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La nuova vita di M'Vila: dai 6 mesi all'Inter alla chance con l'Olympiacos

Griezmann, Pogba, Lloris e Benzema sono solo alcuni dei componenti della generazione d'oro del calcio francese, capace di vincere un Mondiale e una Nations League tra il 2018 e il 2021: in questa lista sarebbe potuto entrare anche il nome di Yann M'Vila, probabilmente uno dei più grandi rimpianti del tanto osannato movimento transalpino e classica meteora anche del calcio italiano, che ha avuto modo di 'ammirarlo' soltanto per pochissimo tempo.

Cresciuto nelle giovanili del Rennes, M'Vila mostra fin da subito a tutti di che pasta è fatto, mettendosi in bella mostra nella squadra delle riserve dove diventa subito uno dei pilastri: il tecnico della prima squadra, Frederic Antonetti, non si lascia sfuggire l'occasione di lavorare con un talento del genere e nel 2009/2010 lo aggrega in pianta stabile tra i 'grandi'. Una stagione d'oro per il ragazzo nativo di Amiens e per l'Inter, club che entrerà in scena qualche anno più tardi e a cui è legato da un filo più o meno diretto.

Nonostante la giovanissima età, il comportamento di M'Vila in campo è quello di un giocatore esperto e navigato: grazie ad un fisico imponente si rivela un centrocampista molto abile soprattutto in fase difensiva, lasciando agli altri il compito di inventare in zona goal. Che segnare non sia il suo forte lo si capisce dalle appena 4 reti realizzate in 150 partite con la maglia rossonera, dato che comunque non intacca la competitività della squadra, finita al sesto posto in Ligue 1 per due campionati consecutivi tra il 2010 e il 2012.

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Yann M'Vila FranceGetty Images

Per gli attenti osservatori del calciomercato è impossibile non accorgersi di M'Vila, nemmeno per quelli di un'Inter in odore di 'ristrutturazione' dopo anni di successi in Italia, in Europa e nel mondo: d'altronde anche la titolarità conquistata nella nazionale maggiore francese gioca in favore del ragazzo, aspetto che fa impennare il prezzo del cartellino e le sue quotazioni a livello internazionale.

Alla fine, a gennaio 2013, è il Rubin Kazan a sborsare circa 10 milioni di euro, sfruttando la cresta dell'onda dal punto di vista economico che in quel momento accompagna il calcio russo. Soltanto rimandato il matrimonio con l'Inter, alle prese con le cessioni eccellenti di Coutinho e Sneijder per rinsavire un bilancio messo a durissima prova dalle rigide norme del neonato Financial Fair Play ideato dall'UEFA.

In Russia M'Vila resta una stagione e mezza, fino all'estate del 2014 che segna il suo approdo in Serie A: merito, come detto, dell'Inter di Mazzarri che chiede con forza un centrocampista 'metodista', ossia capace di giocare all'occorrenza anche da difensore centrale. Inizialmente l'attenzione si dirige verso i profili di Daniele De Rossi e Luiz Gustavo: se per la colonna della Roma è impossibile intavolare una trattativa col club capitolino, per il brasiliano il Wolfsburg fa muro e non accetta meno di 30 milioni, cifra che la società nerazzurra non può proprio permettersi di spendere.

M'Vila è dunque una terza scelta e i dubbi, più che sotto l'aspetto tecnico, riguardano un carattere un po' troppo spigoloso che gli ha fatto perdere la Nazionale guidata da Deschamps, scottato da una bravata commessa a Le Havre durante il ritiro con l'Under 21; a sporcare la fedina di M'Vila è anche la notte trascorsa in carcere dopo un alterco con un amico, episodio che gli ha fatto guadagnare la non ambita nomea di bad boy.

Al netto di questi tentennamenti, l'Inter scioglie le riserve a luglio 2014, quando regala finalmente a Mazzarri il centrocampista tanto desiderato: le difficoltà economiche non consentono di strappare una condizione migliore del prestito oneroso (un milione) con diritto di riscatto fissato a ulteriori 9, che poi è l'ideale per valutare al meglio il giocatore ed, eventualmente, preparare l'investimento per l'acquisto a titolo definitivo.

Il 19 luglio è il giorno della presentazione alla stampa in quel di Pinzolo, sede del ritiro estivo dei nerazzurri: dalle parole di M'Vila traspare la voglia di non sentirsi già arrivato, atteggiamento perfetto per ingraziarsi subito una buona fetta del tifo.

