Prosegue la crisi juventina. I bianconeri, infatti, al Bentegodi contro il Verona non vanno oltre il 2-2. E diventano quattro gare di fila, per Madama, senza la via del successo.
Da elogiare invece lo spirito dei padroni di casa, più vivi che mai, pronti a lottare fino all’ultimo centimetro per cercare di centrare l’obiettivo salvezza. Il primo tempo premia principalmente il coraggio del Verona: baricentro alto, marcature a uomo a tutto campo, intensità al potere.
È da applausi la prodezza di Folorunsho che sblocca gli equilibri, mentre la Juventus risponde sfruttando un tocco di mano di Tchatchoua – su conclusione di Kostic – sapientemente ottimizzato da Vlahovic dagli undici metri. Bianconeri sfilacciati, senza le misure giuste, alle prese con l’aggressività scaligera.
In avvio di ripresa, di testa, è Magnani a spaventare Szczesny. Mentre Noslin scalda i guantoni del portiere polacco. Che, successivamente, non è perfetto – eufemismo – sulla conclusione vincente del solito Noslin, al primo lampo nell’élite italiana. Risposta immediata di Rabiot.
Per un match, occasioni alla mano, decisamente gradevole. Due chance nel finale per Chiesa. Nulla da fare. È un punto per uno.