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L'esordio da sogno del 16enne Butano col Catania: porta inviolata e corsa sotto la tribuna al fischio finale

La line-up dei portieri del Catania del 2008 è un triplo carpiato in un passato che il calcio italiano si è lasciato alle spalle, forse troppo in fretta. Il primo, Albano Bizzarri, El Flaco, ha smesso prima che questo sport, oggi differente nei modi di "vivere" tutte le sfere "giocato", tifo compreso, subisse (passivamente) la rivoluzione del Covid. Tomas Kosicky, invece, gioca ancora, seppur distante, troppo, dall'aria da Serie A che in quel periodo lì, uno dei migliori (lacrimuccia per chi legge) vissuti all'ombra dell'Etna (fazzoletto a chiusura: arriveranno tempi migliori). Damiano Butano, se li conosce, ne ha solo sentito parlare. Anche perché quando Walter Zenga, ancora a Massannunziata, guida in allenamento i suoi portieri non è mica nato.

C'è un altro evento che Damiano, venuto al mondo da neanche due mesi, non ha praticamente vissuto, in quell'anno lì: il Catania che batte la Roma al Massimino nell'ultima partita prima di Natale. A pochi minuti dal calcio d'inizio un uomo vestito da Babbo Natale atterra, aggrappato al paracadute, sul terreno di gioco: l'immagine di Marco Biagianti con il cappello rosso rinvia al nuovo anno qualsiasi discorso relativo alle ambizioni rossazzurre. Ma era la Serie A. Era un'altra storia.

L'ultima partita prima di Natale del 2024, prima di proiettarsi, anima e corpo, nel 2025, Damiano Butano, invece, l'ha vissuta da protagonista. Babbo Natale questa volta non arriva in paracadute: è la Serie C, è una vita dopo. Sedici anni più tardi un uomo vestito come Santa Claus sfila insieme alla mascotte, un Liotru, sulla pista d'atletica del Massimino a pochi minuti dall'inizio della gara contro il Sorrento. Poi l'inno, una canzone di Giuseppe Castiglia: "Catania". Una dedica alla città e al senso d'appartenenza al territorio: ai catanesi. A Damiano, da Catania, che ventiquattro ore prima aveva appreso la notizia che gli avrebbe permesso di lasciarsi alle spalle l'adolescenza. Al Massimino avrebbe giocato lui. A 16 anni, per la prima volta in assoluto.

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