LDU: tre sole parole, un unico grande incubo per ogni tifoso del Fluminense, che questa storia la vorrebbe cancellare, far finta che non sia mai esistita. LDU: tre sole parole e due drammatiche finali perse nel giro di un anno.
Di maledizioni nel calcio ne abbiamo raccontate tante, ma questa ti toglie il respiro, un po' come quando giochi in altura. Solo chi l'ha provato può capire cosa significa. La vista si offusca, ti manca l'aria e giocare a calcio diventa l'ultima cosa che vuoi fare. In Sudamerica l'altura è un fattore, lo è sempre stato, a prescindere dai valori in campo.
Puoi avere anche Messi e perdere 6-1 contro la Bolivia, come successo all'Argentina di Maradona del 2009. Una delle sconfitte più umilianti nella storia della Seleccion, travolta totalmente da una squadra mille volte più debole ma decisamente più abituata a giocare a 3600 metri di altezza. Nel corso degli anni nazionali e club hanno provato diversi metodi per combattere l'altura (si dice che il mate sia uno di questi) ma un vero antidoto di fatto non esiste. A dimostrarlo è stato ancora una volta Messi, che in una delle ultime partite contro l''odiata' Bolivia ha lasciato il campo alll'intervallo rivolgendosi a De Paul con una frase che rende perfettamente l'idea di cosa significa giocare in quelle condizioni: "Sono morto".
GettyE a morire, sportivamente parlando, sono stati anche i tifosi del Fluminense tra il luglio del 2008 e il dicembre del 2009. L'altura si è improvvisamente palesata di fronte a loro lasciandoli letteralmente senza fiato. Nella Copa Libertadores del 2008 il Flu era tra le più accreditate alla conquista della 'Champions sudamericana'. In squadra c'erano giocatori del calibro di Thiago Neves, Arouca, Cicero, Dario Conca, Washington e un giovane Thiago Silva a guidare la difesa. Tutto faceva dunque pensare a una vittoria nella finale contro la LDU, squadra ecuadoregna che aveva il suo punto di forza nella 'Casa Blanca', lo stadio di casa situato a 2734 metri sul livello del mare.
"Giocare qui è impossibile"
Renato Gaucho, tecnico del Fluminense, lo aveva già capito che andare in trasferta a Quito era come approdare su un altro pianeta. Le due squadre si erano già affrontate nella fase a gironi e alla fine il Flu aveva avuto la meglio nel doppio confronto (0-0 in Ecuador, 1-0 in Brasile). L'altura aveva già rappresentato un grosso problema, ma non sembrava insormontabile. Bastava resistere a Quito, poi a Rio sarebbe stato tutto più facile. Questo è stato il pensiero quando Fluminense e LDU si sono ritrovate di nuovo faccia a faccia in finale.
L'andata si è giocata a Quito, alla 'Casa Blanca', e dopo il primo tempo il Flu era già sotto 4-1. "Giocare qui è impossibile", proprio così. Le parole di Renato Gaucho riecheggiavano nella testa dei giocatori come una sentenza. il 4-2 ha permesso al Fluminense di mandare la finale ai rigori dopo il 3-1 nel match di ritorno al Maracanà, ma gli errori dal dischetto di Thiago Neves e Washington hanno confezionato il dramma e consegnato la Copa Libertadores per la prima volta nelle mani della LDU.
Un anno dopo il destino ha offerto una seconda occasione al Flu, questa volta in Copa Sudamericana. Una sorta di Milan-Liverpool in salsa sudamericana, ma senza alcuna rivincita. La finale d'andata si è giocata ancora una volta a Quito ed è finita pure peggio della prima volta. 5-1 per la LDU, dopo che il goal lampo dell'ex romanista Marquinho aveva illuso maledettamente i brasiliani. Nel match di ritorno, senza l'effetto altura, il Flu si è arrampicato fino al 3-0, ma non è bastato. La Coppa è andata ancora una volta alla LDU: tre lettere, un incubo. Al Flu in realtà sarebbe bastata una lettera e un numero, nella più classica delle forrmule: O2, ossigeno, quello che l'altura gli ha portato via.
Dopo quelle due finali perse, il Fluminense non riuscirà più ad arrivare in fondo a un grande torneo internazionale. Ma nel 2017 si prenderà una piccola rivincita negli ottavi di Copa Sudamericana eliminando finalmente la LDU, ma soprattutto battendola a Quito, alla 'Casa Blanca', nella sua cattedrale.
"Abbiamo eliminato la LDU in altura. Non abbiamo modo di non emozionarci"
Il Flu verrà eliminato nel turno successivo dagli eterni rivali del Flamengo, ma per molti sfatare la maledizione altura è stato meglio di vincere un trofeo.
