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Jeremy Doku - Belgium - Euro 2020Getty Images

Jeremy Doku: il gioiello nel quale Klopp ha intravisto l’erede di Mané

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Jurgen Klopp ha certamente buon occhio. Il tecnico del Liverpool ha contribuito a costruire una delle più grandi squadre d’Europa nel Merseyside e l’ha fatto portando tra i Reds elementi che per la maggior parte erano considerati solo calciatori dal buon potenziale al momento del loro arrivo ad Anfield.

Il suo lavoro dal punto di vista prettamente tecnico va certamente considerato ottimo visti i risultati raggiunti, ma gli si deve anche dare atto di essere capace di individuare diamanti grezzi da plasmare e la cosa fa di lui un allenatore che può rivelarsi la fortuna di ogni giovane talento.

E’ questo ciò che è esattamente accaduto anche nel caso di Jeremy Doku. Visitò il campo di allenamento del Liverpool nel 2018 quando aveva solo 16 anni perché stava valutando varie opzioni prima di firmare quello che pochi mesi più tardi sarebbe stato il suo primo contratto da professionista. E fu allora che Klopp lo notò.

“Klopp mi ha spiegato di aver visto in Jeremy il potenziale successore di Sadio Mané” , ha svelato il padre di Doku, David, a Het Nieuwsblad in un’intervista nella quale ha ammesso quanto il Liverpool abbia tentato di convincere la giovane ala ad unirsi al club.

“Aveva 16 anni e sulle sue tracce c’erano Arsenal, Liverpool, Chelsea, Manchester City, Ajax e PSV. Abbiamo quindi fatto visita a Liverpool ed Ajax e proprio i Reds erano la mia scelta”.

“Steven Gerrard ci mostrò un video con un’analisi tattica. Al centro sportivo vennero a parlarci Mignolet, Mané e Wijnaldum. Che accoglienza, dannazione!”.

Nonostante il grande entusiasmo mostrato dal Liverpool, Doku alla fine ha deciso di restare nel settore giovanile dell’ Anderlecht, anche se ebbe bisogno dell’intervento di un giocatore che all’epoca era al Manchester United per fare una scelta finale.

“L’ex direttore generale dell’Anderlecht, Herman Van Holsbeeck era convinto che Jeremy sarebbe andato al Liverpool e che il club avrebbe perso un talento praticamente per nulla” , spiega il padre di Doku. “ L’Anderlecht ha fatto di tutto per far restare nostro figlio”.

“Hanno fatto una furbata, mostrando un video di Romelu Lukaku. La cosa ha fatto svanire in Jeremy ogni dubbio”.

“Fu un’idea di Jean Kindermans. Romelu nel video diceva che era meglio sfondare prima in Belgio, per poi andare via dalla porta principale”.

E’ esattamente questo che Lukaku ha fatto da ragazzo ed ora Doku punta a seguire le sue orme.

Arrivato nel club 34 volte campione del Belgio a 10 anni, dopo che aveva mosso i suoi primi passi da calciatore ad Anversa, Doku ha fatto il suo esordio tra i ‘grandi’ nel novembre del 2018, quando entrò a 12’ dal termine di una sfida persa 4-2 contro il Sint-Truiden.

Quella sarebbe stata la prima di sei presenze messe insieme nella stagione 2018-19, che per lui si è conclusa con 22’ giocati nella sfida di playoff persa contro il Gent.

Nell’estate del 2019 la guida della squadra è passata a Vincent Kompany e, dopo aver impressionato durante il ritiro pre-stagionale, Doku è stato schierato titolare in tutte le prime tre partite del campionato.

L’Anderlecht però fatica ad adattarsi alle idee del nuovo allenatore e a farne le spese è anche Doku che si ritrova spesso a dover andare in panchina, a giocare pochi spezzoni di gara e ad unirsi alla squadra riserve per non perdere la condizione.

I quattro goal realizzati in appena tre partite con la formazione riserve spingono Kompany a reintegrarlo in rosa a dicembre. Dopo aver segnato e fornito un assist in 32’ di gara contro l’Oostende, Doku si prende maglia da titolare e non la lascia più.

Schierato prevalentemente a destra, Doku ha collezionato 24 presenze complessive, prima che la stagione 2019-20 venisse interrotta a causa del Coronavirus.

Nella sua ultima partita di stagione ha realizzato una doppietta e sfornato un assist nel 7-0 contro lo Zulte Waregem, portando il suo bottino finale a quattro reti e tre assist.

E’ un abile dribblatore che si trova a proprio agio su entrambe le fasce e la cosa l’ha portato ad essere paragonato a Raheem Sterling, anche se ha ancora bisogno di lavorare sul suo piede più debole.

In Belgio c’è addirittura chi pensa che potrebbe diventare l’erede di Eden Hazard in Nazionale, sostituito con ottimi risultati nei quarti di Euro 2020 contro l'Italia. Il tutto mentre i Diavoli Rossi già pensano alla prossima ‘generazione d’oro’ che dovrà regalare risultati importanti.

“Raramente ho visto un giocatore così esplosivo nei primi metri, così abile nell’accelerare rapidamente e cambiare direzione mantenendo sempre un prefetto controllo del corpo e della palla” , ha detto a Het Nieuwsblad l’ex tecnico dell’Anderlecht, Hein Vanhaezebrouck.

“Attualmente usa il sinistro solo per appoggiarsi e su questo c’è ancora molto lavoro da fare. I difensori sanno che non c’è bisogno di coprire il suo lato sinistro, che possono tranquillamente farlo incrociare. Se riuscirà a migliorare il suo sinistro, avrà tutto per arrivare in cima”.

“In termini di potenziale potrebbe anche superare Hazard, ma ha bisogno di tanto allenamento per giungere a certi livelli. Hazard ha undici anni più di lui, serve pazienza”.

Dopo aver indossata la maglia dell'Under 21, il commissario tecnico del Belgio, Roberto Martinez, lo ha convocato per gli Europei in cui Doku ha impressionato tutti.

Nell'estate del 2020 si è trasferito in Francia per giocare col Rennes, ma il suo nome continua ad essere accostato a quello di grandi club come Liverpool, Real Madrid, Manchester United, Milan e Newcastle come possibili destinazioni future.

Doku prima o poi spiccherà definitivamente il volo e non sarebbe una sorpresa se alla fine ad accoglierlo fosse proprio il Liverpool. Klopp vedeva in lui l’erede di Mané e chissà che non possa trovare il modo per portarlo ad Anfield.

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