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Sampdoria  da Wembley alla Serie C

Sampdoria, sull’orlo del baratro: da Wembley alla Serie C?

Oggi la Samp fatica a ritrovarsi. I risultati non arrivano, la fiducia scricchiola, e la classifica è pesante. Non basta più il ricordo di ciò che è stata: serve una risposta, concreta e collettiva. Perché il rischio di scomparire davvero dal calcio che conta non è mai stato così vicino.

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Dalla gloria di Wembley al rischio retrocessione in Serie C

C’è una data che nessun tifoso blucerchiato potrà mai dimenticare: 20 maggio 1992, la notte della finale di Coppa dei Campioni a Wembley contro il Barcellona. Sotto la guida di Boskov, in campo c’erano Vialli, Mancini, Pagliuca tra i pali. Sugli spalti, un’intera città che sognava in grande. Sembrava il punto di svolta definitivo nella storia della Sampdoria, il momento in cui tutto poteva cambiare.

Oggi, più di trent’anni dopo, quel ricordo fa ancora battere il cuore, ma si scontra con una realtà dura, che pesa. La Samp è ferma a 32 punti dopo altrettante giornate di Serie B. Da diciottesima si trova in piena zona retrocessione, appaiata alla Reggiana che, a oggi, disputerebbe i playout contro il Brescia. E in tutto questo, i Blucerchiati hanno tre lunghezze di ritardo dal Cittadella, quindicesimo in classifica.

La retrocessione in Serie C non è più un’ipotesi lontana. È uno scenario concreto, che incombe, che fa paura, e che ogni settimana si avvicina un po’ di più. Con sei partite ancora da giocare, servirà molto più dell’orgoglio per restare in piedi. Serviranno lucidità, freddezza, punti pesanti. E quello scatto d’orgoglio autentico, da squadra che sa da dove viene. E che, proprio per questo, non può dimenticare chi è.

L’epopea Mantovani e la notte di Wembley

Tra il 1984 e il 1994 prende forma una delle squadre più affascinanti del calcio italiano, cresciuta sotto la guida di Paolo Mantovani, presidente visionario e appassionato, capace di trasformare una provinciale in un modello. In dieci anni arrivano sei trofei: uno Scudetto, quattro Coppe Italia, una Coppa delle Coppe.

Ma più dei titoli resta impressa un’idea di calcio che unisce talento, compattezza e senso di appartenenza. Vialli e Mancini ne sono l’immagine più viva, insieme a Pagliuca, Vierchowod, Cerezo e Lombardo – solo per citarne alcuni – in una squadra riconoscibile, amata ovunque.

Il culmine arriva nel maggio del 1992, con la finale di Coppa dei Campioni a Wembley contro il Barcellona. La Samp di Boskov è lì, a un passo dalla leggenda, ma il sinistro di Koeman spegne il sogno. Non però il ricordo di un gruppo che ha lasciato un segno profondo.

Un anno dopo, la morte di Mantovani apre una crepa difficile da colmare. Il declino non sarà immediato, né rumoroso. Solo lento, continuo, silenzioso. E proprio per questo, inesorabile.

Declino costante, fino al 2025

La retrocessione del 1999 segna la fine di un ciclo, l’uscita definitiva da un’epoca irripetibile. Bisogna attendere il 2003 e l’arrivo di Riccardo Garrone per ritrovare equilibrio e dignità, con il ritorno dell’entusiasmo e di volti che lasciano il segno: Cassano, Palombo, Flachi, Quagliarella. Ma quella nuova stabilità si rivelerà fragile.

Con l’era Ferrero cambia tutto. Il palcoscenico prende il posto della sostanza, i bilanci diventano precari, le cessioni si fanno dolorose e le scelte di mercato spesso sbagliate. Il tracollo arriva nel 2021, con l’arresto del presidente e una crisi che travolge ogni certezza.

Nel 2023 la Sampdoria retrocede. Viene salvata in extremis da Matteo Manfredi e Andrea Radrizzani, ma ciò che resta è una squadra sospesa, vulnerabile, compressa tra la memoria di ciò che è stata e il timore di non riuscire più a ritrovarsi.

Una panchina instabile, una stagione in bilico

La stagione 2023/24 comincia con Andrea Pirlo, chiamato a dare forma a una squadra ancora scossa, fragile nelle certezze e alla ricerca di una nuova identità. L’inizio è incerto, ma con il tempo la Sampdoria ritrova un minimo di equilibrio e riesce a chiudere il campionato in zona playoff. L’eliminazione contro il Palermo, però, lascia più dubbi che speranze.

Pirlo viene sorprendentemente confermato, ma dura solo tre giornate prima dell’esonero. Al suo posto arriva Andrea Sottil, che in 13 partite di Serie B raccoglie soltanto quattro vittorie. Da metà dicembre tocca poi a Leonardo Semplici, che ne vince due su 16, entrambe arrivate a inizio febbraio contro Cosenza e Modena.

Dopo il successo contro i Canarini al 25° turno, la Sampdoria cade a Bolzano contro il Südtirol, per poi inanellare quattro pareggi consecutivi. In questo filotto riesce a fermare tre squadre della parte alta della classifica: Sassuolo, Palermo e Bari.

Ma il momento positivo si interrompe. Arrivano due sconfitte pesanti: prima lo 0-3 incassato a Marassi contro il Frosinone, poi lo 0-2 di domenica nel Derby ligure sul campo dello Spezia. L’ennesima battuta d’arresto costa la panchina a Semplici, sostituito da Alberico Evani, già ex giocatore della Samp, coadiuvato da Attilio Lombardo, che dei blucerchiati è stato uno dei giocatori più rappresentativi dell'epoca d'oro.

Numeri che pesano, cuore che deve bastare

La Sampdoria fatica a trovare una vera identità. I numeri, impietosi, raccontano due sole vittorie nelle ultime ventidue partite, 32 gol segnati e 46 subiti. Una squadra che cerca risposte, ma che continua a perdersi nei momenti decisivi.

Tra aprile e maggio si deciderà tutto. Sei partite senza respiro – Cittadella, Juve Stabia, Carrarese, Cremonese, Catanzaro, Salernitana – un calendario denso, dove ogni punto potrebbe valere la salvezza. E sabato, alle 17.15, a Marassi arriva proprio il Cittadella, quindicesimo in classifica. È lo scontro diretto per eccellenza.

Una vittoria permetterebbe non solo di agganciare i Granata, ma anche di scavalcarli in classifica. All’andata finì 0-0, e oggi la differenza reti – -12 per la Samp, -23 per il Cittadella – potrebbe diventare decisiva. I veneti arrivano da uno 0-0 contro la Carrarese, attualmente undicesima, e non trovano i tre punti da quattro giornate: due pareggi e due sconfitte. Le quote per la sfida di sabato, sul segno Doppia Chance 1X + Under 3.5, oscillano tra 1.50 e 1.85.

Sulla carta, proprio Cittadella, Carrarese e Salernitana – oggi penultima – rappresentano le occasioni più concrete per fare punti. Perché contro Juve Stabia, Cremonese e Catanzaro, tutte in piena corsa playoff, il margine d’errore sarà minimo. E ogni errore, da qui in avanti, potrebbe pesare come una condanna.