"Voglio dare il massimo per questo club. Vedo - si legge sul sito ufficiale della società meneghina - nell'Inter un progetto ambizioso, una società che vuole tornare in alto. Proprio come me. Ho conosciuto la preparazione all'Italiana, mi piace molto. Tutti noi stiamo seguendo mister Mazzarri, il gruppo è davvero unito. Quando ho sentito dell'interessamento dei nerazzurri non c'ho pensato un attimo. Ho accettato subito".

M'Vila ci tiene ad allontanare da sé la pessima fama accreditatagli dalla stampa francese e non fa nulla per nascondere il disappunto per ciò che non sente di essere.

"Io bad boy? Non credo proprio, sono solo dicerie dei giornalisti francesi. Mi sono ambientato davvero bene qui, anche perché sono diversi i giocatori che parlano francese".

Insomma, gli ingredienti per la ricetta perfetta ci sono tutti, ma a mancare - fin dalle prime uscite con la nuova maglia - è il giusto dosaggio degli stessi: M'Vila appare lento e compassato, dando quasi l'impressione di sfornare qualche chiletto di troppo e una forma tutt'altro che invidiabile. Nella scala di gradimento di Mazzarri occupa comunque una posizione privilegiata, tanto che il suo impiego costante non è un caso: soprattutto in Europa League, dove gioca entrambe le gare del playoff contro gli islandesi dello Stjarnan e quattro partite della fase a gironi.

Yann M'Vila InterGetty Images

Purtroppo per lui, tra ottobre e novembre si verifica una combo che cambia inevitabilmente il suo destino e quello della stessa Inter: M'Vila si procura un infortunio al legamento collaterale che gli fa saltare quattro uscite di campionato e una di Europa League e, soprattutto, assiste 'impotente' all'esonero di Mazzarri, sostituito da Erick Thohir con Roberto Mancini, al ritorno sulla panchina interista dopo sei anni.

L'avvento del tecnico jesino segna, di fatto, la fine anticipata dell'esperienza italiana di Yann M'Vila, scivolato allo status di corpo estraneo nonostante il recupero dal precedente infortunio: con Mancini alla guida dell'Inter, l'ex Rennes finisce progressivamente per non vedere più il terreno di gioco, fatta eccezione per qualche sporadico spezzone che porta il totale delle presenze stagionali a quota 14.

Le panchine e le tribune diventano la 'normalità' per M'Vila, che il 25 gennaio 2015 risolve consensualmente il contratto con l'Inter, mettendo la parola fine ad un breve capitolo della sua carriera durato appena sei mesi. Un epilogo scontato che però non fa strappare i capelli ai tifosi nerazzurri, assuefatti dai problemi incontrati in campo dalla loro squadra: i ragazzi di Mancini non andranno oltre un deludentissimo ottavo posto in campionato e gli ottavi di Europa League, mentre il cammino in Coppa Italia si arresterà ai quarti per mano del Napoli di Gonzalo Higuain.

Questa deludente avventura italiana segnerà definitivamente M'Vila, nel frattempo tornato al Rubin Kazan che cerca di rilanciarlo con un prestito in Inghilterra, al Sunderland, formazione in perenne lotta per la salvezza in Premier League: la musica non cambia nemmeno nella terra d'Albione, e per lui si riaprono le porte del club russo, dove resta per due anni - abbastanza interlocutori - dal 2016 al 2018.

Yann M'Vila Saint-Etienne Ligue 1Getty

M'Vila sa bene che il treno della vita è ormai più che passato: non gli resta che tentare la carta francese con l'approdo al Saint-Etienne, dove finalmente si vedono di nuovo gli sprazzi di quel giocatore che impressionava le big d'Europa soltanto qualche anno prima. Con 'Les Verts', M'Vila conclude la prima stagione di Ligue 1 ad un sorprendente quarto posto, seguito dalla paura per la retrocessione nella successiva in cui perde la finale di Coppa di Francia contro il forte PSG, che il 24 luglio 2020 alza il trofeo grazie al sigillo di Neymar.

Altri due anni in Francia possono bastare prima di intraprendere un'altra scelta di vita, stavolta in Grecia tra le fila dell'Olympiacos: è qui che M'Vila inaugura la sua personale bacheca con il primo trionfo, a quasi 31 anni, in Souper Ligka Ellada, vinta con addirittura 16 punti di vantaggio sull'Aris Salonicco secondo; lo stesso si appresta a fare in questa stagione, che però racconta anche dell'incrocio al playoff di Europa League contro l'Atalanta: per il francese sarà un po' come fare un viaggio a ritroso nel tempo con la mente, fino ai giorni che avrebbero potuto dare una direzione diversa ad una carriera nata tra mille ottimi propositi.

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