Ci sono momenti nello sport che vanno oltre il semplice risultato. Diventano icone, simboli culturali che vanno ben oltre il gioco. Il 28 giugno 2012 è stato uno di quei momenti, ed è appartenuto solo a Mario Balotelli. Nella semifinale degli Europei di Varsavia, l'Italia affrontava una Germania favorita, imbattuta e dominante. La Germania schierava già quella generazione d'oro che due anni dopo sarebbe diventata campione del mondo, mentre gli Azzurri avevano Gigi Buffon, che all'epoca sembrava ancora quasi senza età, Andrea Pirlo, il re dello swag, e l'imprevedibile pazzo Balotelli, appena ventunenne. In quella partita Balotelli ha offerto una prestazione di brutale efficienza e bellezza mozzafiato.
Al primo goal, al 20', Antonio Cassano, un altro simpatico 'pazzo' del calcio mondiale, superò due difensori tedeschi sul lato sinistro dell'area di rigore e crossò al centro. Lì Balotelli saltò con una potenza che i suoi marcatori semplicemente ignorarono e colpì di testa la palla in rete in modo imparabile. Ma è stato il secondo goal a renderlo famoso in tutto il mondo, trasformandolo in un meme immortale.
Al 36' Riccardo Montolivo, per metà tedesco, ha lanciato un pallone lungo e alto dalla propria metà campo verso Balotelli. Il suo controllo è stato morbido, quasi delicato, la sua corsa verso la porta inarrestabile. Philipp Lahm gli correva dietro, ma non aveva alcuna possibilità di raggiungerlo. E poi quel tiro: un colpo di tale potenza e precisione che sembrò un colpo di frusta quando la palla si infilò sotto la traversa. Manuel Neuer, probabilmente il miglior portiere del mondo all'epoca, non si mosse nemmeno.
Ma ciò che accadde dopo quel goal sarebbe stato ancora più grande della prestazione di Balotelli. Balotelli si strappò la maglia, rimase immobile, tese tutti i muscoli del busto e fissò lo sguardo in lontananza. Nel suo volto non c'era traccia di gioia, solo un'intensità feroce e inflessibile, come scrisse allora il quotidiano taz in un meraviglioso articolo.
Ad alcuni la posa ricordava l'incredibile Hulk, il muscoloso supereroe. Balotelli stesso ha poi affermato di aver voluto rappresentare la liberazione dalla schiavitù, la rottura delle catene. Ecco lui, l'altro Mario, il ribelle con un messaggio. All'epoca, la rivista Time interpretò così la scena: "Ecco la mia pelle nera italiana", sembrava dire, un eroe italiano, nero e orgoglioso, che invita tutta l'Italia ad abbracciarlo e con lui un altro concetto di confini dell'identità italiana.