Iturbe ConteGetty Images

Juan Iturbe, dalla battaglia Juve-Roma e le dimissioni di Conte a 'errore psichico' e il dimenticatoio

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In passato ha brillato in campo e infiammato il mercato con una battaglia a suon di milioni e colpi di scena. Ha messo la firma in un derby della Capitale, una delle sfide più sentite del panorama calcistico italiano e mondiale, e conquistato due titoli in Portogallo. Da un paio d'anni la vita di Juan Manuel Iturbe Arevalos, conosciuto come Juan Iturbe, è stata a Salonicco, città greca affacciata sul Mar Egeo, dove ha vestito la maglia dell'Aris, formazione che milita nel massimo campionato ellenico. Ora per lui una nuova avventura in Brasile, col Gremio.

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Due continenti, sette nazioni, undici squadre e due nazionali. A 30 anni, Iturbe ha girato il mondo inseguendo quel pallone che rotola. Dopo un exploit incredibile, un percorso pieno di ostacoli e insidie lo ha portato lontano dai grandi palcoscenici internazionali. Eppure il classe 1993 era considerato uno talenti più puri e del calcio paraguaiano e una futura stella della 'Albirroja'.

Cresciuto nel Cerro Porteño, aveva l'Italia nel suo destino. La sfiorò nel 2010, quando dopo l'exploit con la promozione in Serie B l'allora presidente del Gallipoli, D'Odorico, voleva portarlo in Italia. Ci arrivò passando per la porta principale nel 2013, quando il Verona lo prese dal Porto: fu proprio in quell'annata, in coppia con Toni, che arrivò la definitiva consacrazione di Iturbe grazie a 8 goal e 5 assist nel suo primo anno in Serie A.

"Ancora oggi sento a volte Luca Toni ed è sempre bello ricordare tutto quello che abbiamo fatto quell’anno: siamo quasi arrivati in Europa League e all’inizio dovevamo solo salvarci".

Una stagione incredibile, che 'obbliga' gli addetti ai lavori a focalizzare l'attenzione su quel gioiellino nato a Buenos Aires, ma con passaporto paraguaiano, e studiarlo con attenzione. Nell'estate 2014 Iturbe è oggetto del desiderio di molte società italiane e non solo, scatenando una vera e propria asta che vede protagoniste soprattutto Roma e Juventus.

"Subito non mi hanno detto (il Verona, ndr) che mi volevano vendere. Poi giorno per giorno hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via".

Giallorossi e bianconeri si sfidano sul mercato e non vogliono lasciarsi scappare il classe 1993. A spuntarla è la Roma, che raggiunge l'accordo con il Verona per 22 milioni di euro più bonus. Un'operazione che scatena l'ira di Antonio Conte, che poche ore dopo annuncerà la sua decisione di lasciare la Juventus a pochi giorni dall'inizio del ritiro.

Una scelta drastica dopo i dissapori con la dirigenza proprio sul tema calciomercato e rinforzi. Nel 2014 era stato proprio Conte a indicare con insistenza Iturbe tra gli acquisti per rinforzare la rosa a disposizione. Un arrivo che però non si concretizzò e che fece arrabbiare non poco l'ex centrocampista salentino. La goccia che fece traboccare il vaso.

Eppure qualche tempo dopo Walter Sabatini, direttore sportivo di quella Roma, ammetterà di essersi pentito di quell'investimento oneroso.

"Quando ho preso c'era un’euforia popolare perché aveva fatto molto bene al Verona. Ho detto che me lo sentivo che stavo facendo una cazzata. C'era anche un antagonismo con la Juventus, volevo inorgoglire i tifosi della Roma. È un errore psichico. Quando poi ha segnato alla Lazio nel derby, in quel momento mi ha ripagato di un'idea di me stesso che era diventata veramente bassa…".

L'avventura in giallorosso fu tutt'altro che indimenticabile. Appena 5 reti e 4 assist in 68 apparizione, con l'unico lampo nel derby del 25 maggio 2015, vinto per 2-1 sulla Lazio.

