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Vincenzo GrellaGetty

Dalla Serie A ai Mondiali: Grella torna in Italia, sarà l'ad del nuovo Catania

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Con la costituzione del nuovo Catania è stata resa nota la nomina di Vincenzo Grella come amministratore delegato e vicepresidente della società guidata da Ross Pelligra: il passato da giocatore in massima serie e il nuovo ruolo dell'ex Parma ed Empoli.

  • Vincenzo Grella Francesco Totti WC 2006Getty

    DAL CANGURO AL "LIOTRU"

    Giunti in Piazza Duomo, a Catania, il primo impatto è quello con il “Liotru”, al centro, circondato dal Duomo, appunto, e dai palazzi circostanti: qualcuno ci ha scherzato su, diverse settimane fa, all’arrivo di Ross Pelligra nel capoluogo etneo, sostituendo l’elefante con un canguro. Segno ironico del destino di chi, saltando, “cade sempre in piedi”. Per dirla alla catanese.

    Il 2006 è un anno strano per tutti, dal punto di vista calcistico: è quello dell’ultima promozione in Serie A della formazione rossazzurra e insieme quello dei Mondiali in Germania. Periodo speciale, quindi, per chi vive all’ombra dell’Etna.

    Il 26 giugno 2006, invece, è una data che in pochi, in Italia, avranno difficoltà a collocare nella grande timeline del calcio: al Fritz-Walter-Stadion di Kaiserslautern va in scena una delle gare più angoscianti della storia della Nazionale, resa terribilmente complicata dal cartellino rosso sventolato in faccia a Marco Materazzi al 50’. L’Australia sembra un muro invalicabile, mentre il caldo “cuoce” i divani delle case degli italiani, tutt’altro che comodi.

    Poche linee di passaggio, poche idee: la squadra di Marcello Lippi sembra essere finita terribilmente nella trappola di quella guidata da Guus Hiddink, che tra l’altro nell’undici iniziale vanta due giocatori che l’italiano lo parlano benissimo, anche dal punto di vista calcistico. Mark Bresciano e Vincenzo Grella.

    Il primo ha appena lasciato il Parma per trasferirsi al Palermo, dove continuerà ad esultare con la classica posa da “statua”: il secondo, invece, continuerà a vestire la maglia dei ducali ancora per un anno. È arrivato in Italia nel 1998, quando l’Empoli lo preleva dal Carlton: di professione fa il centrocampista, anche con buoni tempi e con ottime intuizioni da schermo davanti alla difesa.

    La partita, in quel pomeriggio di fine giugno del 2006, sappiamo tutti come finirà, decisa dal destro dal dischetto di Francesco Totti, nell’anno in cui essere catanese significava festeggiare due volte. Grella la Serie A la lascerà nel 2008, quando si trasferirà in Inghilterra: ad osservare il “Liotru”, a Catania, però, con Ross Pelligra c’era anche lui. E ci sarà anche lui, come nuovo amministratore delegato della nuova società rossazzurra.

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  • Vincenzo Grella Julio CruzGetty

    UN CENTROCAMPISTA VERSATILE

    Se c’è una cosa che “Vince”, come lo chiamano, non ha mai fatto, quella è stata “tirare indietro la gamba”: anzi. In caso di bisogno la lasciava lì, ad arpionare il pallone. Forse è anche per questo che ha raccolto più di 200 presenze tra Serie A e B, diventando un giocatore fondamentale per qualsiasi dei suoi allenatori.

    È il 1998 quando l’Empoli lo prende in prova per una decina di giorni: lo testa, lo visiona, poi lo mette sotto contratto per un anno. Lui cresce, va in prestito alla Ternana e torna tra le fila degli azzurri, conquistando la promozione in massima serie. Le esperienze al Parma e al Torino lo forgiano e gli permettono di affermarsi, prima di lasciare l’Italia e trasferirsi al Blackburn, fino al 2012, anno della retrocessione del club. Una parentesi non indimenticabile, quest’ultima, condizionata da diversi infortuni.

    Che, poi, è quanto lo ha spinto a ritirarsi a 33 anni, dopo il suo trasferimento al Melbourne Heart, tornato in patria: un peccato. Ma il calcio è così: ciò, comunque, non gli ha impedito di scrivere importanti pagine del calcio australiano.

    E qui ritorniamo al 2006, a quei Mondiali che lo hanno consacrato anche a livello nazionale: perché dei Socceroos è praticamente il migliore. Aveva saltato, con Bresciano, la Confederations Cup del 2005 per disputare lo spareggio salvezza tra Parma e Bologna, ma in Germania ci va, e anche da protagonista.

    Proprio la sua sfida contro l’Italia viene definita una delle migliori prove di un giocatore australiano nella massima competizione internazionale: vale tanto, se ti qualifichi ai Mondiali dopo 32 anni. Vale un’infinità, per un giocatore che ha fatto della professionalità e della serietà i motivi ricorrenti della sua carriera.

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  • Vincenzo GrellaCatania SSD

    UNA NUOVA SFIDA

    Le sliding doors, a volte, non perdonano: per Grella nel corso degli anni si sono fatti avanti club importanti come Roma e Inter, ma gli infortuni non hanno permesso il definitivo salto di qualità. “Salto” che spetta a un canguro, se ci si pensa: quello che adesso vuole fare con il Catania.

    Con la costituzione della nuova società rossazzurra, fallita negli scorsi mesi ed estromessa dalla Serie C prima della fine del campionato, e poi aggiudicata a Ross Pelligra, imprenditore australiano, è stata resa nota la nomina di Vincenzo Grella come amministratore delegato e vicepresidente.

    Un ruolo importante, anche dal punto di vista operativo: da centrocampista era solito ragionare in mezzo al campo, disegnare geometrie e anticipare i movimenti avversari. Adesso, dietro a una scrivania, dovrà programmare e progettare l’ascesa del Catania, risorto dalle ceneri per l’ennesima volta, proprio come l’incisione nella “Porta Ferdinandea” della città. “Melior de cinere surgo”: la firma l’ha messa lui, quella più importante, per la rinascita.

    E Vincenzo Grella sorride: ritorna in Italia dopo 14 anni, ma questa volta vedrà il campo dall’esterno. Sa come funziona. Conosce le dinamiche e i meccanismi: le sfide, d’altra parte, gli son sempre piaciute. Il resto sarà il pallone a dirlo.

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