Il numero degli estimatori cresce a dismisura al culmine di un triennio nel quale l'Udinese ha sempre raggiunto la qualificazione ad una coppa europea.
Tra i gioielli della cristalleria friulana, Benatia è sicuramente uno dei più luminosi e appetibili. Nell'estate del 2013 è Walter Sabatini a trovare gli argomenti giusti per portarlo alla Roma: all'Udinese vanno 13.5 milioni di euro oltre alla cessione in comproprietà di Nico Lopez e Verre.
All'ombra del Colosseo sta prendendo gradualmente forma la nuova Roma di Rudi Garcia, tecnico arrivato in estate dopo l'esperienz al Lille. Lui e Benatia parlano (letteralmente) la stessa lingua e l'alchimia che nasce è semplicemente straordinaria. Benatia diventa subito un elemento imprescindibile del pacchetto difensivo romanista, sfornando prestazioni di altissimo profilo, spesso e volentieri condite da quel goal che inizia a diventare una dolce ed irrinunciabile abitudine.
A fine anno saranno 5 in 33 partite, con la Roma che disputerà una delle migliori stagioni della propria storia, chiudendo al secondo posto (con 85 punti alle spalle della Juventus) centrando la qualificazione alla Champions League.
Tutto secondo copione, tutto bellissimo. Un matrimonio che sembra funzionare da qualsiasi prospettiva lo si guardi, cela in realtà le prime pericolose crepe. A gennaio del 2014, il calciatore considera inadeguata la proposta di rinnovo contrattuale avanzata dalla Roma e decide di rimanere concentrato sul campo, rimandando qualsiasi discorso all'estate.
Poi l'estate si avvicina per davvero e la situazione inizia a farsi sempre più incandescente. Le parole di Sabatini, in tal senso, confermano un clima non propriamente sereno:
"Medhi è un ragazzo di principio - spiegò a 'Repubblica' nel maggio del 2014 - è scivolato su qualche parola maldestramente, nessuno può definire una proposta di aumento da 3-400mila euro ridicola. Ma non voleva prendere le distanze dalla squadra o dai romanisti.
Non va demonizzato, è stato fenomenale, al momento della firma un anno fa aveva avanzato istanze su un ritocco perché altri gli offrivano di più e io gli avevo promesso un ritocco, ma evidentemente avevamo visioni discordanti sull'entità.
La cassa di risonanza l'ha alimentata il procuratore Sissoko, un menestrello. Lui si permette di quantificare come congruo per Benatia un valore di 30 milioni, io valuto 30 il suo piede peggiore, quindi per prenderlo ne servono almeno 61.
E visto che per Benatia nessuno di quelli che gli hanno proposto contratti da 4 o 5 milioni offrirà 61 milioni, è incedibile. Benatia ripenserà al tutto e gli dirò che se centreremo gli obiettivi che ci siamo posti confluirà in un nuovo assestamento che lo porterà nel tempo a guadagnare quanto gli offrono altri".
Quanto offrono gli altri lo si scoprirà soltanto pochi mesi dopo: ad agosto, negli uffici di Trigoria viene recapitata l'offerta ufficiale del Bayern Monaco. Una proposta da 30 milioni di euro, bonus compresi. Ovvero la valutazione 'fatta' dall'agente.
L'offerta intriga il calciatore e fa gola anche alle casse della Roma. Morale della favola, il 'no' è una risposta che non viene nemmeno contemplata. Dopo un solo anno Benatia e la Roma sono già ai saluti.
"A dicembre del primo anno a Roma potevo andare allo United, avrei guadagnato 4 volte di più di quanto guadagnavo a Roma, ma rifiutai, perché avevo un patto con Sabatini per riportare la Roma in Champions - la spiegazione di Benatia a 'ReteSport' - Poi a fine stagione avremmo deciso, ma dissi loro che avrei fatto quello che serviva per il bene della Roma qualora avessero avuto necessità, ma ribadisco: io non volevo lasciare la Roma.
Voglio bene a Sabatini, è una grande persona, ma a fine stagione mi presentarono un’offerta di rinnovo che non era quella che mi aspettavo. Il City mi voleva ma rifiutai a giugno, perché a gennaio la Roma mi aveva promesso il rinnovo che non arrivò. Quando tornai capii che mi volevano vendere, ma non ho mai chiesto i soldi che poi mi avrebbe dato il Bayern. Chiesi uno stipendio per sentirmi importante dentro lo spogliatoio, ma non cifre folli.
Passai per str***o, ma non accetterò mai questa cosa, perché fu la società ad avere queste necessità. I tifosi devono sapere la verità e se ne sono resi conto dopo. Sabatini è uno dei migliori in Italia, con Massara, hanno fatto un lavoro straordinario, ma non era ovviamente colpa loro, ma della proprietà.
Un presidente della Roma che veniva due volte l’anno, ma come si fa? In una piazza come Roma? La Roma dovrebbe lottare per vincere la Champions ogni anno con la tifoseria che ha".