In realtà, l'esperienza all'ombra del Colosseo parte bene con il goal e due assist all'esordio in Champions League contro il CSKA Mosca e la rete allo Juventus Stadium. Un buon avvio per un 21enne alla seconda stagione in Serie A - nonostante le esperienze con River Plate e Porto - e catapultato in una piazza caldissima come quella giallorossa.

Il 31 gennaio 2015, in occasione della sfida all'Olimpico contro l'Empoli, Iturbe si fa male al ginocchio. Un infortunio che sembra di poco conto, con il paraguaiano che salta Cagliari, Parma e Verona e torna a inizio marzo contro la Juventus, ma che in realtà è più grave del previsto.

"Iturbe mistero indecifrabile? Ha avuto un problema che abbiamo tenuto nascosto. Lui partì fortissimo con la Roma. Poi si è probabilmente rotto il crociato posteriore e noi non l’abbiamo operato. Abbiamo scelto la terapia conservativa. Da allora non è stato più lui".

A rivelarlo è stato lo stesso Sabatini qualche tempo dopo. Un'ammissione di colpe che spiega la flessione netta di Iturbe. Da quel maledetto 31 gennaio, il paraguaiano non è stato più lo stesso.

Ricadute e impiego col contagocce fino al ruolo di seconda o terza scelta condizionano il rendimento del classe 1993, che però ha sempre raccontato il suo amore per la maglia giallorossa e il suo rapporto speciale con Totti e De Rossi:

"Per me la Roma è stata la squadra più bella in cui abbia giocato. Quando sono arrivato ero il ragazzo più felice del mondo".
"Loro mi sono stati sempre vicino, rassicuravano me e la squadra. Poi è andata come è andata ma così è il calcio, c’è sempre il tempo per avere una rivincita e fare bene".

Nell'estate 2015, un anno dopo la querelle Juve-Roma, Juan Iturbe finisce nuovamente al centro di un curioso caso di calciomercato. L'avventura in giallorosso non decolla e il trasferimento diventa un'ipotesi molto concreta. A farsi avanti è il Genoa, che riceve l'ok per il trasferimento, prima di un clamoroso dietrofront di Sabatini:

"Mi dispiace, ma mi è venuto il dubbio che rinunciando a Iturbe avrei indebolito la Roma".

Iturbe resta, ma solo per sei mesi. A gennaio lascerà i giallorossi per tentare l'esperienza in Premier League, al Bournemouth, ma senza fortuna: alla fine saranno 55 in campionato e 133 in FA Cup i minuti accumulati nella seconda parte di stagione.

Copione simile nella stagione 2016/2017. Dopo dodici apparizioni in totale con la Roma - e la fase a gironi di Europa League da titolare -, Iturbe va in prestito al Torino. 17 presenze tra Serie A e Coppa Italia con un goal (contro la Sampdoria) e 3 assist.

La serie di prestiti si conclude nell'estate 2017 con il passaggio al Tijuana, in Messico. I timidi segnali di ripresa non vengono premiati dal campo, con nessun goal all'attivo, ma convincono il club a riscattarlo - nonostante un nuovo infortunio a gennaio con la rottura del legamento crociato anteriore -, prima della cessione in estate al Pumas. Resterà lì per tre anni, con in mezzo una breve parentesi (febbraio-giugno 2020) al Pachuca, totalizzando 12 goal e 9 assist in 93 presenze.

Nel 2021 arriva l'opportunità di tornare in Europa e Iturbe non se la lascia scappare. L'Aris Salonicco mette sul piatto un biennale, il paraguaiano firma e ci riprova.

"In tanti mi avevano chiamato e sto lavorando per tornare. Voglio tornare - aveva dichiarato qualche settimana prima a Gianlucadimarzio.com -. Non tanto perché mi manca ma perché voglio fare vedere a tutti che posso stare lì".

Raggiunti i 30 anni, il talento paraguaiano vuole dimostrare a tutti le sue qualità e rispondere a chi non lo ha definito all'altezza di certi palcoscenici. Dopo l'Aris e la Grecia ecco un nuovo viaggio destinazione Brasile, Gremio.

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