ma se non riuscirà a dare una svolta alla sua carriera, ci saranno dubbi sul prezzo pagato per il suo trasferimento. Va sottolineato che ci sono stati segnali che indicano che sta guadagnando la fiducia di Emery, dato che ha giocato più minuti nelle ultime partite.

Matthijs de Ligt avrebbe dovuto essere il leader difensivo di alto livello necessario per risollevare la retroguardia del Manchester United; invece, è finito per far parte di una delle peggiori squadre dei Red Devils di tutti i tempi, per non parlare dell'era della Premier League.

È difficile dire che abbia sbagliato qualcosa a livello individuale: l'olandese non ha commesso errori che hanno portato a un goal e ha ampiamente dimostrato la sua abilità nel ruolo di difensore centrale. Tuttavia, quando si acquista un difensore con la reputazione di De Ligt per una cifra superiore ai 40 milioni di sterline (53 milioni di dollari), ci si aspetta un ritorno sull'investimento più ampio in termini di miglioramento complessivo.

Lo United ha la nona peggior difesa della Premier League con 54 goal subiti e, vista la qualità a disposizione, è stato troppo spesso messo in difficoltà in fase difensiva. De Ligt dovrà fare appello alla sua vasta esperienza per migliorare nella prossima stagione.

Jadon Sancho ha convinto praticamente tutti di essere ufficialmente tornato grazie a una serie di prestazioni spesso brillanti con la sua ex squadra, il Borussia Dortmund, nella seconda metà della scorsa stagione, mentre era in esilio dal Manchester United, ispirando un'insperata corsa verso la finale di Champions League. Di conseguenza, è stata vista come un'operazione astuta quella del Chelsea che, alla fine dell'estate, ha preso in prestito l'ala con un obbligo di acquisto di 25 milioni di sterline (33 milioni di dollari) inserito nel contratto.

I primi segnali erano promettenti, con Sancho autore di quattro goal in tre partite all'inizio della stagione 2024/2025, ma poi la sua forma è calata ed è diventato sempre più chiaro perché lo United fosse stato disposto a lasciarlo andare. Si vocifera addirittura che i Blues stiano valutando di pagare una clausola di rescissione di 5 milioni di sterline per riportarlo all'Old Trafford.

Ha avuto i suoi momenti di gloria, ma il venticinquenne dovrà sicuramente dimostrare maggiore costanza per avere successo nella capitale, se deciderà di restare.

Inizialmente sembrava che Emile Smith Rowe avrebbe avuto successo lontano dall'Arsenal e che i Gunners avrebbero rimpianto la decisione di lasciarlo andare, ma il suo inizio fulmineo al Fulham si è rivelato in qualche modo fuorviante. Il giocatore più costoso della storia dei Cottagers ha faticato a dare un contributo costante nelle settimane e nei mesi successivi alle ottime prestazioni iniziali, perdendo così il posto da titolare. Il suo allenatore Marco Silva ha anche suggerito che sta nuovamente lottando con i problemi fisici che aveva avuto durante la sua permanenza a Londra.

"Ha avuto un ottimo impatto nei primi mesi, ma dopo la seconda pausa internazionale è calato: dicembre è stato un mese difficile per lui - ha dichiarato Silva a marzo - "Deve trovare la giusta continuità nel suo gioco per esprimersi ad alti livelli e questo è l'aspetto più importante per noi. Non metto in dubbio il suo talento e la sua qualità, ma la Premier League è molto esigente e bisogna essere sempre in ottima forma e al massimo livello fisico. È qualcosa su cui stiamo lavorando con Emile".

Povero vecchio Kiernan Dewsbury-Hall. Il Chelsea ha strappato il centrocampista al Leicester City, neopromosso in Premier League, per la modica cifra di 30 milioni di sterline (40 milioni di dollari) poco dopo aver sottratto ai Foxes l'allenatore Enzo Maresca, vincitore del campionato, con l'aspettativa che Dewsbury-Hall avrebbe ricoperto un ruolo significativo nel sistema tattico dell'italiano come centrocampista offensivo. Come era prevedibile, però, le cose non sono andate così e Dewsbury-Hall potrebbe cambiare squadra nuovamente in estate.

Il 26enne ha visto pochissimo il campo a Stamford Bridge, dove deve lottare con giocatori chiave come Cole Palmer ed Enzo Fernandez per un posto da titolare, e c'è chiaramente un elemento di sfiducia da parte di Maresca nei confronti di un giocatore su cui aveva puntato molto la scorsa stagione al King Power Stadium. Il salto nella massima serie della Premier League era destinato a essere difficile, e Dewsbury-Hall non è riuscito a fare il salto di qualità, anche se non per colpa sua.

Finalmente libero dalle catene della panchina dell'Arsenal, molti si aspettavano di vedere Eddie Nketiah scatenarsi al Crystal Palace, ma finora il suo trasferimento a sud del Tamigi non è andato secondo i piani. L'attaccante ha segnato solo tre goal in Premier League e da fine novembre ha faticato a conquistarsi un posto da titolare.

