Il fisco colpisce nuovamente Josè Mourinho. Dopo aver pagato quasi cinque milioni per chiudere un contenzioso con l'agenzia delle entrate spagnola, l'ex tecnico dell'Inter dovrà sborsare ulteriori 800.000 euro per evitare il processo e una possibile condanna ad un anno di cacere.
Mourinho ammette di fatto di non aver dichiarato introiti per 3,3 milioni di euro tra il 2011 e il 2012: all'epoca era allenatore del Real Madrid e disponeva di una società offshore con sede nelle Isole Vergini Britanniche, utilizzata per pagare meno tasse sui soldi derivanti dalla vendita dei propri diritti di immagine.
L'evasione fiscale, la seconda tornata, è venuta alla luce con Football Leaks, l'inchiesta giornalistica legata al calcio che aveva messo in prima pagina diversi fuoriclasse, tra calciatori, allenatori e dirigenti. Conti segreti, numeri dei trasferimenti sgonfiati o gonfiati, contenuti in milioni di documenti riservati.
Mourinho utilizzava lo stesso modus operandi di Cristiano Ronaldo, svelato da Football Leaks: entrambi sono assistiti del connazionale Jorge Mendes, super agente sotto inchiesta in territorio spagnolo per una evasione fiscale di 15 milioni di euro.
Nel 2015 Mourinho aveva già pagato quattro milioni e mezzo di euro per precedenti evasioni fiscali, ma i conti offshore dei tempi spagnoli sono tornati alla luce in seguito all'inchiesta: il pubblico ministero spagnolo ha denunciato così sul lusitano, che ha denunciato redditi falsi "con l'intenzione di ottenere dei benefici illeciti".
Intanto Mourinho si gode il suo secondo anno al Manchester United, con uno stipendio annuale di 28 milioni di euro: i 5 e 300.000 pagati all'agenzia delle entrate spagnola sono una minima parte rispetto al totale guadagnato dall'ex Inter nell'ultimo decennio di carriera.
