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Edoardo Bove 2024-2025Getty Images

Bove al lavoro per il ritorno in campo, anche in Italia: "Non escludo nulla"

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Sembra essere passata una vita da quel 1° dicembre 2024 quando, durante un Fiorentina-Inter, Edoardo Bove collassò a terra a causa di un malore di natura cardiaca che fece temere il peggio a tutti i presenti e non solo.

Ora Bove è rientrato alla Roma dal prestito in Toscana e spera nel ritorno in campo: il defibrillatore sottocutaneo che gli è stato impiantato non gli consente di giocare in Italia, ma all'estero (dove le regole a riguardo sono meno stringenti) sì.

Eppure, come si evince dall'intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport', Bove non ha perso la speranza di tornare a calcare i campi della Serie A: intanto è al lavoro per mantenersi in forma, in attesa di buone notizie dai medici che lo hanno in cura.

  • LAVORO INTENSO E VISITE

     "Non riesco a star fermo, devo muovermi, gioco a padel, ho la palestra in casa. Il prossimo passo è il ritorno in campo. Bisogna fissare il come, il dove e quando. Le visite saranno state una decina, molte di semplice controllo, elettrocardiogramma, prove sotto sforzo, holter pressorio, oltre a aritmologiche e a studi elettrofisiologici. Sono preparato. I medici hanno giustamente tutte le cautele. Ci vuole ancora un po' di tempo, ma sento che si sta chiudendo il cerchio. Stiamo parlando con la Roma. Sono sotto contratto fino a giugno 2028, è ancora lunga".

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  • I MESI FIORENTINI

    "Ci sono stato solo dieci mesi, eppure mi sento legatissimo a un posto in cui ho vissuto più emozioni negative che positive. Firenze, la città, è stata importante. Quando non avevo cose da fare andavo in giro, il Lungarno, le strade del centro, vedevo solo cose belle, incontravo gente che mi copriva d’affetto. Alla fine le cose più dolorose sono anche le più potenti. La sofferenza, se condivisa con gli altri, enfatizza i rapporti, oltre che i ricordi. Di notte sogno goal in rovesciata, sotto la traversa, quelli che non mi competono".

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  • ERIKSEN E MOURINHO

    "Con Eriksen ci siamo sentiti più di una volta, nei primi giorni e anche in estate. Abbiamo qualcosa in comune, pur non conoscendoci di persona. Me lo sento vicino e sono contento che abbia trovato un'altra squadra. In estate ho sentito Mourinho, il mio papà calcistico. Si era fatto vivo subito, a dicembre, con mio padre che lo adora. Cane malato? Rispose così a una domanda in conferenza stampa, per lui ero e resto Edu. Alla portoghese, Eduardo".

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  • "RITORNO IN ITALIA? NON ESCLUDO NULLA"

    "Non escludo niente. I medici non sono ancora giunti a una conclusione, potrei anche essere a posto. Ho la piena consapevolezza della situazione, sto da Dio e ho una gran voglia di tornare alla mia passione".

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