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Arbitro accusato di aver truccato partite in Primavera e Serie C: avrebbe indirizzato il risultato verso l'esito di alcune scommesse

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Una grave accusa nei confronti di un arbitro scuote il mondo del calcio italiano.

A muoverla è la Procura di Reggio Calabria che ha indagato cinque soggetti con l'accusa si associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.

L'organizzatore sarebbe stata proprio un arbitro della sezione di Reggio Calabria che dirigeva match di Primavera, Primavera 2 e Serie C.

  • L'ACCUSA DELLA PROCURA VERSO L'ARBITRO

    Secondo quanto si legge su 'Calcio e Finanza', che riporta la nota della Procura di Reggio Calabria "le indagini iniziate nel gennaio del 2024 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria e proseguite anche con la partecipazione dei Finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, che già investigava con altra Procura della Repubblica, hanno avuto origine da una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa ad un flusso anomalo di scommesse su di un incontro calcistico della categoria Primavera. L’attività investigativa che ne è derivata – come confermata, allo stato, dalle valutazioni del Giudice per le Indagini Preliminari – ha permesso di raccogliere gravi elementi in ordine all’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta da un arbitro della Sezione di Reggio Calabria delle categorie Primavera, Primavera 2 e Serie C, il quale dirigeva l’arbitraggio di diversi incontri calcistici, in modo da indirizzare il risultato finale e farlo convergere verso gli esiti oggetto di scommesse mirate effettuate dai membri del sodalizio”.

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  • CINQUE AGLI ARRESTI DOMICILIARI

    Nell'operazione condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e i Finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza è stata data "esecuzione a una misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 5 soggetti, indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive”.

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  • RIGORI INESISTENTI E SQUADRE FAVORITE

    Nella nota della Procura di Reggio Calabria viene anche spiegato il presunto modus operandi dell'arbitro indagato.

    "Anche in seguito alla sua sospensione da parte degli organi di giustizia sportiva che avevano accertato le prime irregolarità, il direttore di gara reggino individuava altri colleghi arbitri, designati per i singoli incontri sportivi, per poi avvicinarli e corromperli, mediante la dazione o la promessa di somme di denaro, che potevano arrivare anche a 10.000 euro a partita, sempre affinché questi conducessero una direzione di gara funzionale a far convergere il risultato verso l’esito delle scommesse effettuate dai membri dell’associazione. Il modus operandi era semplice ma efficace: l’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di goal tale da poter garantire il verificarsi del pronostico “over” (cioè il superamento di un numero totale di goal per ogni match).Il direttore di gara riusciva ad ottenere tale risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori delle squadre avversarie senza una reale motivazione. Queste decisioni risultavano avere un impatto assolutamente rilevante sull’epilogo delle gare, che era ben lontano da quello conseguente al corretto e leale svolgimento delle competizioni sportive”.

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