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Dalla Serie A alla Terza categoria, con la passione per la pesca: Ighli Vannucchi

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Lo aspettano con il ghigno, i compagni presenti nello spogliatoio del Comunale di Chiavari: filmano l’orologio IKEA appeso alla parete. Stile minimal, significato importante: la lancetta dei minuti ha appena superato il fatidico “12”. Superate le 14 in punto, insomma, è ritardo: il tutto accompagnato con gli “Olè” dell’intero gruppo.

Sono tutti in tuta quando Ighli Vannucchi varca la porta dello spogliatoio: per lui gli anni non sembrano mai passare. Ha gli stessi caratteri del viso del suo esordio in Serie A con la maglia della Salernitana, in un pomeriggio di metà settembre del 1998. Delio Rossi lo fa entrare al 59’ al posto di Giacomo Tedesco: alla fine vinceranno i giallorossi con la doppietta di Paulo Sergio e la rete di Francesco Totti. Altri tempi.

Tempo, ecco, sì, tempo: il tempo che si è fermato, ma non per le lancette del povero orologio appeso alla parete che segna inequivocabilmente le 14:03. Prova a giustificarsi, Vannucchi, mostrando l’orario dello smartphone: i compagni si uniscono e in coro indicano le lancette. Ighli prende la rincorsa e si scaglia contro l’incolpevole essere inanimato. Due colpi assestati, poi un salto: devastato. Distrutto completamente.

Il video, presente ovviamente su You Tube, fa parte del canale personale dell’giocatore: sì, giocatore. Perché gli scarpini al chiodo non li ha ancora appesi: è sceso ancora regolarmente in campo, tra i dilettanti, con lo Spianate, dopo un primo ritiro avvenuto dopo le esperienze al Viareggio e al Real Forte dei Marmi Querceta. Si trattava solo di una parentesi, in fondo: adesso Ighli ha messo da parte la chioma a caschetto che lo ha sempre contraddistinto sui campi d’Italia, in favore di un look più fresco. La numero 10, però, è sempre sulle sue spalle.

La stagione 2007/08 per l’Empoli è il più classico esempio di tonfo nel baratro in salsa calcistica: in quella precedente i Toscani sono riusciti a conquistare una storica promozione in Coppa UEFA, con il settimo posto in Serie A festeggiato con le bandiere europee. Nulla, proprio nulla avrebbe potuto mai far pensare a una retrocessione: i due avvicendamenti in panchina (il doppio cambio Cagni-Malesani) e i tanti talenti (con l’esplosione di Sebastian Giovinco, in prestito dalla Juventus) non bastarono a evitare l’epilogo dell’ultima giornata, sancito dal pareggio del Catania contro la Roma.

Le premesse di quell’annata storta arrivarono sin dal primo turno di Coppa UEFA: l’Empoli vince all’andata al Castellani, ma perde al ritorno in casa dello Zurigo. Fuori. Peccato. C’è un goal di quella stagione, comunque, che vale la pena citare: il 10 febbraio a Empoli arriva la Lazio di Delio Rossi, che tra l’altro, per il grande disegno del destino calcistico è anche, come già accennato, l’allenatore che ha fatto esordire Vannucchi in massima serie. Al 7’ c’è una punizione con due opzioni: Giovinco o Ighli. Con la 10 sulle spalle prende la rincorsa e scavalca la barriera, battendo Ballotta: corre verso la tribuna esultando e rilanciando le speranze salvezza, poi infrante.

L’esecuzione di quel calcio di punizione, comunque, si avvicina spaventosamente al lancio meticoloso di una canna da pesca: un movimento preciso volto a far partire uno spiovente, la lenza con l’amo, che inganna il portiere. Il pesce in rete.

Quello della pesca non è solo un hobby, per Vannucchi: è una vocazione. Abituati alle foto di Erling Haaland e Darwin Nunez, icone moderne del calcio associato alla pesca, occorre fare un passo indietro e aprire una grande parentesi su quanto fatto, ideato e prodotto dall’ex Empoli.

Il suo sito, BuonaPesca, è solo il frutto di un cammino che parte da lontano e che ha trovato sbocco anche su Sky, con la conduzione di un programma sul canale tematico dedicato alla sua passione.

“Nasco con la canna da pesca in mano e negli ultimi anni è diventata una vera professione”, ha raccontato a SuperNews.

C’è tempo per dedicarsi totalmente alla pesca: a 45 anni la storia calcistica di Ighli Vannucchi non è ancora finita. Con un post sulla sua pagina Facebook, dopo aver lasciato diversi interrogativi circa il prosieguo della sua carriera, aveva rilanciato la voglia di continuare a calciare un pallone.

"Grazie mille ragazzi è sempre un emozione ricevere attestati di stima nonostante siano trascorsi molti anni. Grazie a tutti i commenti di affetto ma vorrei continuare a regalar qualche pennellata… il CALCIO ha ancora bisogno di ME … sarei ancora SENZA SQUADRA cercasi terza vicino casa progetto serio, no perditempo".

Lo Spianate, comunque, gli aveva regalato una gioia inattesa. Terza categoria Lucca, gara contro l’Unione Quiesa Massaciuccoli. È l’ultima giornata, in un clima di festa d’inizio giugno: lo Spianate vince 8-3, ma il tabellino è straordinario. Dunque l'ennesimo viaggio 'romantico' col sì alla Folgore Segromigno, sempre in Terza e al Real Lucca, squadra alla quale aveva segnato proprio in maglia Folgore.

Facciamo un passo indietro e torniamo ad aprile 2022: il carosello di foto presente sul profilo Instagram di Niccolò lo raffigura con la fascia da capitano al braccio, sulla maglia gialloverde. Niccolò: chi? I capelli e i lineamenti non tradiscono: la genetica neanche. C’è la foto di un abbraccio e tutto diventa più chiaro: è il figlio di Ighli.

Stesso sangue, stesso cognome: tornando a giugno e leggendo il tabellino della sfida contro l’Unione Quiesa è facile trovare la soluzione all’episodio dell’orologio. Tra i marcatori figurano entrambi: padre e figlio.

Un’emozione incredibile e insieme il segno che con quel gesto nello spogliatoio del Comunale di Chiavari Vannucchi ha effettivamente fermato il tempo. Il suo, quello degli altri e del calcio italiano che lo ricorda con la maglia dell’Empoli (tra le altre) a condurre una città in Europa. Storico fino alla fine, come una pescata del destino.

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