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Capuano e le dimissioni dal Foggia dopo la tragedia: "Atteggiamenti che non mi sono piaciuti, ho visto morire tre ragazzi"

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Eziolino Capuano
ha rilasciato un'intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, nel corso della quale ha spiegato i motivi che l'hanno spinto a dimettersi dal ruolo di allenatore del
Foggia
.


Il tecnico ha guidato i pugliesi per un mese e cinque partita: ingaggiato il 27 settembre scorso, il 28 ottobre ha rassegnato le proprie dimissioni da guida tecnica del club.


Dopo qualche giorno di silenzio, Capuano è tornato sulla vicenda e ha spiegato quali sono i motivi che l'hanno spinto a lasciare la panchina rossonera.




  • LE DIMISSIONI DAL FOGGIA

    "Le dimissioni non sono una resa. Alleno da 34 anni di fila, penso di avere dimostrato che l’uomo supera l’allenatore. Rifarei altre mille volte la scelta di Foggia, per la piazza che è. Ma nell’intervallo dell’ultima partita col Sorrento ho deciso di andare via. L’etica e il comportamento vanno al di sopra di tutto, quindi malgrado le prestazioni e i risultati era meglio così. E non era colpa del presidente Canonico, che sa di calcio e ha investito tanto. Colpa dei giocatori? Ho sempre preferito i giocatori affidabili a quelli forti, che magari ti fanno vincere una partita ma poi ti distruggono la squadra. Sono subentrato e mi sono dovuto adeguare".

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  • "HO VISTO MORIRE TRE RAGAZZI"

    “Un tifoso che portava una corona di fiori a quei tre nostri ragazzi morti a Potenza mi ha fatto sentire in colpa. Avevo portato io i genitori all’obitorio a riconoscere quei ragazzi. Non mi sono sentito in grado di continuare quel percorso. Mi sono dimesso per rispetto della piazza. Mi ha colpito la tragedia: il calcio non è una palla che rotola, ho visto morire tre ragazzi che tifavano per la loro squadra e ci sono stati atteggiamenti che non mi sono piaciuti. Meglio lasciare portandomi via il dolore, rinunciando a uno stipendio”.

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