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Carlo Ancelotti The Greatest GFX GOAL

Più di un semplice allenatore: Carlo Ancelotti può affermare di essere il più grande della propria generazione

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Quando Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti si sono parlati la mattina dopo la vittoria del Real Madrid sul Bayern Monaco, il Vate di Fusignano stava ancora soffrendo gli effetti di quella allucinante rimonta spagnola nel finale.

"Carlo, ho passato davvero un brutto periodo guardando quella partita!"ha detto Sacchi."Arrigo, è una tattica - gli ha risposto Ancelotti in tono impassibile -Fingiamo di essere morti e poi, all'improvviso, alla fine della partita, ci rialziamo e vinciamo!".

L'allenatore del Real Madrid ovviamente scherzava, ma c'è chi crede seriamente che Ancelotti sia un uomo senza progetti: splò vibrazioni, nessuna tattica.

In effetti, i suoi critici lo vedono come una sorta di Harry Redknapp italiano, uno che per anni si è guadagnato da vivere in alcuni dei club d'élite europei semplicemente dicendo a Cristiano Ronaldo & Co. di "correre qua e là".

Una visione del genere non fa decisamente onore ad Ancelotti. Dopotutto, stiamo parlando di un uomo che ha forti pretese sul titolo di più grande allenatore di tutti i tempi.

  • Pep Guardiola Jose Mourinho Barcelona Real Madrid 2011Getty

    I SEGUACI DI GUARDIOLA

    Persone come Fabio Capello e Jorge Valdano sostengono da tempo che, nel bene e nel male, Pep Guardiola è diventato l'allenatore più influente nel mondo del calcio.Il catalano ha chiaramente vinto la guerra con José Mourinho, quando il suo bellissimo Barcellona si è scontrato con il pragmatico Real Madrid del portoghese in uno scontro tossico dopo l'altro. Ciò fa sì che i seguaci di Guardiola siano ormai ovunque.

    L'Arsenal ha pensato che l'unico modo per competere con Guardiola fosse assumere uno dei suoi protetti, ovvero Mikel Arteta.Dopo la scioccante addio di Jurgen Klopp, che ha semplicemente esaurito le energie cercando di tenere il passo con l'implacabile macchina vincente costruita da Guardiola all'Etihad, il Liverpool si è rivolto a un super-tifoso confesso dell'allenatore del Manchester City come Arne Slot.

    Solo qualche giorno fa, inoltre, il Bayern Monaco ha affidato uno degli incarichi più importanti al mondo a Vincent Kompany, un allenatore recentemente retrocesso che sembra avere una sola qualifica: una volta giocava con Pep.

    Il Chelsea, nel frattempo, nominerà nei prossimi giorni un altro dei discepoli ed ex assistenti di Guardiola: Enzo Maresca.

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  • Carlo Ancelotti 2023-24Getty

    IL CALCIO NON È COMPLESSO

    In questo senso Ancelotti è una sorta di anomalia nell'era dei filosofi del calcio e dei tattici tormentati.Non è legato ad un unico modo di fare le cose.Un tempo, molti, molti anni fa al Parma, quando sentiva che il 4-4-2 imparato con Sacchi era sacro, rifiutava Roberto Baggio. Poi ha capito l'errore.

    Di conseguenza, "non ha mai coltivato un'ideologia, come il Guardilismo o il Sarrismo", nel senso che non si ossessiona, non si stressa.

    "Il calcio è la mia passione ma cerco di gestire le cose nel modo più semplice possibile - ha detto recentemente a Jorge Valdano -"Il calcio per me non è complesso, è semplice, anche nella strategia. Per attaccare ci vuole creatività, per difendere ci vuole organizzazione. Sulla seconda posso dirti di più, ma la creatività non la insegni".

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  • Vinicius Junior Carlo Ancelotti Real Madrid 2023-24Getty

    DUE SOLI TIPI DI GIOCATORE

    Di conseguenza, ai suoi giocatori offensivi viene concesso un livello di libertà che è l’antitesi alla microgestione e all’automatismo oggi prevalenti nel gioco moderno.Ma ad Ancelotti non interessa.

    "Sarei un idiota se, con un attaccante come Vinicius, che ha il monopattino sotto i piedi, non mi concentrassi sul contropiede - ha sostenuto in un'intervista al Corriere dello Sport - Se ho Modric e Kroos, non posso aspettarmi di pressare alto.

    E vi faccio un ultimo esempio: se ho Ronaldo davanti a me, studio spesso come fargli arrivare la palla. Non gli chiedo di stancarsi rincorrendo. Lo stessocon Ibra. Essenzialmente ci sono due tipi di giocatori: quelli che fanno la differenza e quelli che devono correre".

