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CeferinGetty Images

Ceferin detta la nuova linea della UEFA: stop alle multiproprietà, no al Mondiale per Club ogni due anni e nessun dialogo con la Superlega

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Il presidente UEFA Aleksander Ceferin, in una lunga intervista rilasciata a Politico, ha affrontato i principali nodi del calcio europeo e internazionale, fissando la posizione della confederazione su temi che da mesi alimentano il dibattito. 

Dal futuro della Superlega al nuovo Mondiale per Club, passando per le regole sulle multiproprietà e i rapporti con la FIFA, il numero uno del calcio europeo ha ribadito la volontà di difendere la credibilità delle competizioni, limitare i rischi di sovraccarico per i calciatori e mantenere una linea ferma contro i progetti che mettono in discussione l’attuale sistema.

  • SUPERLEGA, NESSUNA TRATTATIVA

    Negli ultimi mesi erano circolate indiscrezioni su possibili contatti tra la UEFA e i club rimasti legati al progetto Superlega, in particolare Real Madrid e Barcellona

    Ceferin ha escluso ogni trattativa in corso: 

    “Se la UEFA era in trattative con le squadre allora il presidente della UEFA non lo sa. E senza che io lo sappia, non ha senso. Quindi non è vero”. 

    Ha ammesso che esistono canali di comunicazione con i due club, citando anche un incontro con Joan Laporta, ma ha chiarito che non si tratta di negoziati e che il formato della Champions League non subirà modifiche. 

    “Real Madrid e Barcellona sono sempre i benvenuti nella famiglia del calcio europeo, dove sono sempre appartenuti”.

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  • MONDIALE PER CLUB SOLO OGNI 4 ANNI

    Un altro tema centrale riguarda il nuovo Mondiale per Club FIFA, al via nell’estate 2025 con 32 squadre. 

    Ceferin ha detto di non essere preoccupato dall’introduzione del torneo, purché resti un appuntamento ogni quattro anni: 

    “I nostri club lo volevano, soprattutto i grandi club, penso che la ragione fosse principalmente finanziaria. E se organizzano un Mondiale per club ogni quattro anni, per la nostra organizzazione e per me personalmente, va benissimo. Ma basta così. Ogni due anni? Non sarei d’accordo con questo”.

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  • TROPPE PARTITE

    Il presidente UEFA ha spiegato che i rapporti con la FIFA sono oggi più distesi: 

    “Forse il primo comunicato stampa era un po’ troppo emotivo. Ci sono cose su cui non siamo d’accordo, ma sul 90 percento sì”. 

    Resta però forte la preoccupazione per il calendario congestionato e per la salute dei calciatori: 

    “La cosa più problematica è che i giocatori sono morti dopo la stagione, e poi devono andare a giocare in questo torneo di cinque settimane, che è troppo. (…) Con la Coppa d’Africa a gennaio è una storia senza fine. Quindi è dura”.

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  • MULTIPROPRIETÀ

    Il dossier più delicato è quello delle multiproprietà, con diversi club europei controllati dagli stessi gruppi di investimento. Ceferin, parlando a Politico, ha spiegato la posizione della UEFA: 

    “Vietarla completamente significa spingere gli investitori fuori dal calcio. Permettere che due club siano posseduti dallo stesso proprietario e giochino nella stessa competizione per noi è inaccettabile, a causa della credibilità della competizione”.

    La confederazione sta valutando soluzioni temporanee, come il ricorso a blind trust per ridurre l’influenza diretta dei proprietari. 

    Ma il presidente UEFA ha indicato chiaramente il limite invalicabile: 

    “Permettere allo stesso proprietario di maggioranza con influenza decisiva in due club di giocare nella stessa competizione non accadrà. Questo non accadrà perché significherebbe che la competizione perde tutta la credibilità”.

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  • CASO CRYSTAL PALACE

    Ceferin ha infine parlato del caso Crystal Palace, escluso dalle coppe europee a causa di vincoli di multiproprietà. 

    “Certo che ho simpatia, sarebbe stata una cosa storica per loro. Ma non è colpa della UEFA se è successo. Giocheranno comunque in Europa, anche questo è un aspetto positivo. Non sono stato coinvolto nel processo decisionale; ho solo saputo il risultato. Ma certo, mi dispiace. Non è colpa dei tifosi, non è colpa della UEFA e non è colpa dei giocatori e degli allenatori”.

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