Una delle ragioni principali della difficile situazione di Nketiah è Jean-Philippe Mateta, il gigante francese che sta vivendo un altro momento di grande forma in attacco come unica punta, non dando al manager Oliver Glasner alcun motivo per ignorarlo. "È un gran lavoratore", ha detto Glasner di Nketiah ad aprile. "A volte mi dispiace un po' per lui, personalmente, quando vedo tutti i suoi sforzi. A volte sembra che le cose non gli vadano bene. Ma arriverà il giorno in cui sarà ricompensato per tutti i suoi sforzi". L'ex giocatore dei Gunners spera sicuramente che sia così.

Quando il Manchester United ha ingaggiato Joshua Zirkzee per 36,5 milioni di sterline (48 milioni di dollari), una cifra inferiore al valore di mercato approfittando di una clausola di rescissione presente nel suo contratto con il Bologna, tutti hanno sciorinato elogi. Sebbene non fosse particolarmente prolifico, l'attaccante aveva disputato un'ottima stagione in Italia, giocando un ruolo chiave nel raggiungimento della Champions League da parte dei rossoblù per la prima volta in 60 anni. Tuttavia, l'olandese si è rivelato l'ultimo centravanti deludente ad indossare la famosa maglia rossa, seguendo da vicino le orme di Rasmus Hojlund.

Nonostante abbia segnato il goal della vittoria all'esordio in Premier League contro il Fulham e abbia mostrato lampi di brillantezza tecnica, Zirkzee ha realizzato solo tre reti in campionato prima che la sua stagione fosse condizionata da un infortunio alla coscia proprio quando le sue prestazioni individuali stavano migliorando. Il 23enne non è stato aiutato dalla pessima forma di Hojlund, poiché ci si aspettava che si facesse carico di un peso che chiaramente non era in grado di sostenere mentre si ambientava.

Questo trasferimento, per il Liverpool, è sempre sembrato destinato a prendere una delle due direzioni possibili: o Federico Chiesa sarebbe diventato un colpo di mercato che avrebbe subito fatto centro ad Anfield, oppure avrebbe continuato a lottare contro gli infortuni e di conseguenza avrebbe faticato ad adattarsi al calcio inglese. Purtroppo, sia per il giocatore che per il club, si è verificata la seconda ipotesi. L'unica consolazione è che è costato ai Reds solo 12,5 milioni di sterline (17 milioni di dollari), anche se il suo stipendio di 140.000 sterline a settimana è un peso.

Fede ha giocato solo 104 minuti in Premier League (466' in tutte le competizioni), ostacolato sia dalla sua forma fisica che dall'incapacità di Arne Slot di fidarsi dell'italiano nelle occasioni in cui era disponibile. Quella che sarebbe potuta essere un'operazione molto astuta si è rivelata alla fine un flop per tutte le parti coinvolte, e non sarebbe una sorpresa vedere il 27enne cercare nuovi orizzonti quando si aprirà la finestra di mercato.

Probabilmente non è una sorpresa che il trasferimento temporaneo di Raheem Sterling dal Chelsea all'Arsenal non sia stato un successo clamoroso: non molti prestiti lo sono. Ma il fatto che sia andata così male è sicuramente una notizia. L'ala del Manchester City, un tempo prolifico, sembra l'ombra di se stesso nel nord di Londra, lasciando al suo club di appartenenza un problema costoso da risolvere quando tornerà a Stamford Bridge in estate.

Il periodo di Sterling all'Emirates è stato caratterizzato da dribbling sterili, tocchi imprecisi e una totale perdita di fiducia. Nonostante il problema infortuni dei Gunners in attacco, ci sono state molte occasioni in cui Sterling è rimasto in panchina senza essere utilizzato, con Arteta che a febbraio ha dichiarato: "Siamo tutti con lui, siamo il meglio per lui e sarà molto importante, abbiamo bisogno che dia il meglio di sé. E abbiamo bisogno che i giocatori che sono qui abbiano questa mentalità per dare un contributo alla squadra". Cosa riserva il futuro al calciatore della Nazionale inglese, è un mistero per tutti.

L'approdo di Joao Felix al Chelsea, costato 46 milioni di sterline (61 milioni di dollari) e con Conor Gallagher passato all'Atletico Madrid, ha sorpreso molti. Dopo una stagione deludente, in cui ha contribuito con solo due goal in campionato, è stato ceduto in prestito al Milan, dove le cose non sono andate molto meglio.

L'acquisto di Felix è sembrato più opportunistico che logico e come prevedibile ha faticato a trovare un ruolo nel sistema di Maresca, con Palmer che occupava il ruolo di numero 10 e l'allenatore che preferiva altri profili anche sulle fasce. La maggior parte dei minuti Joao li ha collezionati in coppa, dove ancora una volta non è riuscito a dimostrare quello che ormai potrebbe rimanere per sempre un talento incompiuto.