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Arnautovic prima del ritorno all'Inter: dal 'Triplete' alla Cina

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“Il mio periodo all’Inter? Più che giocare, direi che lì mi allenavo”

Quando pronuncia queste parole ai microfoni di ‘Sky Sports Austria’ a settembre 2021, Marko Arnautovic è da poco un giocatore del Bologna con cui, al primo colpo, metterà a segno il record personale di reti in una singola stagione (15).

In chi legge, è impossibile non effettuare l’accostamento ad un carattere sfrontato e ribelle, e non è sbagliato affermare che altrimenti le cose si sarebbero sviluppate in maniera diversa: qui però Arnautovic si mette a nudo, ostentando tutta quella consapevolezza che negli anni precedenti era terribilmente mancata.

La consapevolezza di avere a disposizioni doti importanti, frenate da atteggiamenti lontani dall’essere considerati professionisti: questa particolarità la riscontriamo praticamente sempre nel ‘primo’ Arnautovic, quello che ancora non sapeva di essere forte e, se sì, quanto lo fosse.

Una presa di coscienza 'a scoppio ritardato' ma, in queste circostanze, torna utile il vecchio e caro detto: meglio tardi che mai.

  • DAL TWENTE ALL’INTER CON LA NOMEA DI ‘NUOVO IBRAHIMOVIC’

    La trafila giovanile di Arnautovic avviene nella sua Austria fino al 2006, ossia l’anno che gli cambia la vita: il Twente lo porta in Olanda dal Floridsdorfer e ha ben presto modo di accorgersi della bontà dell’investimento.

    Nonostante i 17 anni di età, Arnautovic può contare su un fisico imponente che lo fa risaltare rispetto ai suoi coetanei, decisamente più smilzi: il salto in prima squadra è solo questione di tempo e, quando ciò accade, non è strano ascoltare paragoni con Zlatan Ibrahimovic, con il quale condividerebbe movenze e atteggiamenti in campo.

    L’Ibrahimovic vero, nel frattempo, è stato appena ceduto dall'Inter al Barcellona in cambio di 49 milioni di euro più il cartellino di Samuel Eto’o: il ‘Triplete’ è ancora soltanto nei pensieri di Massimo Moratti, che puntella una rosa di campioni con l'innesto delll’austriaco.

    L’operazione con cui la trattativa va a buon fine nell’agosto del 2009 è quella del prestito con diritto di riscatto, quest’ultimo legato al recupero da un infortunio rimediato in finale di Coppa d’Olanda pochi mesi prima: frattura da stress al piede destro.

    Proprio questo problema gli preclude la possibilità di un trasferimento al Chelsea per 12 milioni di sterline, eventualità confermata dallo stesso giocatore qualche mese più tardi: Londra resta un miraggio, a favore di Milano che invece diventa il teatro privilegiato delle ‘imprese’ extra-campo.

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  • Il ‘TRIPLETE’ CON L’INTER: CONTRIBUTO QUASI DEL TUTTO ASSENTE

    Proprio questo stop di natura fisica lascia Arnautovic in disparte durante la preparazione estiva, trascorsa a dedicarsi al recupero: alla fine i gettoni accumulati con la maglia dell’Inter saranno appena tre, di cui il primo il 6 gennaio 2010 nel finale della trasferta del ‘Bentegodi’ contro il Chievo, al posto di Mario Balotelli.

    Proprio ‘Supermario’ rappresenta l’amico su cui poter sempre contare, la spalla perfetta per dominare la scena nella movida notturna milanese, dove Arnautovic dimostra di destreggiarsi con maggiore padronanza rispetto alle dinamiche del prato verde.

    “Facevamo scherzi e dispetti ai compagni tutti i giorni – le dichiarazioni di Arnautovic a ‘Sportweek’ a dicembre 2022 - Come i bambini, veramente. Lui (Balotelli, n.d.r.) di più. Sfrecciava in via Montenapoleone col macchinone per farsi vedere. Lui davanti, io dietro. E i ragazzi e le ragazze, quando lo vedevano per strada. 'Uhhhh Mario'. Anche lui pensava di essere il più forte di tutti. Pure lui è cambiato. Ci sentiamo spesso”.

    Se il rapporto con Balotelli va alla grande, lo stesso non può dirsi relativamente a Mourinho: lo ‘Special One’ si dimostra insofferente alle bravate dell’austriaco, beccato con le ciabatte dell’albergo ai piedi ad una riunione tecnica. In un’altra circostanza, invece, Arnautovic si presenta ad Appiano Gentile di prima mattina, dimenticandosi però dell’allenamento al pomeriggio.

    "Marko è geniale. Dopo tanti ritardi si è presentato all'allenamento con addirittura cinque ore d'anticipo...".

    Questa uscita del tecnico portoghese spiega alla perfezione l’incapacità di Arnautovic di integrarsi all’interno di un gruppo che, di lì a poco, avrebbe scritto la storia del calcio italiano: troppa differenza tra un arsenale di campioni e un giovane ancora acerbo – per sua stessa ammissione – a livello comportamentale.