  • Ancelotti RonaldoGettyImage

    "UN GRANDE ORSETTO TENERO"

    Nel clima attuale questo modo di pensare sembra quantomeno arcaico e eccessivamente semplicistico.Eppure funziona.Ancelotti è adorato da quasi tutti i giocatori che hanno giocato con lui, forse perché lui stesso era un talento di livello mondiale ai suoi tempi, un membro chiave del Milan di Sacchi che ha definito un'era e cambiato il calcio.

    Ma c'è chiaramente qualcosa di più oltre alle esperienze condivise ai massimi livelli.Ancelotti è rinomato tra gli allenatori rivali per la sua umiltà, umorismo e calda personalità, ed è significativo che Vinicius Jr e Toni Kroos affermino entrambi che a loro piace parlare con l'italiano (e nemmeno di calcio), mentre Cristiano Ronaldo lo ha paragonato a un grande orsetto tenero.

    "È gentile, sensibile - ha detto il portoghese a ESPN -Vorrei che ogni giocatore potesse avere l'opportunità di lavorare con lui perché è una persona fantastica, un allenatore fantastico e mi manca molto, perché abbiamo vinto tanti trofei insieme".

    E questo è il punto: anche se l'acume da allenatore di Ancelotti spesso non viene riconosciuto - e talvolta viene addirittura ridicolizzato - i suoi risultati sono notevoli.

    Carlo è l'unico uomo nella storia ad aver vinto tutti e cinque i "grandi" campionati europei (Serie A, Premier League, Ligue 1, Bundesliga e La Liga), oltre al record di cinque Champions League da allenatore.

    Questa sera potrebbe alzare il trofeo per la quinta volta.Quando si tratta di titoli importanti, nessun altro si avvicina. "Sia Pep che Sir Alex (Ferguson) fanno parte della storia, ma diamo un'occhiata a cosa ha ottenuto Ancelotti - ha recentemente affermato Ruud Gullit -È il re dei re, migliore di chiunque altro".

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  • Carlo-Ancelotti(C)Getty Images

    GENIO TATTICO

    Ovviamente c'è un argomento molto valido da sostenere secondo cui Ancelotti dovrebbe essere considerato solo il "perfetto allenatore di un grande club", come ha detto Clarence Seedorf, piuttosto che il più grande di tutti i tempi, perché non è riuscito a realizzare qualcosa di simileal miracolo di Ferguson ad Aberdeen.Né ha ricostruito un club allo stesso modo dello scozzese, che ha riportato il Manchester United al top.

    C'è anche il fatto che, sebbene abbia ripetutamente superato in astuzia Guardiola, l'italiano non ha avuto la stessa influenza di Pep.

    Tuttavia, l'idea che non sia un allenatore eccezionale è assolutamente ridicola. Ancelotti ha visto subito "qualcosa di Kakà" in Jude Bellingham e lo ha spinto ancora più avanti.Chiedete all'inglese perché sia "esploso" a Madrid in questa stagione e vi dirà che è tutto merito della "libertà" che gli ha concesso il proprio allenatore.

    Ancelotti ha anche trasformato Andrea Pirlo in uno dei migliori registi che il calcio abbia mai visto ("Mi ha cambiato la carriera"), mentre ha trasformato Ronaldo in un centravanti senza che il portoghese nemmeno se ne accorgesse, modificando la sua formazione senza palla per liberare il capocannoniere di tutti i tempi del Real Madrid da qualsiasi compito difensivo.

    È anche molto più meticoloso di quanto la stampa e il pubblico pensino, il che spiega perché ha ripetutamente avuto la meglio sui coaching influencer più celebri con strategie sorprendenti o sostituzioni perfettamente tempestive.

    Come ha detto Kroos su Amazon Prime Video,"ha un piano tattico per affrontare al meglio ogni avversario e questo è il lato della medaglia che spesso passa inosservato".

  • Carlo Ancelotti Real Madrid 2023-24Getty Images

    "INSEGUO IL SUCCESSO, NON I CONSENSI"

    In fin dei conti, però, Ancelotti non è mai stato veramente interessato ai consensi: anzi, ne sembra indifferente.

    Non sta cercando di cambiare il calcio.Non persegue la perfezione,insegue il successo. "Vittorie e titoli sono l'unità di misura del lavoro dell'allenatore - ha detto al Corriere- Il profitto influenza il tempo e la carriera, ma è così in tutti i settori. È chiaro che giocando bene è più facile ottenere risultati, ma mi diverto quando vinco".

    E ha ragione.Anche se è troppo umile per dirlo, in realtà appartiene a un gruppo tutto suo. E, nel profondo, lo sa anche lui.

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