Troy Deeney Watford Premier LeagueGetty Images

Deeney e il Watford: una bandiera ad ovest di Londra

Se cercate un CAPITANO, una bandiera, prendete l'aereo e volate a Londra. Nella periferia ovest c'è Watford e la bandiera è Troy Deeney , esempio di chi sposa un progetto credendoci per davvero. Roba ormai rara.

In Deeney gli Hornets trovano un leader, un bomber e chi sa guidarli nella scalata dalla Championship alla Premier. Giampaolo Pozzo ringrazia, perchè il buon Troy una mano la dà anche a chi - Udinese a parte - nel 2012 investe Oltremanica per calcare Anfield e Old Trafford. Riuscendoci.

Uno nato nella patria della Land Rover non può che avere i giri del motore alti, a Watford se ne accorgono e nel 2010 vanno a prenderlo nel Walsall dando vita a una story ancora ricca di sentimento dopo 11 anni.

A Deeney un 'grazie' lo deve anche Gianfranco Zola , che nel 2013 vive uno dei momenti più forti dell'intera carriera: ritorno della semifinale playoff col Leicester , 'Magic Box' è il tecnico dei londinesi e in pochi secondi vede l'incubo trasformarsi in qualcosa di epico.

Le 'Foxes' sbagliano un rigore, l'azione riparte e Troy segna il goal che vale la finalissima . Adrenalina pura, il Dio del calcio ha fatto sul serio consegnandogli i panni dell'eroe. E pazienza se il Watford in Premier ci sale l'anno seguente: la follia resta. Lui, d'altronde, è uno a cui le difficoltà fanno un baffo.

"Non sento nessuna pressione, pressione è vedere mia madre che fa tre lavori per affrontare il Natale".

Dopo quel Watford-Leicester le parti capiscono di dover stare tanto tempo insieme, perchè un momento del genere merita di essere cavalcato. A proposito, dei tifosi hanno pensato di chiamare come Deeney il loro stallone da corsa .

" Ha le stesse caratteristiche di Troy e, proprio come lui e il piccolo vecchio Watford, sulla carta siamo sfavoriti. Ma se gareggerà con lo stesso atteggiamento di Deeney, qualche chance la avremo ".

Il Watford è la squadra di Elton John , a cui è intitolata un'intera tribuna di Vicarage Road (un gioiellino): la 'Elton John Stand' . A chi regala emozioni regalargliene è un atto dovuto: no problem 'Sir', ci pensa Deeney. Goal a raffica, fascia al braccio e grinta da vendere.

Fisico da corazziere e fiuto per la porta lo rendono in poco tempo un idolo e ben voluto, a dispetto di un faccione che può far paura il '9' sprizza good vibes e dispensa sorrisi. Ma... c'è sempre un 'ma'.

Nel 2012 Deeney si ritrova in manette per aver pestato dei giovani studenti fuori un locale insieme al fratello minore e ad altre due persone: 10 mesi di condanna, alleviati dalla semi-libertà . Tutto a stretta distanza dal rinnovo col Watford.

Sembra l'inizio della fine, invece le cose per fortuna si sistemano e pagato lo scotto Deeney mette la testa a posto: 20, 25 e 21 sono gli score di reti confezionati da Troy nelle stagioni seguenti all'arresto, col salto in Premier i numeri calano ma rimangono importanti. Ad oggi, 140 centri in 419 presenze .

Chi con Deeney non riesce a instaurare un feeling è Walter Mazzarri , al timone degli Hornets nel 2016/2017: il bomber gioca e non gioca, tanto che al tecnico livornese - che lo accusa di avere qualche chilo di troppo addosso - dopo il divorzio riserva parole al veleno.

" Con lui non ci divertivamo più, il calcio in quel periodo era diventato solo un lavoro. Io e lui non siamo andati d'accordo fin dall'inizio. A volte segnavo, la squadra vinceva e la partita dopo ero in panchina. Chiedevo se avessi fatto qualcosa di sbagliato e mi rispondeva 'no, sei stato grande'. Cercavo risposte, ma non le ho mai avute".

" Nel mercato di gennaio ha anche cercato anche di cedermi , il che non mi è piaciuto. Gli avevo anche chiesto se fossi in vendita e mi rispose 'no, abbiamo bisogno di te, sei il capitano, sei tutto'. E invece stava tramando alle mie spalle ".

Troy Deeney Walter MazzarriGetty Images

Deeney non si tiene niente, parla in faccia e questo gli vale una leadership naturale: non lo ferma nemmeno un brutto infortunio al ginocchio, tra sogno Europa e lotta retrocessione sugli ultimi anni del Watford c'è sempre il timbro del capitano.

Il 2019/2020 gli riserva più dolori che altro, con un avvio 'shock' salvato dall'arrivo in panchina di Nigel Pearson . Sì, colui che guidava il Leicester in quella folle sfida playoff diventa l'allenatore di Deeney e rialza i 'Calabroni' con filotti e vittorie di lusso contro United e Liverpool.

Le cose migliorano fino all'incubo Covid, che ferma il calcio. Deeney - che durante il lockdown in una diretta social si presenta con la maglia della Juve - stavolta ha paura, pensa alla sua famiglia e nonostante l'ok della Premier si rifiuta di tornare in campo .

" Io non mi alleno . Mio figlio di 5 mesi ha difficoltà respiratorie e non voglio metterlo in pericolo . Ho già perso mio padre e i miei nonni, quasi tutti quelli a cui volevo bene. La salute della mia famiglia è più importante di qualche sterlina in più nel portafogli ".

Un 'no' che sembra categorico, ammorbidito dalle rassicurazioni dello staff sanitario del club che convince Troy ad allenarsi di nuovo . Ma non senza una nota amara, amarissima.

" In alcuni messaggi auguravano a mio figlio di contrarre il Coronavirus ".

Seppur a fatica il caso è chiuso: il presente dice che Troy, dall'estate 2021, dopo aver salutato la propria isola felice trasferendosi al Birmingham CIty: ma gli Hornets, resteranno per sempre nel cuore.

Pubblicità