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  • Arnautovic Werder 2013Getty

    IL WERDER BREMA E LA LUNGA PERMANENZA IN INGHILTERRA

    Lo scenario del riscatto del cartellino dal Twente, insomma, non sta né in cielo e né in terra: gli olandesi cedono Arnautovic a titolo definitivo al Werder Brema e, il sorteggio dei gruppi della Champions League 2010/2011, regala al ‘nuovo Ibra’ la chance di dimostrare che, a Milano, la decisione di lasciarlo andare via è stata presa a cuor troppo leggero.

    Nel girone i tedeschi sono sorteggiati proprio con l’Inter (oltre che, per una strana coincidenza, anche col Twente) che nello scontro diretto in programma a San Siro il 29 settembre 2010 fa valere lo status di campione d’Europa in carica: un 4-0 travolgente, firmato da Eto’o (autore di una tripletta) e Sneijder.

    L’occasione del confronto col recente passato è troppo ghiotta per Arnautovic, ancora col dente avvelenato per l’esito finale dell’avventura milanese: le stoccate inferte alla sua ex squadra non passano inosservate.

    “Inizialmente facevo sempre battute e scherzi – le dichiarazioni rilasciate a ‘Sport Bild’ – anche con gente appena conosciuta, anziché concentrarmi sul calcio. Ora penso di aver capito. Qui al Werder siamo un gruppo, una squadra. All’Inter era completamente diverso, ognuno faceva le cose per conto suo.

    Arnautovic si prende una sorta di ‘rivincita’ nella gara di ritorno in Germania, con un 3-0 che impedisce all’Inter di festeggiare la qualificazione agli ottavi da prima del raggruppamento e che porta anche la sua firma.

    Maturazione raggiunta? Neanche per sogno: nel finale dell’ultima stagione completa trascorsa in Germania, il classe 1989 torna a far parlare di sé per un’altra bravata: a fine aprile 2013, Arnautovic e l’ex juventino Elia vengono sorpresi dalla Polizia a violare i limiti di velocità in auto, con un comportamento ritenuto “aggressivo”. Entrambi vengono sospesi dal Werder alla vigilia del delicato incontro di Bundesliga col Bayer Leverkusen, fondamentale per la conquista della salvezza.

    Un episodio che forse risulta decisivo nella scelta, da parte del club teutonico, di salutare Arnautovic il 2 settembre successivo, quando lo Stoke City sborsa poco meno di 3 milioni di euro per il suo cartellino. In biancorosso dà il contributo a quattro salvezze, tra cui tre noni posti e un tredicesimo, ma è nella stagione 2015/2016 che si verifica la svolta tecnica.

    Arnautovic compone un tridente offensivo di tutto rispetto con Bojan Krkic e Xherdan Shaqiri con i quali, l’intesa, è decisamente ottima: l’austriaco conclude la stagione oltrepassando la quota dei 10 goal per la prima volta dal 2009, quando col Twente ne aveva realizzati 14. Nell’estate 2016 è anche uno dei pilastri dell’Austria a Euro 2016: sebbene l’avventura si concluda con un pareggio e due sconfitte, Arnautovic sente finalmente di aver eseguito quello step mentale tanto atteso.

    Se invece parliamo di step tecnico, ciò è da ascrivere alla chiamata del West Ham nel luglio 2017: 25 milioni di sterline che consentono ad Arnautovic di sbarcare finalmente a Londra con otto anni di ‘ritardo’, dopo il fallimento della famosa trattativa col Chelsea.

    Un’avventura che però non si rivela particolarmente fruttifera: in cascina un tredicesimo e un decimo posto in Premier League, nonostante numeri personali di tutto rispetto. Così, a 30 anni, Arnautovic sorprende nuovamente tutti: a luglio 2019 è un giocatore dello Shanghai SIPG.

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  • ARNAUTOVIC IN CINA: UNA PRIGIONE ‘DORATA’

    Quella è l’epoca delle spese faraoniche (e forse anche folli) operate dal movimento cinese nel disperato tentativo di raggiungere in brevissimo tempo i livelli d’eccellenza del calcio europeo, una corsa senza freni che finisce per coinvolgere anche Arnautovic.

    Lo Shanghai SIPG è una delle società più in vista della nazione ma, al netto degli investimenti effettuati, in due anni con Arnautovic in rosa non si registrano exploit: certo, l’ex Inter fa la differenza sotto l’aspetto qualitativo in un contesto piuttosto povero in tal senso, ma le vittorie vengono sempre sfiorate e mai festeggiate.

    Inevitabile dunque, a luglio 2021 quando i rubinetti economici sono ormai prossimi alla chiusura, un ritorno nel calcio europeo: il Bologna sborsa 3 milioni più bonus e, ad Arnautovic, garantisce uno stipendio da 2,7 milioni a stagione, che lo rendono il giocatore più pagato di sempre della società felsinea. Un modo alternativo per entrare nella storia.

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  • IL RITORNO ALL'INTER

    In maniera del tutto inaspettata, il treno delle grandi occasioni torna a presentarsi davanti agli occhi di Arnautovic: l'Inter, orfana di Dzeko e Lukaku, si rivolge al Bologna per l'acquisto dell'austriaco, decisamente favorevole ad un ritorno dopo 13 anni.

    Otto milioni più bonus per il club felsineo, un contratto biennale per Arnautovic che si prepara a vivere un nuovo capitolo del suo tormentato rapporto con la Milano nerazzurra, forte di una maturità che gli mancò terribilmente in quell'appuntamento con la storia a cui partecipò soltanto di sfuggita.

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