Finché si tratterà l’Atalanta come una “favola”, il rischio che questa imploda, si incarti su se stessa, è altissimo. Anche la stesso giochino di Percassi, quel “Bene, ragazzi, abbiamo centrato la salvezza”, può risultare un rischio troppo alto per chi vuole davvero sognare. Un assist troppo adatto allo psicodramma d’ultima parte di stagione.
E, invece, la Dea ha bisogno di realismo. Di capire che realmente è una squadra da Scudetto e non una favola che si trova lì per caso. Una macchina costruita per vincere a lungo termine.
Basta con la retorica dell’outsider, della sorpresa. L’Atalanta può diventare Campione d’Italia se smette di sentirsi inadeguata. Perché a furia di parlare di “favola” a una certa si finisce per accontentarsi del “quasi”. “Quasi-campioni”, “quasi-impresa”, “quasi-tutto”. Ma non tutto.